° Contratti dei pubblici dipendenti: Congelando i rinnovi, il Governo Letta si mette sulla stessa strada dei governi precedenti
Lo stop ai contratti, imposto nel 2009, proseguirà fino al dicembre 2014; lo ha deciso il Consiglio dei ministri n.19, tenutosi lo scorso 8 agosto. I media hanno dato modesto rilievo alla notizia preferendo enfatizzare i provvedimenti presentabili; non così le OO.SS. che, riguardo ai dipendenti della Scuola, sono state prese alla sprovvista. Iniziamo con un passaggio del Comunicato della Presidenza del Consiglio
“Il Consiglio ha approvato in esame definitivo, a seguito del parere espresso dalle Commissioni parlamentari e dal Consiglio di Stato, un regolamento che proroga il blocco della contrattazione economica e degli automatismi stipendiali per i pubblici dipendenti…. Sussistono infatti condizioni di eccezionalità tali da giustificare la proroga al 31 dicembre del 2014 di una serie di misure in materia di pubblico impiego… Vengono prorogati: -il blocco dei trattamenti economici individuali; -la riduzione delle indennità corrisposte ai responsabili degli uffici di diretta collaborazione dei Ministri e l’individuazione del limite massimo per i trattamenti economici complessivi spettanti ai titolari di incarichi dirigenziali; -il limite massimo e la riduzione dell’ammontare delle risorse destinate al trattamento accessorio del personale; -i blocchi dei meccanismi di adeguamento retributivo, classi e scatti di stipendio, le progressioni di carriera comunque denominate del personale contrattualizzato e di quello in regime di diritto pubblico”. Ecco la dichiarazione rilasciata dal presidente Marcello Pacifico: “Il blocco degli stipendi deciso dal Consiglio dei Ministri è inatteso, ingiusto e incostituzionale: faremo ricorso. E’ un atto gravissimo; se queste sono le idee che vuole portare avanti il Governo farebbe bene a dimettersi… La proroga fino al 31 dicembre 2014 del blocco della contrattazione e degli automatismi stipendiali, decisa oggi in esame definitivo dal Consiglio dei Ministri, di oltre tre milioni di dipendenti pubblici rappresenta una grave e inattesa decisione del Governo… L’Esecutivo fa uscire dal “cilindro” un regolamento incostituzionale che, in particolare per il personale della scuola (nel 99% dei casi senza possibilità di attuare alcuna forma di “carriera” professionale), prevede non solo il blocco di ogni forma di adeguamento al costo della vita e degli scatti stipendiali (già a partire dal 2011) ma addirittura riduce ulteriormente le già esigue risorse destinate al trattamento accessorio (il cosiddetto Fondo d’istituto) di docenti e Ata”. Aggiungiamo una notazione: I decisori politici attuali – ma la cosa va avanti da tempo – incontrano soverchia difficoltà a dirigere la politica economica; le palesi sperequazioni socio-economiche, non le affrontano: è notizia di attualità che funzionari pubblici incassano dallo Stato 90mila euro al mese mentre il governo lascia che le retribuzioni di milioni di pubblici dipendenti siano erose dal caro vita. Se c’è la crisi economica, o se arriva la “ripresa”, è come se non dipendesse da coloro cui tocca la presa delle decisioni politiche. Il blocco della contrattazione e degli automatismi stipendiali dei pubblici dipendenti arreca un danno medio pro capite di migliaia di euro (agli impiegati della P.A., una perdita stimabile mediamente tra i 6 e i 7mila euro), per l’incidenza dell’inflazione all’8%, quale s’è registrata negli ultimi tre anni. La responsabilità della decisione è del Governo, ma il comunicato stampa governativo che abbiamo citato sottolinea due volte che c’è stato il parere favorevole delle Commissioni parlamentari e del Consiglio di Stato. Doverosamente segnaliamo alcuni dei provvedimenti apprezzabili presenti nei tredici articoli del decreto approvato dal governo: - si dispongono strumenti di repressione penale dei fenomeni di maltrattamento in famiglia, di violenza sessuale e di atti persecutori (stalking); - si sbloccano risorse per la sicurezza pubblica e per la Protezione civile. Di rilevante valenza politica è, poi, il fatto che il Consiglio dei Ministri abbia varato due schemi di decreti legislativi riguardanti, rispettivamente, la riduzione del personale militare e civile della Difesa e la riorganizzazione dell’assetto strutturale ed organizzativo delle Forze armate in termini riduttivi. In sostanza: - Le dotazioni organiche complessive del personale militare dell'Esercito italiano, della Marina militare (escluso il Corpo delle capitanerie di porto) e dell'Aeronautica militare, saranno ridotte a 150.000 unità entro l’anno 2024, e quelle del personale civile della difesa, a 20.000 unità; - Le strutture ordinative centrali e periferiche delle Forze Armate saranno contratte del 30 %. Altrettanto significativa è la decisione di ridurre il numero delle posizioni dirigenziali nel Ministro dello Sviluppo Economico, tagliandone 6 apicali e 51 di seconda fascia. Di togliere il pubblico finanziamento ai partiti non se ne parla, ma il vecchio Pannella promette di realizzare lo stesso gol segnato nell’aprile 1993 quando il referendum abrogativo ottenne il 90,3% dei voti.

