C’è anche la soluzione per i docenti di Religione tra le osservazioni inviate dall’Anief alla Commissione Cultura della Camera sulla “Proposta di Piano nazionale di ripresa e resilienza”, nell’ambito delle risorse del Recovery Plan, presentata in questi giorni dal premier uscente Giuseppe Conte. Anief fa rilevare ai deputati che per il sistema di reclutamento dei docenti è necessario non solo prevedere concorsi triennali ordinari, come disposto dall'art. 3, comma 2 della Legge 186/2003, ma garantire l'accesso di tutti gli idonei nelle graduatorie di merito. Quindi, sia coloro che sono risultati idonei nell’ultimo concorso sia i candidati che verranno valutati tali nella prossima procedura, prevista entro il corrente anno, devono essere gradualmente immessi in ruolo. Inoltre, Anief ritiene particolarmente urgente, visti i ‘lavori’ per il varo del prossimo bando concorsuale, previsto dalla Legge 159 del 2019, tener conto che i colleghi over 36 mesi, già provvisti di idoneità dai loro Ordinari diocesani, necessitano di un percorso riservato sempre alle assunzioni a tempo indeterminato.
Con il concorso docenti religione bloccato a causa della crisi di Governo, gli insegnanti di religione cattolica attendono novità per il proprio futuro: “novità potrebbero arrivare già dal prossimo decreto Milleproroghe”, scrive la rivista specializzata Orizzonte Scuola.
Anief ricorda che la media nazionale di precariato tra i docenti di religione è più che doppia rispetto alle altre discipline: addirittura più alto del comparto del sostegno, che si contraddistingue per il 40% di supplenze annuali. Negli ultimi 15 anni si sono infatti creati oltre 10 mila precari di Religione. Nelle passate settimane, durante il congresso nazionale, Anief ha approvato una mozione con la quale ha chiesto di stabilizzare i docenti della categoria, che soffrono professionalmente come nessun altro in Italia il fenomeno della supplentite.
Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “i tempi sono maturi per attuare una procedura concorsuale che preveda il riconoscimento del percorso e del servizio specifici svolti dai singoli docenti di Religione, perché vengano quindi anche valutati. Il valore, la dignità e la professionalità di migliaia di insegnanti vanno valorizzati, non di certo emarginati. Tutti i supplenti con 36 mesi di servizio devono quindi accedere a un concorso riservato”.
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