Il decreto scuola 22 dell’8 aprile scorso, Atto n. 2525, è diventato legge: l’aula di Montecitorio ha dato il suo assenso, con 145 voti a favore e 122 contrari. Nel decreto indicazioni su Esami di Stato, valutazione finale, inizio anno scolastico 2020/21, voti alla scuola primaria, tutele per gli alunni con disabilità, modifiche alla prova scritta del concorso straordinario, graduatorie di istituto provinciali. Secondo l’Anief il piano predisposto per il ritorno in classe e per rispondere alla piaga del precariato non è sufficiente. Era necessario un piano di investimenti urgente, anche in relazione all’emergenza coronavirus: quando a fine estate torneranno sui banchi oltre otto milioni di alunni e un milione e 300 mila tra docenti, Ata e dirigenti, se ci si fermerà a questo piano, ci renderemo conto dell’errore fatto.
Marcello Pacifico, presidente Anief: “Servivano fondi specifici per eliminare le classi pollaio, nuovi spazi per accogliere gli alunni eccedenti, organici maggiorati di almeno 200 mila unità tra docenti e Ata, un piano straordinario di assunzioni con effetto immediato direttamente dalle graduatorie esistenti, finanziamenti maggiori per il rientro in sicurezza. Siccome tutto questo non è stato fatto, a settembre si rischia sempre più di continuare ad assistere ad una didattica incompleta, con improbabili turnazioni, lezioni ancora a distanza, con la lunga scia dei disagi che continuerà ad avere come prime ‘vittime’ gli alunni appartenenti a famiglie povere e con disabilità”.
Diventa legge il decreto scuola: si tratta di un provvedimento deludente e che non introduce disposizioni risolutive e si basa su investimenti inadeguati rispetto alle esigenze. Era e rimane prioritario iniziare dalle classi con numeri ridotti, quindi con non oltre 15 alunni, passando per delle strutture edilizie conformi anche alle nuove necessità epidemiologiche. Degli otto miliardi di euro minimi necessari per una ripartenza adeguata, invece, ne è arrivato solo uno e mezzo. Ma serviva anche l’introduzione di procedure, come quella concorsuale, che non fanno altro che incrementare le discriminazioni tra il personale, con i precari che continuano a portare avanti il loro lavoro indefessi ma senza alcuna prospettiva di stabilizzazione. Anief ha colto il malcontento dei lavoratori a tempo indeterminato e determinato, indicendo quindi lo stato di agitazione di tutto il personale scolastico.
LE NOVITÀ IN ARRIVO
Il concorso straordinario secondaria per il ruolo, passato da 24.000 a 32.000 posti, prevede una prova scritta da superare con il punteggio minimo di sette decimi o equivalente. Il programma di esame rimane quello previsto dal bando, distinto per classe di concorso e tipologia di posto. La prova sarà articolata in quesiti a risposta aperta. Di conseguenza, sono state sospese le domande di partecipazione al concorso con prova computer based.
Per i posti comuni, i quesiti del nuovo concorso riguarderanno: valutazione delle conoscenze e competenze disciplinari e didattico-metodologiche; capacità di comprensione del testo in lingua inglese. Per i posti di sostegno, si chiederanno competenze sulle metodologie didattiche da applicarsi alle diverse tipologie di disabilità; sulla valutazione delle conoscenze dei contenuti e delle procedure volte all’inclusione scolastica degli alunni con disabilità; sulla comprensione del testo in lingua inglese. Nel corso della prova, inoltre, saranno accertate le conoscenze informatiche del candidato.
La prova, che a detta della ministra dell’Istruzione si svolgerà appena le condizioni epidemiologiche lo consentiranno, sarà svolta nel corso dell’anno scolastico 2020/21. È stato approvato anche un altro emendamento per la specializzazione sul sostegno: per chi ha 3 anni di servizio su sostegno non dovrà superare la preselettiva per essere ammesso al TFA. Ai vincitori di concorso immessi in ruolo nel 2021/2022 che rientrano nella quota di posti destinati all’anno scolastico 2020/2021 sarà riconosciuta la decorrenza giuridica del contratto, anche ai fini dell’anzianità, dal 1° settembre 2020.
Per quel che riguarda gli esami di Stato scuola secondaria di I grado, il decreto prevede che il ministero con provvedimento specifico modifichi l’impianto dell’Esame che sarà fatto a distanza. Con la valutazione finale da parte del Consiglio di classe, prevedendo la consegna anche di un elaborato da parte degli studenti. Per la scuola secondaria di II grado è previsto il solo colloquio orale, fermo restando la necessità di raggiungere almeno il punteggio di 60/100 per ottenere il diploma. Tutti gli studenti avranno la possibilità di partecipare agli esami.
Per l’ammissione all’anno scolastico successivo, il decreto prevede che tutti gli alunni possano essere ammessi, ma tutti saranno valutati, nel corso degli scrutini finali, secondo l’impegno reale. Non ci sarà il meccanismo dei debiti alla secondaria di II grado. All’inizio di settembre, infatti, invece degli abituali corsi di recupero delle insufficienze, sarà possibile, per tutti i cicli di istruzione, dalla primaria fino alla classe quarta del secondo grado, recuperare e integrare gli apprendimenti: ciò che non è stato appreso, o appreso in parte quest’anno, potrà essere recuperato/approfondito all’inizio del prossimo. Ci sarà particolare attenzione ai ragazzi con disabilità e a quelli con bisogni educativi speciali.
La legge approvata consente di lavorare, da subito, anche al nuovo anno scolastico dando al dicastero di viale Trastevere gli strumenti per operare con rapidità e di raccordarsi, ad esempio, con le Regioni per uniformare il calendario di avvio delle lezioni. Per le graduatorie d’istituto, il cui aggiornamento era stato inizialmente posticipato al 2020/21, un emendamento ha modificato l’articolo prevedendo l’aggiornamento immediato e la trasformazione in graduatorie provinciali.
Via libera anche alla didattica a distanza garantita a tutti gli studenti: la DaD diventa quindi obbligatoria per decreto. Dal prossimo anno la valutazione della primaria sarà fatta con giudizi e non più con voti numerici. Altri emendamenti riguardano l’edilizia scolastica: sarà dato maggior potere di manovra agli enti locali per velocizzare le procedure e agire in maniera rapida in vista della riapertura a settembre delle scuole. Risorse e sburocratizzazione sono le condizioni per far velocizzare gli interventi edilizi da attuare.
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