L'incontro segue quello delle altre sigle sindacali firmatarie di contratto. Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, apprezza l'apertura del titolare del Miur e chiede interventi urgenti in un decreto #salvascuola e nella prossima legge di stabilità. Analisi e soluzioni, in 25 punti le proposte del giovane sindacato per sconfiggere la supplentite e valorizzazione la professione di tutto il personale.
“Per la scuola servono una serie di provvedimenti urgenti, che affrontino con forza il tema del precariato e quello degli investimenti”: lo ha chiesto oggi Marcello Pacifico, presidente nazionale dell’Anief, nel corso del primo incontro tenuto con il nuovo ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti. Durante la riunione, che fa seguito a quella tenuta ieri con le altre organizzazioni sindacali firmatarie del Contratto alla luce del perfezionamento delle procedure di accertamento della rappresentatività raggiunta dall’Anief nelle ultime elezioni Rsu, il leader del giovane sindacato ha ripercorso il decennio che ha portato l’organizzazione sindacale alla rappresentatività e quindi illustrato sia le urgenti iniziative da porre in atto per garantire il corretto avvio dell’anno scolastico sia le modalità per combattere e sconfiggere la piaga della precarietà, suggerendo anche la via per poter trovare risorse aggiuntive per il rinnovo del Contratto scaduto. A questo proposito, il sindacato ha messo in risalto come in base ai dati Ocse, riportati nel rapporto Education at a Glance, gli stipendi dei docenti italiani risultino ancora molto bassi rispetto a quelli dei colleghi dei Paesi sviluppati. Ecco perché servono aumenti consistenti, che sfruttino anche le risorse già esistenti, ma rimaste congelate.
Il ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti ha esordito rimarcando la sua disponibilità “a mantenere aperto il dialogo con tutte le organizzazioni sindacali”; ha precisato che alcuni dei punti trattati nella nostra proposta sono stati anche oggetto di confronto in altri tavoli e che comunque molti dei problemi affrontati sono all’attenzione del suo ministero. Nei prossimi giorni, a seguito delle decisioni politiche che saranno assunte nei provvedimenti urgenti sul precariato e sulla scuola, si riserva di approfondire taluni argomenti nei successivi incontri.
A dieci anni dalla sua nascita, oggi il sindacato Anief è entrato dalla porta principale del Miur per incontrare formalmente il ministro dell’Istruzione. Il professor Marcello Pacifico, fondatore e leader del giovane sindacato della scuola, ha ricordato al ministro Lorenzo Fioramonti come l’azione del giovane sindacato si sia contraddistinta per una politica attiva, contrassegnata da ricorsi seriali promossi presso i tribunali nazionali e nelle aule di giustizia comunitarie. Parallelamente, l’Anief ha condotto delle proposte legislative ed emendative, oltre che proteste di piazza. L’azione sindacale si è dipanata anche nell’attuale legislatura, senza però trovare sino a oggi riscontri. Da qui il plauso e l'auspicio che inizi una nuova stagione. Nel frattempo, i problemi della scuola – come il reclutamento, le discriminazioni verso il personale non di ruolo, gli stipendi indegni per un Paese moderno – si sono acuiti, come dimostrano la denuncia della Commissione Ue e il ricorso pendente in Corte di Giustizia.
LE PAROLE DEL PRESIDENTE ANIEF
“Bisogna affrontare e risolvere questi problemi una volta per tutte – ha detto Pacifico al ministro Fioramonti – mentre lo stesso decreto salva-precari, approvato salvo-intese dal Consiglio dei Ministri il 7 agosto scorso, concertato con le organizzazioni sindacali firmatarie del CCNL 2016/2018, mai pubblicato in Gazzetta Ufficiale, deve costituire soltanto un punto di partenza perché non intacca il problema della supplentite. Per questo abbiamo presentato all’attuale ministro una proposta articolata in 25 punti da tradurre in un decreto salvascuola ad hoc e nella prossima legge di stabilità così da sconfiggere la piaga della precarietà, valorizzare tutto il personale della scuola e migliorare la didattica”.
