Il ministro Lorenzo Fioramonti ha dichiarato che l’Educazione civica entrerà tra le materie di studio dal prossimo anno scolastico e avrà anche il fine di istruire i ragazzi sulle competenze tecniche per l’utilizzo delle nuove tecnologie
Marcello Pacifico (Anief): Va bene, ma ci aspettiamo che queste ore di insegnamento siano reali, affidate a docenti specializzati e non improvvisati. Sottolineiamo come sia di primaria importanza dare risalto alle conoscenze della convivenza civile anche a livello europeo
Si torna a parlare d'insegnamento dell’educazione civica in tutti i cicli scolastici: lo fa il ministro dell'istruzione Lorenzo Fioramonti, annunciando una disciplina anche interattiva e che affronterà il rapporto con le intelligenze artificiali. Il ministro ha affermato: “L’Educazione civica, che entrerà tra le materie di studio dal prossimo anno scolastico, sarà strutturata in modo da far acquisire ai ragazzi competenze tecniche per l’utilizzo delle nuove tecnologie". “Ci sarà – ha continuato – una riflessione critica da sottoporre ai ragazzi di oggi, gli adulti di domani, in maniera che possano acquisire la giusta consapevolezza degli strumenti a disposizione. Non si dovrà parlare di intelligenza artificiale tout court, – ha concluso – ma si punterà a mettere in grado il futuro cittadino di essere consapevole delle strutture a sua disposizione. Sarà una materia, la nuova Educazione Civica, con un capitolo dedicato a questa tematica, una Educazione civica interattiva”.
Il parere dell’Anief
Anief ritiene che si continui a trattare l'educazione civica come un crogiolo di programmi di vario genere senza che ci si soffermi sull'aspetto più importante: la piena autonomia della disciplina, la quale invece viene inglobata all'interno di altre, esattamente come aveva, in maniera frettolosa, programmato l'ex ministro dell'istruzione Marco Bussetti. Già qualche mese fa, nel corso di un’audizione presso la Commissione Cultura della Camera, il sindacato aveva chiesto l’istituzione della disciplina come materia indipendente, quindi aggiuntiva alle attuali, con un minimo annuale di almeno 33 ore per la scuola primaria e 66 ore per la secondaria, affermando, inoltre, che “non si possono formare cittadini consapevoli e responsabili se non in una prospettiva più ampia che vada oltre i confini nazionali e conduca verso una coscienza eurounitaria”.
Il giovane sindacato, poi, torna ad affermare quanto sia necessario operare delle scelte che non sottraggano ore d’insegnamento per fare spazio all’educazione civica. Risulta necessario assegnare 33 ore l’anno reali che contengano riferimenti vivi all’Unione Europea. Importante, inoltre, affidare questo monte ore a insegnanti specializzati e non a docenti con una formazione estemporanea.
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