Nel Decreto Sostegni bis approvato dal Consiglio dei Ministri il 20 maggio scorso c’è una novità peggiorativa per i docenti che chiedono trasferimento: l’articolo 58, comma 2- lettera f), prevede che dal prossimo anno scolastico, qualsiasi spostamento di sede, sotto forma di trasferimento, comporterà il vincolo a rimanere fermi un triennio nella nuova sede. Il vincolo nell’ultimo periodo introdotto solo per chi veniva soddisfatto in modo “puntuale” nella richiesta, sulla sede scolastica precisamente indicata nella domanda, adesso viene esteso anche alle richieste più generiche, prodotte per Comuni o Distretti. Tutto questo si giustifica per garantire “la continuità didattica”: quella che però nei fatti le scuole disattendono in modo sistematico, poiché i docenti cambiano con facilità estrema le classi pur rimanendo nello stesso istituto.
Marcello Pacifico (Anief): “Si vuole imporre una norma per legge, senza un confronto con la parte sindacale e quindi che venga attribuita per via contrattuale. Dal momento che il Decreto Sostegni bis deve ancora essere pubblicato in Gazzetta Ufficiale ed è successivamente atteso da una analisi nelle commissioni parlamentari, confidiamo nella sua cancellazione. Noi, di certo, daremo questa opportunità a deputati e senatori, facendo da tramite per la presentazione di un emendamento ad hoc. Come con il vincolo quinquennale, ridotto solo a tre anni, ci troviamo di fronte a dei paletti che non hanno motivo di esistere, perché in questo caso si oppongono al diritto alla famiglia che, in presenza di posti vacanti e disponibili, non può essere negato da modalità pseudo-punitive derivanti da chissà quale pregiudizio”.
I docenti della scuola pubblica speravano nella cancellazione dei vincoli al trasferimento. Adesso, però, scoprono che stanno aumentando. È il caso della decisione del Governo, tramite il Decreto Sostegni bis, di confermare l’obbligo di permanenza triennale nella nuova sede ai docenti che presentano domanda di mobilità volontaria e risultano soddisfatti su preferenza analitica, allargandolo ora anche agli altri. Nessuno, se dovesse essere approvata la norma, non potrà in futuro presentare una nuova istanza (volontaria) di trasferimento e/o di passaggio di ruolo/cattedra, per i successivi tre anni. Secondo la stampa specializzata è “una norma che non mancherà di suscitare polemiche, anche se è difficile comprendere l’applicazione fino a quando non sarà concretamente realizzata: si pensi solo al docente che pur di rientrare nella provincia indica qualsiasi sede ma poi rimane vincolato per almeno tre anni seppure non sia la sede desiderata”.
LA DISPOSIZIONE DEL DECRETO SOSTEGNI BIS
L’articolo 58, comma 2- lettera f), del decreto sostegni-bis, al fine di garantire la continuità didattica agli alunni, interviene sul citato vincolo triennale, disponendo che: […] Al fine di tutelare l’interesse degli studenti alla continuità didattica, i docenti possono presentare istanza volontaria di mobilità non prima di tre anni dalla precedente, qualora in tale occasione abbiano ottenuto la titolarità in una qualunque sede della provincia chiesta.
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