MAI COSÌ TANTI DOCENTI PRECARI
Nella memoria consegnata al ministro dell’Istruzione dalla delegazione Anief, si è partiti dalla stretta attualità, dai docenti precari che mai erano stati così tanti nella storia della scuola pubblica italiana. Si è ricordato che la situazione è cominciata a precipitare quando, nel 2012, sono state chiuse le graduatorie ad esaurimento in modo definitivo. Da quel momento, “il numero dei contratti annuali o al termine delle attività didattiche, nonostante i piani straordinari di immissioni in ruolo, i concorsi ordinari (2012 e 2016) e straordinari (2018 secondaria e 2019 primaria), è raddoppiato da 105.300 unità nell’a. s. 2011/2012 a 205 mila unità nell’a. s. 2019/2020 (155 mila a.s.2018/19, + 31 mila assunzioni mancate, + 18 mila quota 100), mentre a fronte di 180.023 assunzioni a tempo indeterminato autorizzate negli ultimi quattro anni, ne sono state realizzate soltanto la metà (90.696). Nel frattempo, soltanto nell’a. s. 2018/2019 sono state assegnate più di 10 mila cattedre in supplenza fuori graduatoria attraverso le messe a disposizione, oggi anche di studenti universitari, nonostante ci siano più di 500 mila aspiranti docenti presenti nelle graduatorie di istituto che in origine, servivano soltanto per l’assegnazione di incarichi brevi e saltuari e per questo non erano provinciali”.
ATA SEMPRE DIMENTICATI
Per quanto riguarda il personale Ata, quest’anno si è deciso di stabilizzare soltanto i 12 mila lavoratori delle cooperative private, procedendo all’assunzione a tempo indeterminato di 7.759 unità a fronte di più di 40 mila contratti al termine al 30 giugni, della mancata attivazione di 20 mila posti previsti dai profili contrattuali, durante il blocco dei passaggi verticali, con 3 mila posti scoperti per il profilo di Direttore dei servizi generali e amministrativi.
GLI ALTRI PROBLEMI IRRISOLTI
Intanto, i posti affidati in reggenza al personale dirigente scolastico, nonostante le nuove immissioni in ruolo, superano oggi ancora le mille unità, rispetto ad una riduzione organica - pari a quella operata per i direttori amministravi - di un quarto degli organici attivati dieci anni fa (- 4 mila).
Infine, con la riforma universitaria del 2010 si è abolito il profilo del ricercatore universitario, per introdurre una nuova precarietà attraverso i contratti a termine di tipo A e di tipo B, nonostante ci siano più di 40 mila dottori e assegnisti di ricerca, docenti a contratto da inquadrare quali ricercatori universitari secondo quanto già definito dalla Carta europea dei Ricercatori.
Sul tema del precariato scolastico, si segnale come sia ancora attiva una procedura d’infrazione della Commissione Europea, proprio per abuso di contratti a termine, che fa seguito alle sentenze Mascolo, Motter, Rossato, e un ricorso pendente presso la Corte di Giustizia europea sul precariato universitario.
LE RICHIESTE DI ANIEF PER IL NUOVO DECRETO #SALVASCUOLA
Il giovane sindacato ha quindi consegnato una lista, composta da 25 punti, contenente le proposte da includere in un decreto #salva-scuola piuttosto che nel decreto già approvato salvaprecari che il ministro Lorenzo Fioramonti ha detto di volere rimodulare e migliorare, già all’indomani della sua nomina. “Sono proposte realizzate da chi ha a cuore la scuola, chi ci lavora e chi la vive ogni giorno – ha detto il presidente Anief -: potrebbero rappresentare una prima risposta per sconfiggere la supplentite e la precarietà che hanno caratterizzato il nostro sistema nazionale d’istruzione scolastica e universitaria”.
LA PROPOSTA ANIEF IN 25 PUNTI
- Estendere il Concorso straordinario bis e l’eventuale PAS per ogni ordine e grado, inclusa la specializzazione su sostegno, a tutto il personale con 24 mesi di servizio prestato nel sistema nazionale di istruzione.
- Aumentare il numero delle 24 mila assunzioni riservate a tutto l’organico su posto vacante rispetto alle attuali 200 mila supplenze annuali e al termine delle attività didattiche.
- Prorogare la validità delle graduatorie di merito ordinarie e consentire l’assunzione, a domanda, anche in altra regione da tutte le graduatorie concorsuali a patto di introdurre una mobilità straordinaria agevolata per consentire il rientro nella regione di appartenenza.
