Marcello Pacifico (Anief): “Non è proprio quello che avevamo chiesto noi, perché la prova al computer rappresenta un allungamento dei tempi per valutare delle competenze che il candidato ha già ampiamente dimostrato di possedere nel corso degli anni di supplenza. Le graduatorie già esistono e si può già attingere da quelle, anche dalle Gps qualora quelle ad esaurimento siano prive di candidati come spesso avviene. L’Italia, allo stesso tempo, sembra però anche volere procedere verso quel processo di semplificazione di quelle procedure anacronistiche dei concorsi pubblici che ci hanno portato all’attuale numero inaudito di cattedre vacanti e supplenti perennemente al palo. L’ideale sarebbe però introdurre un concorso riservato per soli titoli e servizi, anche perché il tempo per evitare il peggio, con effetti disastrosi per la didattica ed i nostri alunni, è davvero poco”.
Il piano che l’Italia si appresta a consegnare alla Commissione europea prevede un reclutamento straordinario, con un processo normativo sarà avviato nel 2021 e concluso nel 2022. La procedura si basa sulla valutazione dei titoli culturali e di servizio e sullo svolgimento di una prova computer based sulla base di una graduatoria per coprire tutti i posti vacanti e disponibili”. Il modello che si sta introducendo prevede che “per i vincitori immessi nelle cattedre” si attuerà “un anno di formazione on the job e prova finale, il cui superamento determina l’immissione in ruolo a tempo indeterminato. La prova conclusiva è di tipo idoneativo affinché l’insegnante venga confermato nel posto in cui è stato immesso dovendo permanerci per almeno un triennio”.
Sull’assunzione prioritaria dei precari storici sembrano avere avuto in parte effetto le richieste dell’Anief, l’ultima delle quali inoltrata questa mattina: nel piano del Recovery Plan da 221,5 miliardi di euro che l’Italia si appresta ad approvare, nelle prossime ore tramite il Consiglio dei Ministri e poi in Parlamento, viene confermato che la missione Istruzione e ricerca assorbirà 31,9 miliardi (il 17% delle risorse totali): una parte di queste risorse serviranno ad attuare “una revisione finalizzata a poter coprire, con regolarità, le cattedre disponibili con insegnanti di ruolo”.
Nel testo che il CdM si appresta ad approvare c’è scritto che “per favorire in concreto la formazione continua e l’aggiornamento occorre un sistema di incentivi che si fondi sull’idea di una progressione di carriera dell’insegnante basata sulla misurazione del rendimento e sulla disponibilità di incrementarlo passando attraverso percorsi di autovalutazione, valutazione e recupero personalizzato delle competenze. Il nuovo modello di reclutamento degli insegnanti sarà collegato ad un ripensamento della loro formazione iniziale e durante tutta la carriera”.
Fonte: Orizzonte Scuola
Fonte: Orizzonte Scuola
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