Ancora una volta, il giovane sindacato è protagonista del dibattito politico: analizzando la serie di emendamenti Anief al decreto 162/19, la I e V Commissione della Camera dei Deputati ha lasciato in ballo l’assunzione degli idonei del concorso per dirigenti scolastici (6.06, 6.29) e la riapertura delle GaE (6.41). Tra le proposte storiche volute o condivise dal presidente Anief, Marcello Pacifico, vanno al voto pure gli emendamenti riguardanti la stabilizzazione dei precari già assunti con riserva destinatari di sentenza (6.24), l’eliminazione delle classi pollaio (6.45), l’assunzione di mille unità di personale Ata (6.9), l’eliminazione della riduzione dei posti per le Graduatorie regionali di merito ad esaurimento, Grme (6.19, 6.20), l’attribuzione dei posti di ‘Quota 100’ alle Graduatorie di merito 2016 (6.15). Inammissibili, invece, le richieste di modifica formulate per il corso-concorso riservato ai dirigenti scolastici (1.37), per la deroga alla mobilità quinquennale (6.18, 6.34), per la proroga dei contratti all'estero (6.08) e per la riserva dei posti per dirigenti tecnici (6.05).
Scarica il documento ufficiale della Camera con tutte le proposte emendative.
A Montecitorio vengono reputati ammissibili all’esame diversi degli emendamenti Anief al decreto Milleproroghe - pubblicato in Gazzetta Ufficiale sulle “Disposizioni urgenti in materia di proroga di termini legislativi, di organizzazione delle pubbliche amministrazioni, nonché di innovazione tecnologica” - per evitare la catastrofe organizzativa e didattica della scuola. Un comparto sul quale incombe la prospettiva di individuare, il prossimo settembre, oltre 200 mila supplenti con contratto fino al termine dell’anno scolastico. Il sindacato autonomo aveva chiesto la copertura definitiva delle cattedre, proprio come risposta al boom della supplentite. E anche altre disposizioni, parte delle quali andranno ora al voto delle Commissioni di competenza.
Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “una situazione così difficile, mai così complessa, come quella che la scuola pubblica sta vivendo, rappresenta un problema serio, che la politica deve per forza di cose affrontare. Le nostre richieste, che non necessitano peraltro di particolari finanziamenti, garantirebbero, se approvate, la stabilizzazione di personale – docente, Ata e dirigente - già formato, scelto e pronto a subentrare su posti vacanti. E ridurrebbero di molto quel danno all’erario derivante dalla cronica violazione del nostro Stato della direttiva 1999/70/CE del Consiglio dell’UE, relativa all’accordo quadro CES, UNICE e CEEP sul lavoro a termine”.
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