C’è un dato rilevante, ma trascurato, nel report pubblicato in questi giorni dal ministero dell’Istruzione sugli alunni con cittadinanza non italiana: quello della costante crescita degli studenti nati in Italia con entrambi i genitori stranieri e non considerati cittadini italiani fino 18 anni. Vi si sofferma oggi Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief: “Il dato è rilevante – dichiara il sindacalista autonomo - perché riguarda due alunni su tre considerati non italiani e complessivamente il 7% della popolazione studentesca: sono giovani per lo più concentrati nel Nord del Paese e in particolare nella Regione Lombardia. Retiniamo che sia davvero giunta l’ora di intervenire per cambiare la norma sullo ius soli, includendo una volta per tutte questi giovani tra i cittadini italiani, considerando che lo sono a tutti gli effetti senza se e senza ma. È chiaro che nella scuola inglobare gli alunni alloglotti, sempre più numerosi, avrebbe come prima conseguenza il potenziamento degli organici per favorire la didattica. È una condizione indispensabile per evitare che il gap di competenze che si sta sempre più manifestando a livello nazionale, ma anche oltre frontiera, possa finalmente ridursi”.
La costante crescita delle seconde generazioni caratterizza significativamente l’evolversi della presenza degli studenti con background migratorio: lo scrive il ministero dell’Istruzione nel report pubblicato in settimana sugli alunni stranieri iscritti nei corsi di studio italiani. Nel quinquennio 2015/2016 - 2019/2020 il numero degli studenti “stranieri” nati in Italia è passato da oltre 478 mila unità a quasi 574 mila con un incremento di oltre 95 mila unità (+20% circa). Nell’ultimo anno la crescita è stata di oltre 20 mila unità (+3,7%), portando la quota dei nati in Italia sul totale degli studenti di origine migratoria al 65,4%, quasi un punto percentuale in più rispetto al 2018/2019 (64,5%).
Sempre il ministero è rilevato che esaminando la variazione degli studenti con cittadinanza non italiana per luogo di nascita (Italia o Estero) ben si evidenzia che le seconde generazioni rappresentano ormai l’unica componente in crescita della popolazione scolastica. Nella Secondaria di secondo grado si è registrato nell’ultimo anno l’aumento maggiore di studenti nati in Italia (+11.170 studenti).
Secondo il sindacato, la crescita continua di questi iscritti conferma che occorrono almeno due generi di cambiamenti radicali: l’adozione di una didattica più personalizzata, verso questo genere di alunni, con difficoltà di comprensione e di esternazione della lingua italiana, e che rientra in quella logica di supporto ai tanti alunni con bisogni educativi speciali, anche loro in continua crescita. Una didattica che passa, necessariamente, per un sostanziale potenziamento degli organici, con gli incrementi da attuare non più in base ai numeri ma alle effettive necessità formative. E a proposito di numeri, il secondo cambiamento da introdurre è quello dalla riduzione del numero di alunni per classe, considerando anche che nelle aule sono spesso presenti allievi con disabilità e Dsa. In queste condizioni, pensare di continuare ad organizzare la didattica per più di 15-20 alunni per classe rappresenta un oltraggio al diritto allo studio e al futuro del Paese.
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