Sono 93 mila i posti di sostegno in deroga, 44% dei posti in organico funzionale. #Anief chiede di rispettare il diritto allo studio dei nostri alunni. “Subito passino in organico di diritto”
Sono 93 mila i posti di sostegno in deroga, 44% dei posti in organico funzionale. #Anief chiede di rispettare il diritto allo studio dei nostri alunni. “Subito passino in organico di diritto”
I tentennamenti del Governo sulle nuove norme sul pensionamento per non ritornare alla Legge Fornero e l’introduzione di ulteriori penalizzazioni per chi anticipa l’uscita dal lavoro, hanno indotto tanti dipendenti e desistere dal presentare la domanda: nel settore scolastico le domande presentate crollano letteralmente e non vanno molto oltre 15mila: più di 11mila riguardano i docenti, quasi 4mila gli Ata. Tra gli insegnanti, se si guarda agli ultimi tre anni, le domande si sono ridotte ad un terzo: da 36 mila nel 2021 a 24 mila nel 2022 ad appena 11 mila quest’anno. Il crollo delle domande - prodotte entro lo scorso 21 ottobre con prevalenza di richieste in Lombardia – è indicativo sulla mancata rispondenza dell’attuale Esecutivo ai bisogni dei lavoratori con oltre 60 anni, anche rispetto alle promesse elettorali di alcuni partiti che ora governano il Paese: basta dire che l’anno scorso a produrre domanda di pensionamento furono oltre 24mila gli insegnanti e 10mila gli Ata. Certamente, sino al prossimo mese di febbraio potrebbero aggiungersi i dipendenti con almeno 62 anni di età e 41 di contributi, aderendo a “Quota 103”, ma il computo totale non dovrebbe salire molto.
Nessun rilievo: secondo la VII Commissione della Camera dei Deputati, il disegno di legge della Legge di Bilancio 2023 va bene così come è stato approvato dal Governo, almeno per quanto riguarda l’Istruzione. Tanto da negare le canoniche audizioni dei rappresentanti del mondo della Scuola, dell'Università, della Ricerca e dell'Afam su temi rilevanti come il dimensionamento, introdotto con un colpo a sorpresa dell’Esecutivo Meloni per risparmiare sulla scuola tagliando nel corso degli anni centinaia di posti da preside e Dsga.
La commissione Giustizia del Senato ha approvato un emendamento al decreto Rave-Covid che sospende fino al 30 giugno 2023 “le attività e i procedimenti di irrogazione della sanzione” previste dalle norme sull’obbligo vaccinale contro il Covid: a chiedere la modifica è stato sono stati il capogruppo della Lega Massimiliano Romeo e i suoi colleghi Erika Stefani e Manfredi Potenti. Le proposte di modifica presentate al decreto Rave avevano ricevuto parere favorevole del governo. “Il Parlamento – commenta la stampa specializzata - così compie un primo passo verso lo stop alle multe per chi ha deciso di non vaccinarsi contro il Covid nonostante rientri nelle categorie per cui immunizzarsi era obbligatorio. Le sanzioni vengono, almeno per ora, slittate. La nuova data per il pagamento è il 30 giugno 2023”.
Tra gli emendamenti segnalati e portati al voto in quinta Commissione del Senato ve ne sono alcuni proposti anche da Anief: riguardano il contenzioso sull’anno di prova e il corso-concorso per dirigente scolastico, l’abolizione dei vincoli della mobilità del personale, i 30 milioni per la valorizzazione del personale Dsga, l’integrazione delle graduatorie del concorso straordinario bis; i 400 milioni per l’ordinamento professionale ATA, i posti in deroga di sostegno in organico di diritto, il passaggio da una tantum a regime 100 milioni salario accessorio. Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, ricorda che “durante l'incontro di due giorni fa con l’Ufficio del gabinetto del Ministro dell'Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, il nostro sindacato ha sottolineato l'importanza, per il bene della scuola e di chi vi opera, di ottenere un parare favorevole del Governo per anticipare altre proposte che abbiamo segnalato al disegno di legge di bilancio 2023”.