“Sto lavorando per raggiungere impegni importanti che riguardano il tema salariale, la formazione e la partecipazione”: sono dichiarazioni importanti quelle rilasciate dal ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi durante ‘Futura 2021’. Il ministro ha aggiunto: “Il Governo non solo soltanto io e questo riguarda appunto il Governo e le sedi appropriate”. A questo proposito, l’8 settembre, le organizzazioni sindacali e il Ministro Bianchi si sono incontrate per l’atto di indirizzo da inviare all’ARAN. Seguiranno altri incontri nelle prossime settimane. Al momento, il punto di partenza è il Patto per l’innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale, sottoscritto in data 10 marzo 2021. Per l’istruzione il piatto piange: dovrebbero essere previsti 1,7-1,8 miliardi, che garantirebbero – al netto di eventuali risorse aggiuntive – circa 87 euro di incremento medio loro mensile, compreso l’elemento perequativo da 11,50 euro medi previsto dal precedente Ccnl 2016-2018. Una cifra che dunque non avrebbe il favore dei lavoratori della scuola, senz’altro, commenta Orizzonte Scuola.
Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, sostiene che “non ci si può ripresentare con un aumento contrattuale attorno al 3,5%, come l’ultima volta. Il personale della scuola merita incrementi importanti, che portino le loro buste paga ai livelli europei e Ocse. Servono almeno 200 euro in più di media, ma siccome bisogna anche pensare al recupero dei sette punti percentuali persi per via dell’inflazione degli ultimi anni, riteniamo che l’obiettivo sia quello di arrivare ad un aumento di 300 euro netti. Per farlo, certamente, occorre mettere meno anche alle norme, che bloccano gli incrementi sopra una certa soglia. E ai finanziamenti, facendo capire al Mef che si tratta di un impegno non più procrastinabile. Sono parti essenziali che la nostra Confederazione porterà avanti nel confronto con l’Aran, per arrivare il prima possibile alla firma del nuovo contratto collettivo nazionale di lavoro di una categoria dimenticata per troppo tempo”.
Sul rinnovo contrattuale, il ministro dell’Istruzione parla di una partita tutta ancora aperta e che coinvolge diversi “attori”, anche a livello di Esecutivo. “Sto lavorando su questo – ha spiegato il professore Patrizio Bianchi – e mi sto facendo portatore della dignità di tutta la scuola. Dopodiché siamo perfettamente consci che la mia attività propria è l’atto di indirizzo, mentre la parte contrattuale deve coinvolgere il Governo nel suo insieme”.
Ma di quali aumenti stiamo parlando. Sempre la stampa specialistica fa il punto della situazione: i primi conteggi dei tecnici del governo e dei sindacati di categoria, risalenti allo scorso maggio, prevedono un incremento del 4,07% della retribuzione pari a circa 107 euro medi mensili. A cui però bisogna sottrarre i 575 milioni utilizzati per pagare l’indennità di vacanza contrattuale, l’elemento perequativo (risulta coinvolto circa il 40% del personale, soprattutto della scuola), e i trattamenti accessori del personale militare e di polizia e vigili del fuoco. Considerano questi aspetti, l’incremento ad oggi per il personale scolastico, come per tutti il comparto pubblico, sarebbe di poco superiore a quello dell’ultimo rinnovo contrattuale, quindi sotto anche la soglia dei 100 euro considerata da tutti il minimo sindacale. Una eventualità che non può trovare d’accordo il sindacato.
A questo proposito, il Rapporto Ocse 2021 sull'istruzione, appena pubblicato, riporta che tra il 2005 e il 2020, nei Paesi dell'Ocse gli stipendi tabellari degli insegnanti con 15 anni di esperienza e con le qualifiche più diffuse sono aumentati dal 2 % al 3 % ai livelli di istruzione primaria e secondaria di primo e secondo grado a indirizzo generale e l’andamento positivo si è registrato nonostante un calo degli stipendi seguito alla crisi finanziaria del 2008. Invece, in Italia gli stipendi degli insegnanti che operano agli stessi livelli scolastici si sono ridotti del 5%.
Secondo l’Anief, serve un impegno economico importante. Ancora di più perché tra il 2009 e il 2015 gli stipendi degli insegnanti e del personale Ata sono stati congelati e il 2013 è addirittura scomparso dalla ricostruzione di carriera. Come continua a non esservi traccia di valorizzazione del personale con forme di carriera reali e indennità di rischio biologico mai attivate. È bene, quindi, che il confronto con l’Arana riparta da qui.
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