È iniziato il conto alla rovescia per selezionare nuovi insegnanti. Il ministero dell’Istruzione sta definendo le modalità: Secondo le ultime notizie, fornite da Tuttoscuola, si sta “procedendo alla integrazione dei bandi dei concorsi scuola ordinari (infanzia, primaria e secondaria) già pubblicati nel 2020 ma temporaneamente bloccati per effetto della riforma dei concorsi pubblici”. Il problema non sta solo dunque solo nell’allungamento dei tempi, ma anche nella mancata disponibilità dell’amministrazione scolastica alla “riapertura dei termini per presentare nuove domande o per aggiornare i titoli da valutare”.
Secondo Anief, rimane un mistero il motivo per cui non sono previste nuove iscrizioni per accedere ai concorsi già banditi. Se si escludono le classi di concorso che attengono alla procedura STEM già bandita in estate (A020, A026, A027, A028, A041), in nessuno caso l’amministrazione sembra volere dare seguito a questa apertura logica e di buon senso. “Eppure, le regole sono cambiate e anche i posti a bando – sostiene Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief –: anche la logica dice che cambiando le modalità, debba essere data la possibilità a tutti di partecipare. Anief su questo è convinta e pronta a chiedere giustizia dal giudice di competenza”.
Cambiano le regole per i nuovi concorsi scuola ordinari per diventare docenti nella scuola pubblica, ma non l’accesso dei candidati ai concorsi pubblici che quindi rimane fermo alle domande presentate nel 2020. “Candidati e posti a concorso dovrebbero essere confermati senza alcuna variazione, come è già avvenuto per i concorsi STEM – stralciati da concorso ordinario della secondaria – che questa estate hanno riaperto la stagione concorsuale sospesa”. Secondo la stampa specializzata, i cambiamenti dei bandi riguarderanno esclusivamente le modifiche introdotte dal decreto legge 73/2021: nessuna prova preselettiva, una sola prova scritta (per la secondaria ne erano state previste due), una prova orale e la valutazione finale dei titoli. Inoltre, potrebbe non essere più necessario avere acquisito, ma non si sa da quando, i 24 Cfu, i crediti formativi universitari, dopo che il Ministro Patrizio Bianchi ha detto che “non rappresentano il modello più corretto per diventare insegnante”.
Ma in cosa consisterà la selezione per diventare insegnante nella scuola pubblica? “La prova scritta dei concorsi scuola ordinari – scrive Tuttoscuola - si svolgerà in modalità computer based e consisterà in 100 quesiti da superare con almeno 70 punti (un punto ogni risposta esatta) per poter accedere alla prova orale. Non verrà pubblicata preventivamente la batteria dei quesiti da cui trarre i 100 della prova. I 100 quesiti riguarderanno le conoscenze e le competenze sulle discipline della classe di concorso o tipologia di posto per la quale i candidati partecipano, nonché l’informatica e la lingua inglese”. Inoltre, “80 quesiti riguarderanno i contenuti dei programmi allegati ai bandi pubblicati l’anno scorso, 10 quesiti riguarderanno l’informatica e altri 10 la lingua inglese”.
I nuovi bandi dei concorsi scuola ordinari integrati dovranno anche definire la durata prevista per affrontare i 100 quesiti della prova; durata non definita dal decreto legge ma precisata, invece, soltanto per le prove STEM in 100 minuti complessivi (in media due minuti per affrontare i 50 quesiti di quella prova).
È logico attendersi che siano previsti 200 minuti per i 100 dello scritto dei rinnovati concorsi ordinari. Concluse le procedure preliminari di rito (eventuale passaggio al CSPI per il parere di merito e pubblicazione dei nuovi bandi in Gazzetta Ufficiale) quasi certamente entro il 2021, dovranno essere definiti due problemi non da poco: la predisposizione dei quesiti e la costituzione delle commissioni.
Sempre secondo Tuttoscuola, la recente esperienza dei concorsi STEM ha messo in evidenza l’oggettiva difficoltà di molti quesiti, tanto da provocare una selezione altissima, come forse non era mai successo nei concorsi della scuola, determinando anche in diversi casi la mancata copertura dei posti a bando. Il Ministero dell’Istruzione aveva appaltato la predisposizione dei quesiti (50 per ognuna delle cinque classi di concorso STEM) ad alcune università sulle quali sono cadute alcune critiche per i livelli di difficoltà ritenuti non adeguati a valutare le competenze richieste a docenti della scuola. Il Ministero confermerà questa scelta di avvalersi delle università, caso mai accompagnandola con indicazioni per abbassare l’asticella oppure si rivolgerà ad altre agenzie?
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