Scadono oggi i termini di presentazione degli emendamenti al decreto 127 e pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 22 settembre contenente “Misure urgenti per assicurare lo svolgimento in sicurezza del lavoro pubblico e privato mediante l'estensione dell'ambito applicativo della certificazione verde COVID-19 e il rafforzamento del sistema di screening”: tra le modifiche, ve ne è una del Governo che inserisce le norme del DL 137. Anche il sindacato Anief presenta le sue proposte: modificare l’obbligo del Green Pass per entrare nei luoghi di lavoro e introdurre la gratuità dei tamponi rapidi salivari utili a rilevare il Covid19.
“Rimane per noi basilare – dice Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – cancellare l’obbligo del Green Pass o quantomeno ridurne la portata per permettere ai lavoratori, senza discriminarli, di continuare ad operare senza incorrere in ingiuste sospensioni dal servizio. Si tratta di una modifica fondamentale, senza la quale molti dipendenti continueranno ad avere problemi e a risultare vessati da una norma illegittima e irrazionale. È bene che i parlamentari attuano anche altre modifiche al decreto, agendo sui criteri di formazione degli organici del personale, a partire da quelli di sostegno ma anche relativi agli amministrativi, tecnici e ai collaboratori scolastici, garantendo loro finalmente quelle indennità di rischio, palesemente legittime ma sinora riservate solo a lavoratori di altri settori”.
Tra gli emendamenti del giovane sindacato c’è quello sulla validità della certificazione verde in ogni caso garantita per l’intera giornata in tutti i posti di lavoro, come già previsto per la scuola, sul lavoro agile da adottare per i dipendenti che risultino privi “della certificazione verde COVID-19 o della predetta certificazione al momento dell’accesso al luogo di lavoro”, sulla conferma in toto l’organico Covid 2020/21 e quindi sulla inopportuna cancellazione di oltre 30mila posti dell’organico dello scorso anno “in considerazione del perdurare della situazione di emergenza e della necessità dello sdoppiamento delle classi”.
Anief ha anche chiesto una “revisione degli organici sia del personale docente che ATA”, al fine di garantire una piena funzionalità dell’autonomia scolastica per il contrasto alla povertà educativa anche in situazioni di emergenza”, oltre che interventi a regime sul dimensionamento scolastico, che ha cancellato 4mila istituti, 250 mila posti tra docenti e Ata e tantissimo tempo scuola, ristabilendo dunque “la normativa previgente a quanto disposto dal comma 4 dell’articolo della Legge n. 111 del 15 luglio 2011”.
Per il sindacato è poi indispensabile agire normativamente sul rapporto alunni-docenti, riducendolo in modo corposo entro l'anno scolastico 2022/2024 con sicure “ricadute positive sulla didattica e sull’apprendimento degli alunni” garantendo “sicurezza, igiene e vivibilità degli ambienti” scolastici. Come è fondamentale produrre un adeguamento dell’organico di fatto all’organico di diritto, “in vista dello sblocco delle assunzioni sul 100% del turnover”, a cominciare dai “posti in deroga sul sostegno costituiscono oggi più del 40% della pianta organica”, con anche una revisione dei “criteri per la formazione dell’organico di sostegno” andando ad eliminare “qualsiasi limite”. Si chiede, quindi, la revisione dei criteri con cui si formano gli organici del personale educativo, sempre più ridotti all’osso “nonostante il continuo aumento della popolazione scolastica dei Convitti ed Educandati Statali Nazionali”.
Anief rivendica con forza anche l’indennità di rischio biologico per tutti i dipendenti della scuola – considerando “lo scambio ravvicinato di contatti con decine di alunni” - e una specifica per i videoterminalisti “con carattere mensile” e da corrispondere “in proporzione alle giornate lavorative svolte in presenza”. L’organizzazione sindacale, infine, chiede la collocazione stabile di assistenti tecnici negli istituti comprensivi “in considerazione della crescente presenza della componente digitale nella didattica”.
PER APPROFONDIMENTI:
Classi troppo affollate, già sopra 15 alunni ci sono rischi per sicurezza e salute