Rispetto alle vaccinazioni anti Covid19 ritenute indispensabili tra i docenti per riprendere il lavoro in aula con gli alunni, il presidente del Tar Lazio, Sezione III bis, ha rigettato le misure monocratiche sul rientro dei docenti non vaccinati in classe e fissato la Camera di Consiglio al 6 giugno prossimo: lo stesso giudice ha ricordato la posizione della Sezione sulla pandemia, peraltro sconfessata dalla V e I Sezione bis dello stesso tribunale amministrativo su una questione, quella dell'obbligo vaccinale, rimessa alla Corte costituzionale e in Corte di giustizia europea anche da altri tribunali.
“L'ufficio legale Anief – dice oggi il suo presidente nazionale Marcello Pacifico - rimane, pertanto, fiducioso della decisione di merito e del diritto al risarcimento per il diritto all'insegnamento leso e al pagamento delle ore di straordinario svolte: delle misure sulle quale Anief crede e per le quali sta combattendo in tribunale, in difesa di oltre 500 i docenti che hanno già presentato ricorso per potere rientrare in classe. Peccato che nel frattempo a pagare saranno soltanto ancora una volta gli studenti e i contribuenti, considerando anche che il divieto posto a quasi 4mila docenti di rientrare in classe ad insegnare costa allo Stato oltre 10 milioni di euro al mese”.
Tra gli emendamenti Anief al Decreto Riaperture, il D.L. 24/2022, c’erano anche le misure per il superamento di questa assurda disposizione che continua a tenere lontano tanti insegnanti dei loro allievi. Invece, con 395 sì e soli 45 no, la Camera ha giusto poche ore fa approvato il testo senza modifiche. “Vorrà dire che tra meno di un anno, nell’aprile 2022, con il voto che porterà alla nuova legislatura, gli italiani prenderanno le loro decisioni anche tenendo conto di questo modo di gestire i lavoratori in tempo di pandemia. E comunque, nel frattempo, la parola su questo tempo sarà già passata alla Consulta e alla Corte di giustizia europea”.
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