“È assurdo pensare di votare davanti alle scuole per le elezioni amministrative e impedire però il voto al loro interno per il personale della scuola, al fine di rinnovare un organismo istituzionale per il quale è stata individuata già la componente non elettiva che si insedierà a settembre. A maggio, ad esempio non ci sarebbero grandi problemi”: lo afferma Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, dopo il rinvio degli insediamenti delle commissioni elettorali del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione comunicato con una Nota ufficiale dal ministero di viale Trastevere in vista del voto da tempo fissato per il prossimo 13 aprile.
La decisione del rinvio dei componenti del Cspi è stata emessa in attesa di una nuova ordinanza del nuovo ministro Patrizio Bianchi, che in questo modo ha accolto le richieste degli altri sindacati firmatari. Il ministero dell’Istruzione ha comunicato che “nelle more di un eventuale intervento normativo di proroga della componente elettiva” e “di intesa con l’Ufficio di Gabinetto di questo Ministero, tutti i termini della procedura elettorale sono sospesi”. Lo stesso dicastero annuncia che produrrà anche “una nuova ordinanza di sospensione dei termini” e che “qualora fossero state costituite commissioni elettorali di istituto le medesime pur non potendosi insediare potranno essere mantenute in attesa di nuove indicazioni sulla procedura”.
Secondo Anief, l’organo di garanzia dell'unitarietà del sistema nazionale dell'istruzione doveva e poteva essere rinnovato. Perché se le scuole sono aperte e il personale è in servizio non si capisce perché non si possano rinnovare i consiglieri del Cspi, il cui operato è fondamentale nelle scelte che prende e nelle norme che approva l'amministrazione scolastica. Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “c’erano e rimangono tutti i presupposti per nominare la componente non elettiva, svolgere quindi le elezioni di tutti gli altri organi collegiali permettendo le operazioni di voto di 1,3 milioni di insegnanti, educatori e amministrativi. Non farlo significa ledere la dignità del personale della scuola che in presenza e a distanza garantisce il diritto allo studio. La democrazia non si può rimandare a data da destinarsi. Il voto non può andare oltre il mese di maggio”.
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