La scuola è iniziata nella maggior parte delle regioni da ormai un mese e mezzo. Eppure, tanti posti da docente non sono ancora stati assegnati: rimangono vuoti oppure sono stati coscienziosamente assegnati, in via del tutto temporana, a dei precari consapevoli che avrebbero lasciato la mano. Considerando le province di tutta Italia, si stima che sono migliaia i supplenti annuali ancora da nominare. Con molti istituti scolastici costretti, per questo motivo, a praticare l’orario settimanale provvisorio ridotto. La situazione peggiore, come da tradizione italica, è quella del sostegno agli alunni disabili.
In pratica, anche cambiando regione il risultato rimane immutato: per assegnare una supplenza annuale, con scadenza 30 giugno 2021 o 31 agosto 2021, occorre convocare dieci precari regolarmente collocati in quelle graduatorie. Ma perché è avvenuto questo? Prova a rispondere il leader dell’Anief, Marcello Pacifico: “I motivi dell’alto numero di defezioni – dice il sindacalista autonomo – dipendono quest’anno anche dal fatto che, evidentemente, tanti docenti precari non se la sono sentita di lasciare i loro affetti, la loro terra e le loro sicurezze proprio nei giorni di piena ascesa dei casi di contagio Covid19. Di suo, va aggiunto, l’amministrazione ha determinato un’organizzazione delle graduatorie davvero pessima, che trova l’apice nella Legge 128/2013, la quale giustifica l’assegnazione di una cattedra di sostegno su tre ai docenti supplenti. Ma poi nel computo va messa anche la carenza di docenti specializzati nell’insegnamento ai disabili, per combattere la quale il Governo ha indicato la necessità di investire oltre un miliardo della prossima Legge di Bilancio per assumere 25 mila nuovi docenti di sostegno”.
Dopo le mancate immissioni in ruolo è arrivato il turno delle mancate supplenze. Secondo l’ex numero uno del ministero dell’Istruzione, Marco Bussetti, quando convocati dall’Ust di Milano, da lui diretto, “numerosi docenti” avrebbero “rinunciato o si sono dichiarati assenti. Tanto è vero che complessivamente sono state inoltrate “112.000 domande e oltre 11.000 nomine”.
IL PARERE DEL PRESIDENTE ANIEF
“In generale - spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief - sul ‘piatto’ pesa, nemmeno poco, il mancato inserimento nelle Gps di tanti docenti, spesso anche pluri-qualificati. Questi, continuano ad essere inseriti, invece, nelle graduatorie d’Istituto, con importanti limiti numerici sulle sedi esprimibili. Così, alla fine le sedi ancora scoperte, magari alle soglie dell’inverno, vengono assegnate tramite la lotteria delle Mad, le domandine di Messa a disposizione prodotte da docenti precari, non di rado alla loro prima esperienza dietro la cattedra. Successivamente, anche nel mese di gennaio, come è accaduto nel passato anno scolastico, si arriva a convocare uno o più insegnanti precari addirittura tramite appelli dei presidi ‘postati’ sui social media”.
QUELLE MANCATE VOLONTÀ
“La pratica di cercare i supplenti utilizzando canali di comunicazione moderna, la dice lunga sull’impossibilità, da parte di chi governa la scuola, di volere cancellare il precariato e di coprire davvero le cattedre dal primo giorno di scuola, così da centrare finalmente la continuità didattica. Perché, altrimenti, avrebbero cassato a priori, ai fini delle assunzioni, i concorsi per titoli e precluso l’accesso nelle GaE e nelle Gps dei docenti titolati? Se poi ricordiamo che sono tre anni consecutivi che sulle immissioni in ruolo non si va oltre un misero 30% delle cattedre già assegnate per il tempo indeterminato dal Mef, si comprende – conclude Pacifico - cosa c’è veramente dietro il difficile reperimento dei supplenti della scuola italiana”.
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