Sulla mobilità del personale scolastico qualcosa si muove. Ma la strada per arrivare ad un accordo, da sottoscrivere con il Contratto collettivo nazionale integrativo sulla mobilità per il 2022-25, rimane lunga. Con l’ultimo confronto, svolto ieri tra sindacati e ministero dell’Istruzione, si è trovato l’accordo in merito all’acquisizione della modifica imposta dal decreto legislativo 105/22 circa il superamento del referente unico nell’assistenza al disabile grave. Invece non vi sono novità sulla questione dei vincoli triennali di permanenza per i docenti neoassunti a.s.2022/23: su questo punto, i sindacati chiedono di rinviarne la decorrenza alle nuove forme di reclutamento del DL 36/2022, mentre il ministero non vuole ammettere deroghe per gli immessi in ruolo dell’anno scolastico in corso. In particolare, ad essere colpiti dai vincoli sarebbero i 30 mila neoassunti più i 15 mila dell’anno scorso.
Marcello Pacifico, presidente Nazionale Anief, ricorda che “l’obiettivo del sindacato è l’eliminazione di qualsiasi vicolo nei trasferimenti, sia provinciali che interprovinciali: è chiaro che faremo di tutto per prevedere una norma contrattuale ad hoc, ma è anche vero che serve l’intervento del legislatore, così da permettere a tutti i lavoratori della scuola di potere contemperare il proprio diritto al lavoro con il diritto a mantenere l’unità della famiglia, ad iniziare da chi ha figli minori o anziani da assistere”.
Anief, presente al tavolo della trattativa dopo la firma del CCNL economico con la sua delegazione, ha rappresentato tutte le sue perplessità, a partire dalla previsione contrattuale che nega ai due figli che si occupano del genitore disabile di poter usufruire entrambi della precedenza. “La modifica dell’art. 33 della Legge 104/92 – dice ad Orizzonte Scuola la segretaria generale Anief Chiara Cozzetto – elimina l’istituto del referente unico, dunque tutti i figli che usufruiscono alternativamente dei 3 giorni di permesso per assistere il genitore disabile grave per legge possono beneficiare anche della precedenza nei trasferimenti. Voler concedere tale beneficio solo a uno – e prima di aver ottenuto il movimento – di fatto ripristina il principio del referente unico e non garantisce che almeno uno dei figli ottenga effettivamente il trasferimento. Il problema, infatti, è che prima di effettuare i movimenti il sistema attribuirà solo a uno dei figli la precedenza, ma non è detto che questi la ottenga”.
“Appare opportuno ricordare – continua la segretaria nazionale Anief - che la precedenza nei trasferimenti per il lavoratore che assiste persona disabile grave è un istituto che garantisce il diritto del disabile all’assistenza e come sindacato non possiamo concordare con una previsione che rende vana la modifica normativa e comprime i diritti dei disabili”, conclude Cozzetto. Anief ricorda che, sia rispetto al decreto legge Aiuti quater e al disegno di legge di Bilancio 2023, ha fatto da tramite per presentare emendamenti utili ad abbattere i vincoli alla mobilità e a mettere a disposizione di chi chiede trasferimenti, utilizzazioni o assegnazione provvisorie una maggiore disponibilità di posti sui quali essere quindi collocati.
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