A pochi mesi dal suo insediamento, il governo gialloverde stravolge il reclutamento degli insegnanti, tornando ai concorsi a cattedra biennali abilitanti e riducendo ai minimi termini il Fit introdotto appena tre anni fa dalla Buona Scuola di Renzi. Nella mania riformatrice, però, il Miur dimentica di lasciare aperta la porta ai precari con tre anni di servizio, per i quali il decreto legislativo 59/2917, applicativo della Legge 107/2015, aveva previsto un concorso a parte, come del resto indicato chiaramente dall’Unione Europea per tutti i cittadini comunitari non di ruolo che hanno superato i 36 mesi di servizio. Marcello Pacifico (Anief-Cisal) ricorda che questi docenti non cambieranno di certo la loro professione e continueranno ad insegnare. Ingolfando le liste di attesa, continuando a tenere alta la percentuale di supplentite, oltre che l’età media di chi siede dietro la cattedra. Inoltre, molti di loro non staranno di certo a guardare e faranno causa allo Stato italiano, per l’abuso dei contratti a termine, con una storia giudiziaria senza fine