Oggi pomeriggio, in occasione dell’ottava festa di Left wing, il presidente nazionale del sindacato Anief interverrà per discutere di scuola. Marcello Pacifico (Anief): “La scuola deve essere messa al primo posto fra tutte le iniziative del Governo, non solo per i soldi che devono arrivare dal PNRR, ma anche per rimettere al centro della scuola quel Patto che deve portare la società civile a rilanciare il Paese con un investimento sulle risorse umane, strutturali e finanziarie della scuola. C'è bisogno anche di tutelare la salute e la famiglia con delle regole nuove sulla mobilità che eliminano i paletti e i vincoli. La scuola insomma deve essere plurale, democratica, un'occasione giusta e sicura per tutti: per i lavoratori, per gli studenti e anche per le famiglie”
Entra nel vivo lo sciopero Anief con date diversificate coincidenti con l’inizio dell’anno scolastico: dopo l’avvio della Provincia autonoma di Bolzano a inizio settimana, lunedì prossimo, 13 settembre, sarà la volta di Abruzzo, Basilicata, Emilia Romagna, Lazio, Lombardia, Piemonte, Provincia autonoma di Trento, Umbria, Valle d’Aosta e Veneto. Il giorno dopo, martedì 14 settembre, lo sciopero si sposterà in Sardegna. Ancora un altro giorno, il 15 settembre, e si fermeranno i dipendenti di Campania, Liguria, Marche, Molise e Toscana. Giovedì 16 settembre sarà la volta di Friuli Venezia Giulia e Sicilia.
“Invece di investire - dice Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief - su personale, spazi e nuovi rapporti numerici alunni-docenti, si è deciso di scaricare le responsabilità addosso ai dipendenti scolastici pensando illusoriamente che il Green Pass possa garantire la sicurezza per la salute. Noi siamo contrari a questa linea, tanto da non avere sottoscritto il protocollo sulla sicurezza, perché senza più il distanziamento quest’anno i focolai rischiano di superare quelli del 2020/21. Fermarci il primo giorno delle lezioni non fa certo piacere: è una scelta difficile ma purtroppo necessaria, perché chi governa la scuola deve sapere che si sta andando nella direzione sbagliata. Dove sono i dimezzamenti delle classi, il raddoppio delle classi e degli organici? Perché si è dimezzato quello Covid e ridotto al 30 dicembre? Perché non si assumono tra i 100 mila e i 200 mila precari che hanno lavorato 24-36 mesi, come previsto da una risoluzione dell'Unione europea del 2018 che impegna la Commissione a trovare delle soluzioni e da una sentenza della Corte di Giustizia UE, che Anief ha ottenuto con un reclamo collettivo nel 2020, sull'abuso dei contratti a termine”.
Anche i genitori dovranno avere il pass per entrare negli istituti frequentati dai figli: lo prevede l’ultimo decreto approvato dal Consiglio dei ministri sulla “estensione dell’obbligatorietà del Green Pass”. Questo significa che il certificato verde dovrà essere esibito, per entrare a scuola, da un familiare dell’alunno sia per i colloqui scuola-famiglia sia per portare un quaderno o un libro dimenticato o anche per una giustificazione.
Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “si sta realizzando un’operazione a senso unico contro una piccola parte di chi frequenta le scuole. Gli stessi dipendenti rappresentano numericamente un decimo della popolazione scolastica, ma da parte di chi guida il Paese e la Scuola si continua a sostenere che con la loro vaccinazione le lezioni si svolgeranno in sicurezza. Noi ci permettiamo di dissentire. E di proseguire la nostra battaglia di civiltà, rivolgendoci al tribunale, perché siamo convinti che impedire l’accesso a un pubblico ufficio poiché sprovvisto della certificazione verde rappresenta un atto illegittimo e discriminante. Siamo arrivati al punto che a un genitore che deve permanere in una scuola pochi minuti viene impedito di entrare, rischiando anche di essere multato di 1.000 euro, mentre il figlio, magari maggiorenne, può stare tranquillamente anche per sei-sette o più ore consecutive in classe fianco a fianco ai compagni di classi, senza quel certificato, nemmeno più a un metro di distanziamento. Per noi la strada del ricorso, anche stavolta, è inevitabile”.
Ieri pomeriggio, in occasione dell’ottava festa di Left wing, nel parco Nemorense a Roma, si tenuto un incontro, “Un patto per università e ricerca”. È intervenuto anche Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief. Il leader del sindacato si è espresso in merito alla proposta di legge 2285, che reca disposizioni per il reclutamento dei ricercatori presso le università e gli enti di ricerca. “Noi avevamo la legge n. 1 del 2010 che autorizzava la ministra Gelmini ad assumere 6.500 ricercatori a tempo indeterminato. La legge n. 240 art. 24 ha messo a esaurimento i ricercatori dello stato italiano. Se noi vogliamo parlare di disposizioni sul reclutamento, l’articolo 5 è tutto da riscrivere, la figura del ricercatore va nobilitata e lo si fa dando una status giuridico, che non può essere la precarietà. Esiste la Carta europea del ricercatore del 2005 che prevede si istituisca un albo dei ricercatori dalla comprovata esperienza; il problema è dare un diritto allo status. Diciamo che si assumono a tempo indeterminato i ricercatori. Questo chiederemo come Anief, anche durante le audizioni e i documenti che presenteremo”.
Per ascoltare l’intervento del presidente Anief, Marcello Pacifico, (a partire dal minuto 52.09) cliccare qui.
Per Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “bisogna partire dalla lotta alla precarietà dei ricercatori. Bisogna emendare la proposta di legge approvata dalla Camera e in discussione in Senato per creare un albo dei ricercatori dalla comprovata esperienza in linea con la Carta europea del 2005, da cui attingere per entrare nei ruoli di ricercatori a tempo indeterminato da ripristinare rispetto al ruolo messo a esaurimento. Il dottorato di ricerca deve diventare titolo preferenziale per accesso nella dirigenza del pubblico impiego".