La scuola non si è mai fermata e non si fermerà, anche se non si dovesse tornare in classe a maggio
Il presidente di Anief, Marcello Pacifico, conviene sulla necessità di attivare il monitoraggio richiesto dal ministro dell’Istruzione, Lucia Azzolina, e di rivedere le scelte prese dagli organi collegiali sulla programmazione a inizio d’anno scolastico, ma senza ricadere in incombenze inutili o inopportune.
L’INCHIESTA DI SKUOLA.NET E IL COMMENTO DI ORIZZONTESCUOLA
I docenti stanno facendo la loro parte: è questo il messaggio che arriva dal milione di insegnanti che, costretti a casa dal virus più invasivo del dopoguerra, continuano a rimanere in contatto e a formare i propri alunni. Lo dice un’inchiesta di Skuola.Net per la quale alle superiori ormai quasi tutti i docenti fanno didattica a distanza.
“Analoga la situazione probabilmente per medie di primo grado e primaria – scrive Orizzonte Scuola -. Comunque la si pensi, va dato atto della clamorosa e silenziosa alleanza tra insegnanti e studenti che in pochi giorni e con pochi mezzi e spesso senza una preventiva formazione burocratica hanno allestito il più grande ed efficace accampamento didattico in tempo di guerra”.
“Quello che si chiede ora alla burocrazia – continua la rivista specializzata - è: lasciateci fare, lasciateci lavorare ispirandoci alla libertà costituzionale di insegnamento, non assillarci con carte da compilare. Sappiamo noi come fare per raggiungere anche l’ultimo studente, per dirgli che ci siamo, che il prof c’è, e che se non può seguire la lezione online”. Perché “se lui o lei non possono seguire le lezioni, possono sapere che la scuola c’è, c’è ora un indirizzo istituzionale per ogni docente, al quale si possono rivolgere per allacciare un contatto con il loro inseparabile smartphone”.
La verità è che “la scuola c’è, e più aperta di prima: i docenti hanno rinunciato in questi giorni anche al giorno libero oltre che alla domenica. Ci lascino lavorare senza costrizioni, non emanino altre Circolari, lascino fare al buon senso e alla professionalità degli insegnanti della quale in queste ore sono testimoni milioni tra mamme, papà e nonni. Ci sono anche dei problemi, ma questi c’erano anche prima e ce ne saranno, ma non è questo il momento di aggravarli con altra burocrazia”. Significa che non si può chiedere ai “docenti di seguire pedissequamente l’orario tradizionale, infliggendo loro e soprattutto agli alunni cinque, sei ore consecutive davanti a uno schermo. Questo è disumano e contrario ai principi elementari delle neuroscienze”.
LA NOTA MINISTERIALE, L’INTENVENTO DEI DD.SS. E LA POSIZIONE DI ANIEF
Sulla didattica a distanza è intervenuto il Ministero dell’Istruzione con la nota n. 388 del 17 marzo scorso, a seguito della quale si sono adoperati diversi dirigenti scolastici per procedere al monitoraggio delle attività a distanza svolte dal personale docente, alla riprogrammazione curricolare e all’utilizzo del registro elettronico.
A proposito dei punti citati, il sindacato ritiene legittimo e utile, alla luce della situazione emergenziale, l’attuazione di un monitoraggio per ognuno degli 8.200 istituti scolastici su come stanno procedendo le varie attività formative realizzate a distanza o in programmazione. È corretto anche suggerire agli insegnanti una riprogrammazione delle scelte curricolari prese, ma soltanto dopo una dovuta verifica in quei consigli di classe, dipartimenti d’istituto, collegi consultati a inizio anno scolastico, anche per capire quali nuove strategie, criteri di valutazione e strumenti adottare. In merito all’utilizzo del registro elettronico, bisogna sottolineare come la firma sul registro o l’attestazione della presenza degli alunni a dirette streaming, ancor di più se vincolate all’orario di servizio relativo alla precedente didattica in presenza, risultano improprie e inutili rispetto al fine che s’intende perseguire durante questa delicata fase dell’anno scolastico.
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