 

° Impasse del concorso a d.s., in Lombardia e in altre Regioni
Nella sola Lombardia, a settembre, ben 355 scuole su 1100 non avranno il d.s. titolare; decine e decine gli altri vuoti già preventivati. Da più parti si stigmatizza la cosa e si propongono soluzioni da applicare in Lombardia e nelle situazioni critiche.
La ministro, rispondendo a un'interrogazione (24 luglio) del P.D., ha rassicurato che la soluzione sarà disposta all’interno di un decreto legge (omnibus !) imminente: si potranno conferire – pro tempore, ma forse con indennità di presidenza ridotta, con validità fino alla data della nomina dell'avente diritto - incarichi di presidenza per l’a.s. 2013/2014 agli idonei di uno dei concorsi indetti prima del 1° gennaio 2011, anche se non hanno completato la procedura concorsuale nè frequentato il corso di formazione; lo stesso varrà per i candidati che hanno in atto un contenzioso con il MIUR, per questioni inerenti precedenti concorsi. Ancora più ampia è la soluzione prospettata per il concorso in Lombardia: varrà sia per coloro che hanno ottenuto l'annullamento del concorso, sia per i 406 contro interessati. Il pasticcio del concorso 2004 per dd.ss. in Sicilia, lo risolse la politica (promotrice l’ex deputato PD Alessandra Siragusa); adesso occorre un’iniziativa analoga, di buon senso. Il presidente Pacifico lo ha detto immediatamente non appena si è avuto sentore delle criticità in cui le commissioni esaminatrici incorrevano. Ora sono preoccupati in molti, a cominciare ovviamente dagli Uffici scolastici periferici (regionali e provinciali), nonché le associazioni professionali e la stampa specializzata. Un comunicato della DISAL (associazione dirigenti scuole autonome) sulla decisione del Consiglio di Stato (sentenza n. 3747, 11/07/2013; esito: Respinge Appello Incidentale) ha toni esasperati: “Si dovrà procedere alla ricorrezione di tutti gli scritti, con l'ovvio strascico di ricorsi, opposizioni e contrasti che ha avvicinato la Lombardia a quanto già visto in Sicilia oltre cinque anni fa…. La giustizia amministrativa assesta un incredibile colpo alla scuola lombarda, agli operatori, agli studenti ed alle famiglie ed a quei docenti che si sono battuti in questi mesi per veder riconosciuto il merito del proprio percorso concorsuale”. Mario d’Adamo (ItaliaOggi – 06.08.2013) auspica: “… L'anno scolastico che verrà non deve subire pregiudizi dalle pronunce giurisdizionali sul concorso a posti di dirigente scolastico, che in almeno cinque regioni hanno determinato rallentamenti delle procedure, se non addirittura lo stop delle nomine”.

