L’imminente introduzione per decreto del green pass allargato all'italiana favorirà le vaccinazioni contro il Covid19: è questa la convinzione delle Regioni, preoccupate di immunizzare decine di milioni di italiani che mancano ancora all’appello e dopo avere accertato che molti non hanno effettuato nemmeno la prima dose. Tra questi ultimi vi sono anche 221.354 dipendenti della Scuola, tra docente e Ata, con appena duemila che hanno provveduto negli 7 giorni prima. Alcuni governatori sono preoccupati: in Sicilia, ad esempio, il 43% della popolazione non sarebbe vaccinata.
Marcello Pacifico, presidente Anief, sostiene che per la scuola “si sta spostando l’attenzione tutta sui vaccini del personale, come se questo risolvesse il problema dei rischi di contagio: non è certo vaccinando il docente e il collaboratore scolastico che abbiamo chiuso la questione. Perché nelle classi vi sono anche 30 alunni, che sotto il 12 anni non possono nemmeno essere vaccinati. E allora? La soluzione, lo ripetiamo da tempo, è quella di allargare gli spazi scolastici e sdoppiare le classi, mantenendo il secondo gruppo però in presenza e non più in dad. Questo modello avrebbe effetti benefici immediati sul pericolo di trasmissione del Covid, ma anche sulla sicurezza in generale visto che molti istituti non sono in possesso nemmeno delle certificazioni antisismiche. E poi sul recupero degli apprendimenti, alla luce dei dati, seppure scontati, pubblicati in questi giorni dall’Invalsi. Il bello – continua Pacifico – è che abbiamo l’opportunità di ridurre davvero il numero di alunni per classe, utilizzando per cinque anni i miliardi del Pnrr in arrivo da Bruxelles. Però su questo nessuno proferisce verbo. Mentre sale la richiesta, da più parti, di introdurre una legge che vaccini in modo coatto docenti e Ata, come se in questo modo si debelli definitivamente il rischio di contrarre il virus”.
Campagne di sensibilizzazione e green pass: sono le strade che gli enti locali starebbero chiedendo di prendere per convincere gli italiani a fare il vaccino anti Covid19. “La sfida per le Regioni di immunizzare decine di milioni di italiani che mancano ancora all'appello – scrive l’Ansa - passa dalle campagne di informazione - che appaiono carenti -, ma anche da provvedimenti come il green pass allargato in arrivo la prossima settimana e da misure come i controlli all'ingresso dei turisti in Sardegna, con un'ordinanza in preparazione. Quest'ultima è una delle 5 Regioni che rischiano la zona gialla, in attesa di nuovi criteri per i cambi di colore basati sui ricoverati”. Il governo sarebbe a questo scopo pronto a varare “il decreto con le nuove misure, una volta analizzati i dati con gli esperti”.
Anief continua a ritenersi contraria a qualsiasi obbligo di vaccinazione, non certo per motivi ideologici, ma semplicemente perché la vera priorità rimane quella si svolgere le lezioni a scuola in sicurezza in ambienti sufficientemente ampi. Nessun riferimento, del resto, è stato sinora fatto dai rappresentanti del Governo sull’obbligo vaccinale: lo stesso ministro della Salute, Roberto Speranza, ha ricordato qualche giorno fa che fino ad oggi "siamo all'85% di persone che operano nelle scuole che hanno ricevuto almeno la prima dose: è sbagliato far passare un messaggio che non riconosca che siamo di fronte a un dato robusto. Detto questo dobbiamo ancora lavorare perchè questo numero possa salire". Ma non è obbligandoli che si potrà risolvere la questione. Ancora di più perché il Garante della Privacy si è espresso sul fatto che “è illegittimo per il datore di lavoro chiedere i dati delle vaccinazioni ai propri lavoratori, a meno di un intervento legislativo”.
Marcello Pacifico, leader Anief, ricorda, infine, che “l’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa ha fatto sapere ai Paesi membri che occore garantire che i cittadini siano informati sul fatto che la vaccinazione non è obbligatoria e che non è possibile politicamente, socialmente o in altro modo mettere sotto pressione i cittadini e i lavoratori per farsi vaccinare, se non desiderano farlo in solitudine. Stiamo parlando di diritti costituzionali, non di opinioni personali. Non permetteremo che vengano meno per fare spazio ad opinabili ideologie politiche. Il ritorno in sicurezza passa per l’aggiornamento del contratto sulla sicurezza in vigore nelle scuole, sviluppato sulla base delle linee guida introdotte un anno fa con un protocollo condiviso a livello nazionale: in quell’accordo c’erano concetti come lavoro agile, rivisitazione dei criteri del dimensionamento scolastico, reclutamento per favorire la continuità didattica. Si riparta da lì, non da imposizioni prive di fondamenti costituzionali”, conclude il sindacalista autonomo.
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