Con la Nota 10133 il Ministero dell’Istruzione comunica che non si proroga il contratto al supplente in caso di rientro del titolare. Marcello Pacifico (presidente nazionale Anief): La crisi non la possono pagare i precari. Rispetto alla questione inerente alle supplenze brevi il MI crea confusione: in questo momento il pensiero del legislatore dovrebbe essere diretto verso una sola direzione, garantire la continuità didattica
Per discutere l'esame del Provvedimento. Alle 11.30, in diretta streaming, convocate a distanza, aprono le organizzazioni sindacali rappresentative del comparto, tra cui Anief che ha predisposto 30 proposte di modifica. Seguono altri sindacati tra cui Udir, che a sua volta chiede che siano approvati dieci emendamenti. Saranno ascoltati anche alcuni gruppi e associazioni del precariato.
Le richieste storiche della giovane organizzazione sindacale entrano a far parte delle piattaforme delle altre sigle sindacali rappresentative: adesso anche loro professano selezioni per soli titoli e servizi, valorizzando l’esperienza acquisita e la continuità didattica, l’inutilità dei concorsi pubblici, oltre che discriminanti e che indennizzano i commissari con diarie quasi offensive e a distanza di anni non riescono a portare in ruolo vincitori, le imprescindibili immissioni in ruolo di docenti, Ata, Dsga su posti liberi, perché nell’anno del record di supplenze non possiamo permetterci un’altra battuta a vuoto. È accaduto prima di Pasqua e adesso si è ripetuto.
Si stanno materializzando gli effetti delle pronunce negative dell’Adunanza Plenaria del consiglio di Stato sulla permanenza dei docenti con diploma magistrale inseriti nelle GaE della scuola dell’infanzia e primaria: per quest’anno il Governo ha tamponato la situazione con la Legge n. 159/2019, che per tutelare la continuità degli alunni ha permesso la trasformazione dei contratti a tempo indeterminato o al 31 agosto in contratti a termine con scadenza 30 giugno 2020.
Sul futuro di questi docenti c’è tanta incertezza. La loro angoscia è ben esplicitata da una maestra quasi cinquantenne della scuola primaria, inserita con riserva dalla graduatoria GaE nell’agosto 2017 e assunta in ruolo presso un istituto di Bergamo il 1° settembre dello stesso anno. La donna si è rivolta alla ministra dell’Istruzione illustrandole tutto il suo percorso professionale: ha “superato positivamente l’anno di prova” e si trova ora al “terzo anno di insegnamento dopo il passaggio in ruolo; assunta come specialista L2 (anche se non spetterebbe a me dirlo, sono stata apprezzata)”. Ma “in data 17 gennaio 2020” ha “ricevuta la lettera di licenziamento” per via della “sentenza negativa n. 10969/2019”. La docente chiede di “sanare una situazione di ingiustizia che non fa onore alla scuola statale”.
Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief: “Respingere questi docenti dalle GaE e dal ruolo rappresenta una delle pagine più buie della scuola italiana, perché vantano un’esperienza professionale vasta che vale molto più del superamento di un concorso. Ai docenti con diploma magistrale in ruolo “con riserva”, che hanno superato l’anno di prova o sono in procinto di svolgerlo, e del personale docente precario in possesso di diploma magistrale, non può essere più negata la possibilità di accesso ai ruoli senza ulteriori e farraginose selezioni in ingresso”.
È in considerazione della crescente presenza della componente digitale on line nell’offerta formativa che Anief chiede una presenza stabile del personale tecnico in tutte le istituzioni scolastiche, anche quelle in cui fino a poche settimane fa non era previsto, come le scuole che comprendo gli alunni dai 3 agli 11 anni: lo rivendica il giovane sindacato, con un emendamentoproposto alla VII commissione del Senato che nei prossimi giorni esaminerà il Decreto Legge n. 22 sulla Scuola già approvato dal Consiglio dei ministri.
Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “la crescente presenza della didattica in modalità telematica richiede una presenza stabile del personale tecnico in tutti gli istituti, a supporto dei docenti, del personale, dei dirigenti, degli alunni e anche, seppure indirettamente, delle famiglie. Soprattutto in quelle sedi, come la scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado, dove non ci sono ancora a oggi unità di tale figura professionale. Se fino a due mesi fa era da considerare preziosa, ora la presenza di almeno un assistente tecnico informatico negli 8.200 istituti scolastici italiani, nessuno escluso, è diventata indispensabile. I mille tecnici assunti a cavallo di Pasqua, in questa fase emergenziale con decreto del Governo, fino al 30 giugno prossimo, sono solo il punto di partenza”.