° Se sono rose… Gli oltre 5mila dipendenti della Scuola ricadenti nella "Quota 96”
Una norma favorevole sulla questione potrebbe essere inserita in un decreto d’urgenza (il c.d. Decreto D’Alia) che il CdM approverebbe prima della pausa estiva.
“Il decreto dovrebbe, obbligatorio il condizionale, prevedere che il personale della scuola potrà andare in pensione dal 1° Settembre con le quote, requisiti anagrafici e contributivi, ante riforma Fornero purché essi siano stati maturati entro il 31 agosto 2012…”.
(Fonte: Pasquale Almirante - La Tecnica della Scuola, 7 agosto 2013)
“L'art. 24 del decreto legge introduce una modifica all'art. 24, comma 14, del dl 6 dicembre 2011, n. 201. Per effetto di tale modifica, al trattamento pensionistico di vecchiaia o di anzianità con i requisiti anagrafici e contributivi richiesti dalla normativa previgente l'entrata in vigore del predetto decreto potrò accedere anche il personale della scuola che ha maturato detti requisiti successivamente al 31 dicembre 2011, ma non oltre il 31 agosto 2012. É quanto avevano chiesto alcune migliaia di dipendenti scolastici sia attraverso il comitato “Quota 96” che centinaia di ricorsi ai giudici. …Interessati sono certamente quanti alla data del 31 agosto 2012 potevano fare valere, ai fini della pensione di anzianità, sessanta anni di età e trentasei di contribuzione, oppure sessantuno anni di età e trentacinque di contribuzione, o anche, indipendentemente dall'età anagrafica, quaranta anni di contribuzione. Per la pensione di vecchiaia i requisiti da possedere erano invece sessantacinque anni di età e almeno venti anni di contributi, se uomini e sessantuno anni di età e almeno 20 anni di contributi, se donne. Il riconoscimento del diritto a fruire della normativa previgente la riforma Fornero non significa comunque che gli interessati dovranno chiedere di cessare immediatamente dal servizio. Per fare valere questo loro diritto potranno infatti aspettare fino al 2015 per chiedere di andare in pensione. Chi vorrà invece, a decreto legge approvato, dovrebbe poterci andare già dal prossimo 1° settembre”.
(Fonte: Nicola Mondelli - ItaliaOggi, 6 agosto 2013)

° I testi scolastici in formato PDF (o analoghi) di sola lettura, e gli obsoleti CD o DVD allegati al testo adozionale cartaceo non costituiscono “veri” libri digitali
E’ una sottolineatura sulla quale l’ANIEF ha spesso insistito. La dichiarazione del Sottosegretario Toccafondi ci segnala che anche i vertici del MIUR lo sanno.
Toccafondi lamenta che, a differenza che in altri Paesi nei quali si fa a gara tra editori per introdurre nelle scuole il sistema dei libri digitali, in Italia c’è una guerra avversa, nei tribunali. Ora, il MIUR è in difficoltà per applicare il decreto 209 del 26 marzo 2013. Il sottosegretario: “Quello che non è affatto chiaro è capire se questo Paese creda o meno alla possibilità che i propri ragazzi possano andare a scuola con un Tablet, uno Smartphone o un PC. Basta zaini pesantissimi o libri da ricomprare costantemente perché cambia l’impaginazione. …Potremmo mai pensare di arrivare a questo nel nostro paese? Io penso e spero di si. Ma molta strada c’è da fare e non inizia certo solo con un decreto che fa marcia indietro”(www.chefuturo, 6 agosto 2013). Lo scorso anno abbiamo riportato la posizione espressa, su questo tema, da Emanuele Fidora, dal marzo 2012 direttore generale dell’Ufficio Studi, statistica e sistemi informativi del MIUR: “Ci stiamo attrezzando da anni per fornire alle scuole gli strumenti per un cambiamento della didattica… creare ambienti di apprendimento nuovi e innovativi, trasformazione dei modelli, dell’organizzazione e dell’utilizzo di nuovi contenuti e strumenti…. l’aula diventa un laboratorio i cui confini possono trascendere la fisicità delle pareti… Si potrebbero utilizzare tablet poco reclamizzati ed economici, e magari qualche smartphone. La nostra ambizione è quella di capovolgere il concetto di scuola…. Il ragazzo seguendo le lezioni dei docenti studierà a casa per poi verificare in classe quanto ha appreso. I docenti potrebbero creare profili twitter, blog didattici… Stiamo incoraggiando la ricerca nel campo della editoria digitale… vogliamo arrivare a testi digitali di II e III generazione, con i quali non solo lo studente potrà trovare il link per accedere a contenuti da internet, con le lezioni scaricabili dai siti delle principali università ma potrà anche creare un proprio avatar… il Ministero ha bandito gare da 150 mila euro per progettare nuovi strumenti… La Cyber-Classe”. Ricapitoliamo la nostra idea sui testi scolastici. L’adottabilità esclusiva di testi reperibili on line o corredati con supporto digitale è stata largamente preventivata ma essendo stati modificati i tetti di spesa, gli editori di testi scolastici si sono appellati alla magistratura. Legittimamente. Dobbiamo però sottolineare che poco hanno fatto per riconvertire le strategie editoriali - avrebbero dovuto spendere di più per gli autori affiancando loro esperti informatici, allo scopo di mettere a disposizione delle scuole un corredo didattico strumentale interattivo (alla maniera, offerta nei siti wiki, degli ipertesti ai quali ogni utilizzatore possa dare il proprio apporto di “costruzione” di un sapere condiviso. Comprendiamo che questo obiettivo crei problemi agli editori, e auspichiamo che l’adozione dei testi digitali passi dal vaglio dei Collegi dei docenti, a norma del DPR 275/1999 (“La scelta, l'adozione e l'utilizzazione delle metodologie e degli strumenti didattici, ivi compresi i libri di testo, sono coerenti con il Piano dell'offerta formativa di cui all'articolo 3 e sono attuate con criteri di trasparenza e tempestività. Esse favoriscono l'introduzione e l'utilizzazione di tecnologie innovative”). Resta l’urgenza, per la Scuola e per l’Editoria, di corrispondere alla metamorfosi dei processi cognitivi nei nativi digitali: I blog, i motori di ricerca, la lavagne multimediali, i tablet, il software didattico, i servizi web hanno affinato l’"intelligenza simultanea" degli studenti rendendoli inclini all’intuizione iconica dei concetti e al pensiero analogico-sistemico. Questa è una generazione di studenti che percepisce in modo simultaneo, non sequenziale, le molteplici correlazioni e le intersezioni logico-spaziali di concetti che rappresentano iconicamente in forma analogico-sistemica e mediante codici molteplici. Alcuni studiosi segnalano che il Costruttivismo (A. Calvani, Costruttivismo, progettazione didattica e tecnologie) e la teoria dello «sviluppo sociale» di Vygotsky (B. Cricchio, La didattica con la LIM) possono fungere da basi teoriche ai processi di formazione in rete e ai processi di apprendimento collaborativo imperniati sulle TIC. In quest’ottica, l’editoria digitale dovrà dare un contributo al rinnovamento della didattica favorendo – ha scritto Barbara Cricchio - una “mixed reality in cui digitale, virtuale e creatività convivano, attraverso modalità di scrittura che non sono più semplici riproduzioni, bensì fondamentalmente forme di visualizzazione del pensiero che, attraverso immagini manipolabili, ibridabili, clonabili, divengono parte di un insieme plurisensoriale accattivante…. innescando dinamiche di insegnamento/apprendimento efficaci, ottimizzando i processi di fruizione per mezzo del canale tecnologico e offrendo, nel contempo, la possibilità di editare i materiali prodotti in classe…”; l’editoria dovrà potere offrire agli studenti e agli insegnanti “la possibilità di costruire la propria idea all’interno di uno spazio di scrittura aperto e condiviso, in cui il sapere … diviene un costrutto personale che si realizza attraverso ragionamento, negoziazione di significati, cooperazione attiva in classe”.

