Ha prevalso la logica: ogni Regione dovrà vaccinare non solo la popolazione residente ma anche chi vive in quel territorio per motivi di lavoro. A prevederlo è un’ordinanza firmata dal commissario per l’emergenza Francesco Figliuolo. Si chiude dunque il capitolo che ha visto moltissimi docenti e lavoratori della scuola fuori sede esclusi dalle liste di vaccinazione: solo in un secondo momento alcune Regioni hanno adottato una misura per consentire ai pendolari di farsi somministrate il vaccino.
Anief plaude alla decisione del neo commissario straordinario: il giovane sindacato ha sempre ritenuto inaccettabile la differenziazione di trattamento del personale scolastico. Non è un caso se si batte, in tutte le sedi e dalla sua fondazione, per garantire gli stessi diritti del personale non di ruolo rispetto a quello di ruolo. “Allo stesso modo – spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief - la pretesa di dovere raggiungere la Regione dove si è residenti per essere vaccinati contro il Covid non poteva che essere un grossolano errore. Nella scuola, con quella limitazione, si rischiava di penalizzare tantissimi docenti e Ata, decine e decine di migliaia, che teoricamente sarebbero state costrette dallo Stato a mettersi in viaggi, in piena pandemia, per accedere alla vaccinazione di cui hanno diritto. Ma lo Stato è anche quello che dice che per ridurre i contagi è meglio evitare gli spostamenti, soprattutto tra Regioni. Ecco perché ha prevalso la ragione. E il diritto alla salute”.
Con l’ordinanza del commissario straordinario viene messo nero su bianco a livello nazionale quello che sull’effettuazione dei vaccini tutti pensavano, meno il Governo. “In attuazione del piano strategico nazionale dei vaccini - si legge nell’ordinanza – ciascuna regione o provincia autonoma proceda alla vaccinazione non solo della popolazione ivi residente ma anche di quella domiciliata nel territorio regionale per motivi di lavoro, di assistenza familiare o per qualunque altro giustificato e comprovato motivo che imponga una presenza continuativa nella regione o provincia autonoma”.
Il sindacato Anief prende atto del cambiamento di rotta del Governo. E se ne compiace, poiché figura tra i primi ad avere denunciato l’incongruenza. Tuttavia, ricorda anche che gli esclusi dalle vaccinazioni rimangono i tirocinanti su sostegno, pure loro impegnati in attività didattiche formative quotidiane, quindi di certo esposti al rischio contagio, ma inspiegabilmente esclusi dal programma nazionale e locale di vaccinazione. E anche molti lavoratori ‘fragili’ rischiano di vedersi rinviare la somministrazione: tra costoro figurano molti degli oltre 300 mila over 55 docenti e Ata, che dopo Pasqua dovranno anche quasi tutti riprendere l’attività didattica in classe. Rimane poi in vigore l’ingiustificata ‘tassa’ sulla malattia, che molti lavoratori sono costretti a prendere proprio dopo avere effettuato il vaccino AstraZeneca: una sottrazione di una quota dallo stipendio che non ha alcuna giustificazione.
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