L'Anief ha ottenuto cinque nuove vittorie presso la Sezione Lavoro del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere (CE), conseguendo l’accertamento del diritto dei docenti precari al riconoscimento dell’anzianità di servizio maturata ai fini dell’attribuzione della medesima progressione stipendiale prevista per i dipendenti a tempo indeterminato.
Un anno di “Quota 102”, l’anticipo concesso solo ai maestri della scuola d’infanzia e primaria, la conferma dell’Opzione donna che ti permette di lasciare il servizio in cambio della pensione poco più che sociale: poi via quasi tutti a 67 anni, come previsto dalla Legge Fornero. È questa la grigia prospettiva contenuta nella manovra di fine anno contro la quale Anief si è opposta ed ha presentato una serie di emendamenti proprio alla Legge di Bilancio 2022, a favore del personale dei comparti Istruzione, Ricerca e Sanità. Tra le richieste del sindacato, figurano l’uscita anticipata a partire dai 61 anni, con 35 anni di contributi, senza decurtazioni e con il calcolo interamente retributivo, diventata sempre più necessaria a seguito della pandemia e del gravoso stress psicofisico che vive il personale. Per Anief occorre equiparare i parametri già previsti per i lavoratori delle forze armate ai dipendenti della scuola; bisogna andare pure a cancellare le vigenti decurtazioni del trattamento retributivo ai fini del finanziamento del TFR ed introdurre nell’Ape Sociale tutta la categoria dei docenti.
Oggi si celebra la Giornata internazionale della disabilità, durante la quale si promuove l’uguaglianza per le persone disabili in tutti i settori della società. Il tema di quest’anno è “Lotta per i diritti nell’era post-COVID”, che celebra le sfide, le barriere e le opportunità per le persone che vivono con disabilità, nel contesto di una pandemia globale. Le persone con disabilità sono infatti state particolarmente colpite dalla pandemia di COVID-19 e dall’isolamento e dalla diminuzione dei servizi che ne sono derivati e con l’iniziativa odierna si vuole diffondere la consapevolezza delle disabilità invisibili e dell’impatto che il COVID-19 ha avuto sulla salute mentale.
Dopo il sindacato, anche i presidenti delle Regioni denunciano le criticità dell’obbligo del Green Pass per l’accesso sui mezzi di trasporto per tutti coloro che hanno oltre 12 anni di età, a partire dal 6 dicembre, come previsto dalla Relazione tecnica del decreto legge sull’obbligo vaccinale pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 282. entre a Roma e Milano, gli enti locali si organizzano con “controlli a campione, alle fermate e blitz a bordo”, la Conferenza delle Regioni ritiene che la richiesta del certificato verde sui bus potrebbe determinare difficoltà nel raggiungere gli istituti. “Le Regioni hanno ragione – dice Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief - perchè se il certificato verde viene ritenuta necessaria, allora perché per stare fermi nelle classi anche a meno di un metro di distanza diventa improvvisamente inutile? Ci piacerebbe che dal legislatore vi sia un minimo di coerenza. Ci troviamo di fronte ad un obbligo, inizialmente surrettizio, che coinvolgendo anche i ragazzi nell’effettuazione coatta del tampone o del vaccino anti Covid, conferma ancora di più la scarsa legittimità del provvedimento. Anche per questo – conclude Pacifico - abbiamo deciso di proclamare lo sciopero il 10 dicembre e di ricorrere in Tribunale contro gli atti attuativi dell’obbligo vaccinale, dopo quelli del Green Pass”.
“L’azione dell’Anief è viva e l’operato del sindacato è sempre combattivo: sono argomenti importanti che vanno affrontati per risolvere i problemi della scuola. Importante è soffermarsi sul tema della dignità del lavoro, dignità che il licenziamento in tutte le subdole forme che assume nega”: lo ha detto Marco Giordano, segretario generale Anief, durante il talk organizzato da Anief e Cesi andato in onda oggi pomeriggio dalla pagina Facebook del sindacato Anief