° I P.A.S. per i docenti in servizio nelle scuole con insegnamento in lingua slovena
Una comunicazione della Direzione Generale per il Personale scolastico
Per i docenti che hanno maturato nelle scuole con lingua di insegnamento slovena i requisiti richiesti per la partecipazione ai Percorsi Abilitanti Speciali valgono, ai fini della presentazione dell’istanza, le stesse modalità, tempi e requisiti stabiliti, con il DDG. N. 58 del 25 luglio 2013, per tutti gli altri aspiranti all’abilitazione. Inoltre, la Direzione Generale precisa quanto segue:
“… l’aspirante che individua come Regione di destinazione il Friuli Venezia Giulia, dovrà indicare obbligatoriamente se intende partecipare per un insegnamento nelle scuole con lingua di insegnamento slovena. In tal caso: - il sistema bloccherà l’acquisizione della domanda, con apposito messaggio, se l’aspirante ha dichiarato di partecipare per un insegnamento con lingua slovena e sceglie uno tra i seguenti insegnamenti A043, A050, A051, A052, A075 e A076; - il sistema bloccherà l’acquisizione della domanda, con apposito messaggio, se l’aspirante non ha dichiarato di partecipare per un insegnamento con lingua slovena e sceglie uno tra i seguenti insegnamenti A080, A081, A082, A083, A084, A085, A086 e A087. Per la scuola secondaria i codici da inserire fanno riferimento alle classi di abilitazione di cui al D.M. 39 /98”.