- Estendere il contratto al 30 giugno 2020 per il personale che ha avuto un contratto, anche se con riserva, al 30 giugno 2019.
- Garantire le prove suppletive del vecchio concorso a cattedra 2016 ai laureati ricorrenti esclusi, aumentare i posti di accesso agli attuali corsi universitari sul TFA sostegno, in considerazione della giurisprudenza attuale, e bandire concorsi regolari aperti sempre al personale laureato.
- Adeguare tutto l’organico di fatto all’organico di diritto, specialmente su posti di sostegno in deroga ottemperando alle richieste delle scuole, nel rispetto della giurisprudenza attuale.
- Riaprire annualmente le graduatorie ad esaurimento a tutto il personale abilitato, ivi inclusi i Diplomati magistrali, AFAM, ITP, e in caso di esaurimento delle graduatorie estendere il doppio canale di reclutamento a graduatorie di istituto provinciali, anch’esse aggiornabili annualmente anche al personale laureato.
- Confermare nei ruoli o riassumere il personale assunto con riserva e licenziato da graduatorie ad esaurimento, nel caso di superamento dell’anno di prova.
- Garantire l’immissione in ruolo su tutti i posti effettivamente vacanti e disponibili, inclusi quota 100, con nomine giuridiche dal primo di settembre 2019, e prevedere dal prossimo anno nomine dei supplenti annuali o al termine delle attività didattiche entro il 31 agosto di ogni anno con anticipo delle operazioni di immissioni in ruolo e mobilità.
- Programmare corsi abilitanti regolari, anche su posti di sostegno.
- Stabilizzare del personale ATA, educativo, dei facenti funzioni DSGA, degli assistenti all’autonomia e alla comunicazione con 24 mesi di servizio.
- Attivare i passaggi verticali per il personale ATA con concorsi riservati e per titoli ai facente funzioni e prevedere negli organici i profili as) e c) mai attivati come posti ulteriori su potenziamento.
- Estendere la graduatoria degli idonei dell’ultimo concorso a dirigente scolastico a tutti coloro che hanno superato le prove finali, e prevedere nuovi corsi riservati per tutti i contenziosi pendenti.
- Ripristinare la figura del ricercatore a tempo indeterminato con concorsi riservati ai candidati iscritti in apposito albo in possesso dei requisiti previsti dalla Carta europei dei Ricercatori con l’eliminazione delle mediane nella selezione dei professori associati e ordinari, non utili alla valutazione del merito delle pubblicazioni.
- Utilizzare 3 miliardi relativi ai risparmi attribuiti dalla legge 133/2008 nella prossima legge di stabilità per il rinnovo del CCNL al netto delle ulteriori risorse già stanziate dalla legge 145/2018 e da quelle previste nell’Intesa del 24 aprile 2019, per avvicinare gli stipendi alla media europea e garantire la parità di trattamento tra personale precario e di ruolo, anche relativamente alla ricostruzione di carriera e alla progressione di carriera dei neo-assunti dal 2011.
- Assegnare i posti alle scuole in base alle esigenze del territorio.
- Potenziare, specie al Sud, il tempo pieno e prolungato.
- Contrastare il fenomeno delle classi pollaio.
- Estendere l’obbligo scolastico a partire dall’età di 5 anni fino alla maturità.
- Reintrodurre l’insegnamento modulare nella scuola primaria e quello di sostegno nella scuola dell’infanzia, con la messa a regime negli organici del personale delle sezioni primavera.
- Ripristinare il tempo scuola tagliato dalla legge 133/2008 con l’introduzione, comunque, di un’ora aggiuntiva di educazione fisica nella scuola primaria e di educazione civica quale materia autonoma.
- Modificare la riforma sul sostegno con l’eliminazione delle nuove certificazioni e assegnare tutte le ore richieste dal PEI.
- Revisionare i profili professionali del personale ATA.
- Certificare come lavoro usurante quello del personale della scuola ai fini del pensionamento.
- Ripristinare le sedi Dsga e DS vigenti nel 2006 prima del dimensionamento scolastico.
Il presidente Pacifico ha auspicato che le proposte siano accolte dal Governo e si è reso disponibile ad approfondire ogni punto nei tavoli tecnici.
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