“Differenziare gli stipendi dei docenti in base alle Regioni dove la vita è più cara non è corretto, perché sarebbe uno smacco nei confronti di quelli che insegnano in condizioni altamente difficili in altre zone d’Italia. Quello che si può fare, invece, è introdurre delle indennità dovute alle trasferte, alle difficoltà del territorio, al grado di dispersione, alla presenza di alunni stranieri e con limiti di apprendimento”: a sostenerlo è Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, commentando l’ordine del giorno approvato dal Governo che impegna a riproporre le “gabbie salariali” per il pubblico impiego, a partire dagli insegnanti.
“L’operazione verità a cui rispondere – continua Pacifico – è quello di incrementare lo stipendio base per tutti in modo indistinto, andando subito a coprire con l’indennità di vacanza contrattuale piena l’aumento dell’inflazione di oltre il 15% in soli due anni. Al personale della scuola, a tutti i docenti ma anche agli Ata, mancano in busta paga 300 euro netti al mese: sono quelli che servirebbero per allineare le loro buste paga alla media europee e a spazzare gli effetti del caro vita. Per questi motivi ci stiamo rivolgendo al giudice, al fine di recuperare per intero l’indennità di vacanza contrattuale al 50% del tasso di inflazione programmata ‘vera’, con risarcimenti che arrivano a 4.000 euro a lavoratore”.
“Gli aumenti programmati per questo mese - conclude il sindacalista Anief - sono bene accetti, ma insufficienti. E fanno ben sperare i tanti esiti positivi prodotti dai giudici negli ultimi tempi con la Carta del docente la ricostruzione della carriera, le ferie non godute e gli scatti stipendiali. Tutti diritti che andrebbero assicurati a tutti i lavoratori della scuola da parte di chi la governa. Pensare di risolverli con un’operazione di incremento indistinto a livello regionale, che sembra il proseguimento dell’autonomia differenziata, non ci può trovare d’accordo”.
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