° DSGA in Friuli Venezia Giulia. Riapertura termini di mobilità a.s. 2013/2014
Il provvedimento, limitato a 6 posti di DSGA nella provincia di Udine e a 2 in quella di Pordenone, è effetto della sentenza della Corte Costituzionale n. 215, 3 luglio 2013.
In forza del provvedimento emanato dalla Direzione Generale dell’Ufficio Scolastico Regionale per il Friuli Venezia Giulia vengono ripristinate (a supporto delle seguenti dirigenze scolastiche: - ISIS Jacopo Linussio di Codroipo cod mecc. UDIS01100P; - ITC Cecilia Deganutti di Udine cod mecc. UDTD02000P; - IC Giosuè Carducci di Lignano Sabbiadoro cod mecc. UDIC81600N; - IT Gian Giacomo Marinoni di Udine cod mecc. UDTL01000E; - IT Giuseppe Marchetti di Gemona del Friuli cod mecc. UDTD04000X; -· IC di Martignacco cod mecc. UDIC850005; - IT Sandro Pertini di Pordenone cod mecc. PNTL01000E; - ·I. d’Arte Enrico Galvani di Cordenons cod mecc. PNSD020009) altrettanti posti di DSGA, per le 8 scuole sopra elencate. Le domande dovranno essere presentate (a mano, tramite raccomandata A/R o a mezzo posta certificata da casella personale certificata) entro il 9.08.2013, agli Uffici Ambito territoriale di Udine e Pordenone. Sarà data precedenza al rientro a coloro che nell’a.s. 2012/2013 hanno perso la titolarità presso le dette istituzioni scolastiche; i movimenti saranno pubblicati entro il 19.08.2013.

° Accordo biennale nazionale per le Sezioni primavera.
In sede di Conferenza Unificata Stato-Regioni è stato concordato il rilancio del servizio educativo dedicato ai bambini di età compresa tra i 24 e i 36 mesi.
Rinnovato, altresì, il criterio di ripartizione regionale dei fondi: il 50% è calcolato sulla base del numero di bambini 24-36 mesi, il restante 50% tenendo conto della quantità di sezioni funzionanti nell’anno scolastico 2010/2011. (Fonte: Tuttoscuola.com – 2 agosto 2013)

° Docente di sostegno utilizzato discrezionalmente in supplenze brevi
Il Tribunale di Napoli annulla sanzione disciplinare inflitta a una docente di sostegno: mentre sostituiva un collega assente, nella classe un alunno s’infortunava. Soddisfazione del Segretario generale del SAB, riportata da Orizzonte Scuola.
“Il Giudice del Lavoro del Tribunale di Napoli, con sentenza n. 15091 dell'11/7/2013, annulla doppia sanzione disciplinare irrogata dal dirigente scolastico della scuola media annessa al Convitto Nazionale Vittorio Emanuele II di Napoli a docente di sostegno… In violazione delle norme vigenti e delle reiterate note ministeriali e dei vari uffici scolastici regionali d'Italia, che vietano l'utilizzo del docente di sostegno in supplenze brevi per sostituire i colleghi assenti in classi collaterali, la predetta docente di sostegno era stata utilizzata in altra classe per sostituire una collega assente… Nella sua classe un alunno s'infortunava leggermente, da qui scaturiva una serie di contestazioni…. Per il giudice,… le sanzioni irrogate e impugnate appaiono destituite di fondamento e comunque sproporzionate.”
(Fonte: www.orizzontescuola.it/news - 3 agosto 2013)

 

