Nel pomeriggio di oggi è previsto un tavolo tecnico al ministero dell’Istruzione sul reclutamento, uno dei temi caldi per il mondo della scuola. Al momento, ricorda la stampa specializzata, sono quasi 100mila le cattedre vacanti: 93mila già note a cui vanno aggiunti 27mila pensionamenti e 5mila docenti di sostegno. Il governo punta ad una maxi sanatoria di precari per colmare i vuoti di organico. La fetta più consistente di cattedre vacanti è in Lombardia: oltre il 20% del totale, poi seguono Lazio e Emilia Romagna con oltre l’8%.
Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, ricorda che i contratti a termine risultano una pratica ingiusta, anacronistica e che pure il Comitato europeo per i diritti sociali di Strasburgo, accogliendo il ricorso Anief n. 146/2017 sull’illegittimità della reiterazione dei contratti a termine nella scuola, ha bocciato senza se e senza ma: la verità è che bisogna finirla col tenere chiuse le GaE, col non utilizzare le Gps per le immissioni in ruolo, e col dire no ai concorsi riservati per titoli e servizi. Serve, davvero subito, organizzare un canale speciale di assunzione dedicato ai precari con almeno due anni di servizio. Speriamo vivamente che con la riforma dei concorsi statali, promossa in questi giorni dalla Funzione Pubblica, contenuta nell’articolo 10 del Decreto Legge del 1° aprile, n. 44, appena pubblicato in Gazzetta Ufficiale, il vento possa cambiare. In caso contrario, a settembre stavolta rischiamo davvero il collasso del sistema d’istruzione pubblico”.
L’attenzione della scuola è tutta per il discutibile rientro in classe degli alunni fissato tra una settimana, il 26 aprile. Presto, però, si concentrerà sul prossimo anno scolastico e sul record di cattedre prive di titolare. Vi sono, infatti, almeno 130 mila cattedre vacanti e un numero non molto più basso in organico di fatto, con circa 80 mila posti in deroga sul sostegno. Numeri da capogiro, che non possono più essere aggirati con le norme ordinarie. “L’assunzione di quasi 100mila precari costerebbe più di 3,5 miliardi di euro. Più probabile, dunque, un maxi piano su base triennale: 70-80mila subito, il resto nell’arco dei prossimi 2 anni”, scrive oggi Orizzonte Scuola.
Anief reputa che il problema dei costi non sia, però, più giustificabile. Continuare così rischia di produrre effetti devastanti sul piano della didattica. Ma non solo, perché si fa sempre più incalzante la pressione della Commissione europea, a seguito della sempre più evidente violazione da parte dello Stato italiano della Direttiva 1999/70/CE. Con l’ultima lettera di costituzione in mora complementare ex art. 258 TFUE, infatti, proprio la Commissione UE ha esortato “l’Italia a prevenire l’abuso di contratti a tempo determinato e ad evitare condizioni di lavoro discriminatorie nel settore pubblico”.
Il problema è che nel nostro paese non vi sono più garanzie sufficienti per impedire le discriminazioni in relazione alla stabilizzazione e all’anzianità di servizio. Se l’Italia non risponderà con i fatti, si fa sempre più consistente l’assegnazione da parte dell’UE di una multa “salata” per inadempimento davanti alla Corte di Giustizia delle Comunità Europee.
Fonte: Orizzonte Scuola
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