Continuano le condanne a carico del Ministero dell'Istruzione per l'illecita discriminazione retributiva posta in essere a discapito dei docenti precari cui non viene riconosciuto il diritto a percepire le progressioni di carriera nonostante tanti anni di servizio con contratti a termine. Stavolta sono i tribunali del lavoro di Bologna, Modena, Tivoli (RM) e Verona a dare ragione ai legali Anief e a riconoscere ai lavoratori il giusto risarcimento economico. Marcello Pacifico (Anief): “il nostro sindacato vuole risolvere in contrattazione un'ingiustizia che si protrae ormai da 20 anni”.
Nuovo webinar Anief: giovedì 23 luglio 2020, dalle ore 18.30 alle 19.30, avrà luogo l’incontro con i segretari generali Chiara Cozzetto e Stefano Cavallini. Il sindacato risponderà a tutti i dubbi sulla compilazione della domanda online e l'accesso alle graduatorie. Per partecipare, registrati qui
Il Ministero dell’Istruzione ha oggi pubblicato il Decreto dipartimentale 858 e l’avviso ufficiale con i quali si dà il via alle operazioni che riguardano centinaia di migliaia di insegnanti precari della scuola pubblica: “Gli aspiranti – si legge nel sito ministeriale - potranno presentare domanda a partire dalle ore 15.00 di domani, mercoledì 22 luglio 2020, fino alle ore 23.59 del 6 prossimo agosto. Si potrà richiedere di partecipare alla procedura in un’unica provincia. Lo prevede il decreto che sarà pubblicato oggi sul sito del Ministero dell’Istruzione con tutte le indicazioni operative”. La procedura sarà “interamente digitalizzata”, con “l’inserimento delle domande” che “avverrà unicamente per via telematica”: il sistema predisposto dal Ministero “ha l’obiettivo di consentire una più rapida assegnazione delle cattedre che restano vuote dopo le assunzioni in ruolo, a garanzia di un migliore avvio dell’anno scolastico”.
Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, si dice soddisfatto per la pubblicazione delle graduatorie provinciali, ma deluso per la loro organizzazione: “Le nostre richieste di modifica del regolamento e delle tabelle di valutazione delle nuove Graduatore provinciali per le supplenze, alcune delle quali presentate anche dal Consiglio superiore della pubblica istruzione, sono rimaste lettera morta. La versione finale del testo che gestisce le Gps rimane non molto diversa all’impianto della bozza iniziale. Secondo la legge, un’ordinanza non può superare una regola di natura regolamentare primaria. Per non parlare del cambiamento dei punteggi dei titoli acquisiti o dell’esigenza di presentare i 24 crediti formativi universitari anche per le categorie, come gli Itp, ai quali è stato sempre detto e scritto di non prenderli fino al 2025. A questo punto, i nostri rilievi, una ventina, si tramuteranno in altrettante tipologie di ricorsi, al fine di tutelare gli interessi e le posizioni di chi si vedrà danneggiato da questa decisione insensata di cambiare le regole del gioco in corsa”.
Il Tribunale del Lavoro di Pisa dà nuovamente piena ragione alle tesi patrocinate dall'Anief e applica il previgente gradone stipendiale 3-8 anni anche ai docenti immessi in ruolo dopo il 2011 con almeno un anno di servizio a termine precedente al 2011, ribadisce il diritto all'immediato e integrale computo del precariato nella ricostruzione di carriera e il diritto agli scatti di anzianità anche per i lavoratori a tempo determinato. Marcello Pacifico (Anief): “Basta considerare il precariato come servizio di serie B, parità di trattamento a prescindere dalla natura del contratto”.
Impegno assunto a seguito degli Stati Generali per investire una parte consistente. Il sindacato chiede che almeno 25 miliardi siano spesi per scuola, università e ricerca, così da ridefinire nei prossimi sette anni gli organici, eliminare il precariato, valorizzare il personale, aggiornare le strutture e creare le condizioni per lo sviluppo del Paese. Tutto ciò deve essere portato subito ai tavoli per scrivere la legge di Bilancio.
Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale del giovane sindacato, “investire nel settore dell’istruzione e della ricerca il 15% dei 209 miliardi del Recovery Fund significa invertire quella politica dei tagli, dei dimensionamenti, delle classi ‘pollaio’, degli stipendi-miseria, del precariato che ha contraddistinto le scelte del legislatore negli ultimi anni e i conseguenti disastrosi primati su apprendimenti e dispersione. Per non parlare di un sistema che si è trovato impreparato rispetto al contenimento del rischio contagio da Covid-19. Avere una scuola pubblica con 250 mila supplenze annuali, con un tempo scuola ridotto e dei finanziamenti pubblici molto al di sotto della media europea e Ocse, non è una condizione più accettabile: lo abbiamo detto qualche settimane fa al Presidente del Consiglio fornendo delle precise e circostanziate richieste. Lo ribadiamo ora che ci si avvia a definire il progetto di rilancio del Paese: l’istruzione e la ricerca, insieme alla Sanità, devono stare al primo posto”.