Mancano poco meno di 15 giorni alla conversione della norma che passa all'altro ramo del Parlamento. Anief chiede nuovamente alcune modifiche essenziali per permettere un inizio regolare il prossimo settembre, attuare quelle già previste nell'ultima bozza del Patto per la Scuola e nel PNRR
LE PROPOSTE DEL SINDACATO
L’Anief suggerisce diversi emendamenti: dal divieto di licenziamento nell’amministrazione scolastica all’estensione della tutela al personale fragile; dalla proroga dei contratti del personale dell’organico Covid al 30 giugno alla proroga dei contratti dei supplenti di scuola primaria. Il sindacato chiede anche il reclutamento dalle graduatorie provinciali, l’assunzione con trentasei mesi di supplenze svolte, l’estensione degli sportelli di consulenza per prevenzione burnout, dei giorni di malattia connessi al vaccino. Anief ritiene importante operare pure, per fronteggiare la pandemia, una adeguata revisione degli organici, partendo da quelli di sostegno, la proroga dei contratti organico Covid19 per attività estiva, ma anche degli assistenti tecnici negli IICC per le attività estive. Il sindacato riprova anche l’estensione della card di aggiornamento dei docenti da 500 euro al personale a tempo determinato amministrativo ed educativo, come pure l’abolizione del vincolo quinquennale e la proroga della mobilità straordinaria. Diventa importante poi che si opti per l’assegnazione provvisoria a sostegno del personale scolastico a ristoro dei divieti di spostamento tra le regioni, per la definizione degli organici sulla base delle necessità del territorio e il rinnovo del bonus da 100 euro per dipendenti pubblici già previsto per marzo 2020.
Marcello Pacifico (Anief) chiede al ministro dell’istruzione, Patrizio Bianchi, l'apertura del tavolo urgente previsto dal Patto per la scuola. Bisogna assumere in ruolo gli insegnanti dalle graduatorie provinciali per le supplenze per titoli e servizi, dopo aver esaurito le graduatorie dei concorsi e le GaE. Serve una specifica indennità di incarico per i precari con 24 mesi di servizio, la parità di trattamento retributiva e giuridica nel prossimo CCNL, l'adeguamento dell'organico di fatto a quello di diritto.
Sono queste le richieste che il giovane sindacato, di recente divenuto rappresentativo, dopo aver visto accolta dal Comitato europeo dei diritti sociali l'ennesima denuncia sullo sfruttamento del precariato scolastico da parte dello Stato italiano, rivolge al ministro dell’Istruzione.
Il Consiglio di Stato ha confermato quanto sostenuto da ANIEF: c’è stata una grave sperequazione nella distribuzione dei posti per conseguire la specializzazione di sostegno. Le Università devono rispettare il fabbisogno territoriale di docenti di sostegno nella determinazione dei posti da attivare.
Marcello Pacifico (Presidente nazionale ANIEF): “In regioni come il Piemonte e l’Emilia Romagna in questi anni sono state attivate solo poche centinaia di specializzazioni a fronte di migliaia di posti su sostegno da coprire. Con la sentenza di oggi abbiamo dimostrato che così non si può andare avanti. Adesso il Ministero dell’Università dovrà porre rimedio incrementando il numero dei posti di specializzazione per renderli adeguati agli effettivi fabbisogni delle varie realtà territoriali”.
Nell’attivare i corsi bisogna tenere conto dell’effettivo fabbisogno e non soltanto dell’offerta formativa delle singole Università. I docenti da specializzare nel Piemonte e in Emilia Romagna nel 2018, quando era ministro dell’Istruzione Marco Bussetti, erano diverse migliaia anziché appena 200 nel primo caso e 320 nel secondo. Quindi, il decreto dell’allora ministro è stato dichiarato illegittimo. Ora Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, chiede ai ministri Cristina Messa e Patrizio Bianchi di programmare il nuovo ciclo Tfa sostegno - il VI - alla luce delle effettive esigenze dei territori, includendo tutti gli idonei dei precedenti cicli e supplenti con almeno 24 mesi di servizio svolto: “In questo modo – dice il sindacalista autonomo - si eviterà che il prossimo anno scolastico si incorra nel record di insegnanti senza specializzazione su posti in deroga. E potrà anche garantire il diritto all’inclusione degli alunni disabili, invece spesso a rischio per la mancanza di docenti all’altezza e nominati prima dell’avvio dell’inizio delle lezioni. Nello stesso tempo bisogna ripensare il sistema di reclutamento dell’insegnamento, sempre a cominciare dal sostegno, così come si sta cercando di fare in questi giorni con il Patto per la Scuola.