° Centri per l’istruzione degli adulti: - Progetti assistiti a livello nazionale; Azioni di innovazione. I progetti assistiti termineranno il 31 agosto 2014
La nota n.4241- 31.07.2013 della D.G. per l’istruzione e formazione tecnica superiore e i rapporti con i sistemi formativi delle Regioni fa riferimento al DPR 263/2012 che prevede progetti nazionali per il nuovo assetto organizzativo e didattico dei CPIA.
Abstract della nota. Il 25 febbraio u.s. è stato pubblicato sulla G.U. n. 47, il DPR 29 ottobre 2012, n. 263 “recante norme generali per la ridefinizione dell'assetto organizzativo didattico dei Centri d'istruzione per gli adulti, ivi compresi i corsi serali, a norma dell'articolo 64, comma 4, del dl 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con mod., dalla legge 6.08.2008, n. 133.”. L’art. 11, comma 1, di detto DPR 263/12 prevede l’attivazione di progetti assistiti a livello nazionale per l’attuazione del nuovo assetto organizzativo e didattico dei Centri d'istruzione per gli adulti. Tali progetti, per effetto di quanto già comunicato con C.M. 10/2013, saranno avviati a partire dal prossimo anno scolastico…. In data 9 luglio u.s., il Gruppo tecnico nazionale IDA … ha approvato il documento allegato, contenente i criteri e le modalità per l’avvio, l’organizzazione e realizzazione di 9 progetti assistiti a livello nazionale… Pertanto, i Direttori Generali degli UUSSR delle predette aree… vorranno provvedere, tra l’altro, a: 1) individuare, d’intesa con gli Assessorati competenti delle Regioni, la rete di CTP cui affidare la realizzazione dei progetti ….; 3) adottare gli opportuni provvedimenti per la assegnazione di personale riferibile ai vari profili da destinare all’espletamento delle funzioni di direzione, gestione e coordinamento del progetto, ferme restando le relative dotazioni organiche già determinate per l’a.s.2013-2014….
Documento contenente criteri e modalità per la realizzazione dei Progetti nazionali assistiti
Il Documento, in coerenza con gli indirizzi europei in materia di apprendimento degli adulti, tiene conto del quadro delle politiche nazionali in materia di apprendimento permanente, delineate dalla L.92/2012, e delle innovazioni normative intervenute nei settori dell’istruzione, formazione e lavoro. … I progetti assistiti dovranno favorire la sinergia dei vari attori coinvolti nelle azioni previste dalle norme sull’apprendimento permanente e sulla individuazione e validazione degli apprendimenti non formali ed informali e delle rispettive procedure, anche ai fini dell’interazione delle reti e nella prospettiva dell’higher education…. I progetti assistiti sono realizzati in modo da stabilire anche uno stretto raccordo con le autonomie locali, il mondo del lavoro e professioni in coerenza con quanto previsto dal DPR263/12, art. 2, comma 3, anche per favorire il rientro nei percorsi formativi dei “disoccupati” e adulti con “bassa scolarità”. Il Documento prevede un’articolazione dei progetti nazionali assistiti che tiene conto dell’identità dei CPIA, definita nel DPR 263/2012: I Centri costituiscono una tipologia di istituzione scolastica autonoma, dotata di specifico assetto didattico e organizzativo, articolata in reti territoriali di servizio, di norma su base provinciale, nel rispetto della programmazione regionale e dimensionata secondo criteri e parametri definiti ai sensi della normativa vigente e con osservanza dei vincoli stabiliti per la finanza pubblica…. I Centri realizzano un’offerta formativa finalizzata al conseguimento della certificazione attestante il conseguimento del livello di istruzione corrispondente a quello previsto dall’ordinamento vigente a conclusione della scuola primaria; di titoli di studio di primo e secondo ciclo (IT, IP, lA); della certificazione attestante l’acquisizione delle competenze connesse all’obbligo di istruzione; del titolo attestante il raggiungimento di un livello di conoscenza della lingua italiana non inferiore al livello A2 del Quadro comune di riferimento europeo per la conoscenza delle lingue, approvato dal Consiglio d'Europa. I Centri hanno la medesima autonomia attribuita alle scuole. L’attuazione del nuovo assetto organizzativo e didattico dei Centri è graduale … Viste le finalità dei progetti assistiti a livello nazionale… nell’anno scolastico 2013/2014 saranno realizzati 9 progetti nelle seguenti aree territoriali: Piemonte, Lombardia (NORD OVEST), Veneto, Emilia Romagna (NORD EST), Toscana, Lazio (CENTRO), Campania, Puglia (SUD), Sicilia (ISOLE)…
Infine, il documento fornisce indicazioni sui seguenti oggetti: - Avvio progetti assistiti: Criteri individuazione rete CTP; - Organizzazione dei progetti assistiti: azioni, monitoraggio, iniziative di formazione/informazione, risorse; - Realizzazione dei progetti assistiti: gli accordi di rete.

° In bilico. Il ddl su “Quota 96” subisce rallentamenti
La tecnica della Scuola riferisce sui lavori della Commissione Bilancio della Camera.
Nella seduta del 1° agosto la Commissione non ha esaminato il testo del provvedimento perché si è ancora in attesa della relazione tecnica del Governo. … La Ragioneria generale dello Stato … sottolinea più volte che un eventuale provvedimento a favore dei “quota 96” del comparto scuola risulterebbe iniquo nei confronti degli altri dipendenti pubblici e rischierebbe di innescare rivendicazioni difficilmente controllabili. (Fonte: La Tecnica della Scuola - 03/08/2013)