Sul tema dell’educazione e del benessere fisico, arriva in Senato una importante procedura abbreviata del disegno di legge sullo sport in Costituzione: la richiesta, avviata nella passata legislatura, vuole andare a modificare l'articolo 33 della Costituzione sulla rilevanza dell’attività sportiva per i cittadini: dopodomani pomeriggio è prevista la deliberazione della procedura e vi sono buone speranze che possa giungere al passaggio successivo con celerità, poiché si tratta di un iter avanzato già presentato nella precedente legislatura.
Neanche un euro per il rinnovo del contratto 2022-24 del comparto Scuola, in compenso dal 2024 torna la politica dei tagli, iniziata nel 2008 dall’ultimo Governo Berlusconi, che cancella centinaia di scuole autonome, presidenze e direzioni dei servizi generali e amministrativi. “È una manovra deludente – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, alla vigilia dell’arrivo del testo a Montecitorio dove è atteso da un’approvazione con ritmi serrati – che faremo del tutto per far modificare, pur consapevoli che gli spazi sono ridotti sia per il poco tempo a disposizione che per la necessità di convogliare le risorse pubbliche sul caro energia. È però anche vero che il ministro dell’Istruzione ha preso con noi degli impegni precisi, che prevedono risorse aggiuntive per il nuovo contratto, invece assenti, come pure per la valorizzazione del personale. Diciamo subito a Valditara che non può essere di certo ‘il gioco delle tre carte’ a finanziare il ‘merito’ che il Governo vuole introdurre: le forme di carriera e i profili professionali chiesti anche da Anief prevedono l’impiego di risorse ad hoc, non di certo il loro finanziamento attraverso la cancellazione di altri sedi scolastiche e la riduzione del personale. Se le cose stanno così, se dobbiamo assistere ad un nuovo dimensionamento, sotto traccia, noi non possiamo che dissentire”, conclude Pacifico.
Altro che investimenti nella scuola, la nuova bozza della manovra 2023, predisposta dal Governo Meloni, all'articolo 99 del testo provvisorio sacrifica centinaia di presidenze e di posti da direttore amministrativo per aumentare il Fondo unico nazionale e pagare le reggenze. Udir, il giovane sindacato dei dirigenti scolastici, e Anief, sindacato rappresentativo del personale scolastico, reputano tutto questo inaccettabile. Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Udir e Anief, “per valorizzare dirigenti e direttori servono risorse aggiuntive e non riduzione del personale. Pensare che reggere 4 o 20 sedi o plessi scolastici sia la stessa cosa, con plessi spesso a decine di chilometri di distanza, significa non conoscere il lavoro svolto con dignità e difficoltà da chi dirige le nostre scuole, né la complessità della gestione amministrativa, al tempo del PNRR”.
Ridare autorevolezza e rispetto alla figura dell’insegnante, di pari passo con il merito. È questo uno degli obiettivi prefissati dal ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, che punta forte sul rilancio della docenza, anche attraverso la creazione di un gruppo di lavoro nominato “Autorevolezza e Rispetto” con l’obiettivo di mettere in campo strategie per ridare centralità al ruolo del docente. Il ministro, in queste ore ha detto di pensare alla figura di un docente tutor, consigliere delle famiglie, che sia formato e pagato di più, “che non lavori in ordine gerarchico. Il docente tutor in un team si prende carico di quei ragazzi che hanno difficoltà, ovviamente un docente preparato, che abbia determinate competenze”.
Sono passati otto anni dalla storica sentenza Mascolo della Corte di Giustizia europea che cambiato i rapporti di lavoro nelle scuole pubbliche dell’Unione europea e condannato la mancata stabilizzazione dei docenti e Ata precari, ma anche di tutto il pubblico impiego. A seguito di quella storica sentenza, contro la reiterazione immotivata dei contratti a termine, chiarizzima espressione dei giudici europei, i tribunali del lavoro italiani hanno iniziato a condannare con costanza lo Stato a cospicue spese risarcitorie.