“Nel decreto Milleproroghe è fondamentale la misura che proroga di un anno la deroga ai vincoli della mobilità”: a dichiararlo è Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, che ha voluto commentare la notizia delle attese deroghe alla mobilità del personale della scuola anche per il prossimo anno scolastico già inserite nella bozza del primo decreto del 2023.
In una società nella quale la politica si allontana in modo progressivo dalla popolazione italiana, con quasi un cittadino su due invaso da un sentimento di delusione e che per protesta diserta il voto politico, ha un sapore speciale il dato in crescita di lavoratori della scuola che chiedono e credono nella rappresentanza sindacale: benché ancora provvisori, i numeri pubblicati in queste ore dall’Aran sulle elezioni Rsu 2022 dicono che rispetto a quattro anni fa ha votato il 6 per cento in più del personale docente e amministrativo: 961.908 insegnanti e Ata votanti contro i 908.182 del 2018. Anche le tessere sindacali risultano in crescita, non solo tra il corpo docente e amministrativo: al 31 dicembre 2021, si legge nella rendicontazione Aran, è stato registrato un aumento del 25% delle deleghe dei dirigenti scolastici (10.279, con diversi presidi che hanno attivato quindi più tessere sindacali, contro le 8.164 del 2017) a cui si aggiunge un incremento del 5% di docenti e Ata, le cui deleghe complessive sono passate dalle 660.324 del 2017 alle 693.494 del 2021.
Con il 2023 potrebbe arrivare una buona notizia per la scuola italiana: il decreto Milleproroghe potrebbe contenere la proroga dell’organico aggiuntivo, assieme a risposte positive su organici, reclutamento, mobilità e concorsi. “Il testo è ancora ovviamente da costruire ma bisogna insistere sulla proroga dell'organico aggiuntivo” perché i nostri istituti scolastici hanno un carico di lavoro enorme e non ne possono fare a meno, ha detto il presidente nazionale Anief Marcello Pacifico.
Diventano pubbliche le tabelle dell’Aran sulla rappresentatività delle organizzazioni sindacali nelle aree e nei comparti di contrattazione per il triennio contrattuale 2022-2024: si tratta di un accertamento definito ancora provvisorio, perché, ha precisato in queste ora la stessa Aran, “non è stato ancora stipulato il CCNQ di definizione dei comparti e delle aree di contrattazione per il triennio 2022-2024. A seguito di tale definizione potrà procedersi all’accertamento definitivo - per il triennio in parola – sulla base dei comparti e delle aree ivi individuati”.