Riguarda l'abolizione dell'obbligo del possesso e dell'esibizione del Green Pass sul luogo di lavoro il più importante dei 14 emendamenti del sindacato Anief al Decreto Legge 127/21, presentati alla prima Commissione Affari costituzionali, su cui il Senato si esprimerà nei prossimi giorni: lo ha confermato Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, nel corso di un’intervista radiofonica a Italia Stampa: “Stiamo parlando – ha detto il sindacalista – di un obbligo che in questo momento riguarda solo il nostro Paese, perché non esiste in nessun’altra parte del mondo, e che tra l'altro potrebbe essere anche controproducente laddove fa venire meno il rispetto delle norme di distanziamento tra i lavoratori, che invece diventano sempre più necessarie per evitare che le nove varianti del virus possano diffondersi come già è accaduto in Inghilterra”.
Come previsto da Anief, a distanza di quasi due mesi dall'inizio delle lezioni, la stragrande maggioranza delle cattedre vacanti è ancora in attesa del docente avente diritto. Anief Estero ha inviato una richiesta formale di incontro urgente per discutere di selezione del personale scolastico da destinare all’estero, di nomine per l’anno scolastico 2021/22 e di graduatorie pubblicate e graduatorie esaurite
Scadono oggi i termini di presentazione degli emendamenti al decreto 127 e pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 22 settembre contenente “Misure urgenti per assicurare lo svolgimento in sicurezza del lavoro pubblico e privato mediante l'estensione dell'ambito applicativo della certificazione verde COVID-19 e il rafforzamento del sistema di screening”: tra le modifiche, ve ne è una del Governo che inserisce le norme del DL 137. Anche il sindacato Anief presenta le sue proposte: modificare l’obbligo del Green Pass per entrare nei luoghi di lavoro e introdurre la gratuità dei tamponi rapidi salivari utili a rilevare il Covid19.
“Rimane per noi basilare – dice Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – cancellare l’obbligo del Green Pass o quantomeno ridurne la portata per permettere ai lavoratori, senza discriminarli, di continuare ad operare senza incorrere in ingiuste sospensioni dal servizio. Si tratta di una modifica fondamentale, senza la quale molti dipendenti continueranno ad avere problemi e a risultare vessati da una norma illegittima e irrazionale. È bene che i parlamentari attuano anche altre modifiche al decreto, agendo sui criteri di formazione degli organici del personale, a partire da quelli di sostegno ma anche relativi agli amministrativi, tecnici e ai collaboratori scolastici, garantendo loro finalmente quelle indennità di rischio, palesemente legittime ma sinora riservate solo a lavoratori di altri settori”.
Dal Documento Programmatico di Bilancio presentato dal Governo alle forze della maggioranza, per essere inviato a Bruxelles, si concretizza un impegno di 23 miliardi di euro, ma non spunta alcuna risorsa aggiuntiva utile per valorizzare il personale scolastico: l’incremento per il personale si ferma ai finanziamenti per il rinnovo del contratto, attorno al 3,5%, la stessa percentuale approvata nel 2019, e non va oltre un impegno importante (8 miliardi subito, 9 a regime) sul taglio del cuneo fiscale che però al momento non si comprende quali effetti cumulativi avrà sugli stipendi degli statali. Anche il dopo “Quota 100” si conferma deludente, perché riporta almeno a 64 anni l’età per lasciare il lavoro, non c’è traccia dell’insegnamento nella lista dei lavori gravosi ed elimina anche l’opportunità, già poco conveniente, fornita da “Opzione donna”. L’unico provvedimento in linea con quanto chiesto dal sindacato è quello della proroga dei contratti Covid fino a giugno 2022.
Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, giudica le decisioni prese dal Governo con il Dpdb della Legge di Bilancio 2022 approvata dal Cdm poco incisive: “Avevamo chiesto almeno 3-4 miliardi per dare finalmente sostegno ad un milione e 400mila docenti e Ata con stipendi non solo inadeguati ma anche penalizzati dall’inflazione che negli ultimi 13 anni li ha sempre più fatti sprofondare: l’unico contratto, firmato per il triennio 2016-2018, anche quello oltre la scadenza, e comunque quasi dieci anni di blocco, aveva solo in parte cancellato il gap, a due cifre, che si era venuto a creare tra i compensi percepiti e l’innalzamento progressivo del costo della vita. I finanziamenti del prossimo rinnovo rimangono fermi a quelle percentuali, tra il 3 e il 4%, ma siccome sono passati altri tre anni, solo per azzerare l’inflazione occorre un impegno doppio se non triplo”.
“Se poi vogliamo parlare di aumenti e di valorizzare il personale, introducendo premi e indennità – di sede, di incarico per i precari e di rischio biologico per tutti –, in linea con quanto chiesto e già fatto legiferare dal ministro Renato Brunetta, allora servono i 4 miliardi che abbiamo chiesto. Come è indispensabile trovare una formula per permettere l’uscita dal servizio a 62 anni o come le forze armate, senza decurtazione sulla pensione, perché il rischio burnout nella scuola esiste ed è pure alto. Come pure – ricorda Pacifico - bisogna rilanciare il comparto scuola attraverso finanziamenti utili a ridurre il numero di alunni per classe, aumentare le sedi scolastiche e implementare gli organici del personale”.
Dopo aver chiesto invano i dati sullo stato di burnout certificato nel comparto scolastico, dove le percentuali di lavoratori con patologie risultano decisamente più alte che in altri settori, Anief si dichiara pronta a impugnare la disposizione immotivata e per estenderla a tutto il personale docente. Perché invece di estendere l’anticipo pensionistico a 63 anni a tutte le figure professionali della scuola, previsto per chi aderisce all’Ape Sociale, la Commissione presieduta dall'ex ministro del Lavoro Cesare Damiano potrebbe avere escluso anche i maestri della scuola dell’infanzia già presenti. La nuova lista dei lavori gravosi è stata stilata in base ai criteri Inail che applicano ai mestieri del mansionario Istat tre indici: frequenza degli infortuni rispetto alla media, numero di giornate medie di assenza per infortunio, numero di giornate medie di assenza per malattia. La platea si allarga così a circa mezzo milione di lavoratori, ma altri escono. Un passo indietro si era registrato già nei giorni scorsi con l’estromissione dei docenti della primaria e dei collaboratori scolastici precedentemente inclusi.