Gli incrementi miseria non arriveranno in busta paga nemmeno a fine mese, tramite un’emissione speciale, ma se va bene nel prossimo mese di maggio. I motivi sono dovuti ai ritardi negli adempimenti di rito, sull’accordo raggiunto all’Aran ad inizio febbraio, complicati dalla situazione d’impasse che sta vivendo la politica italiana ancora molto lontana dalla formazione del governo della nuova legislatura. Ciò vuol dire che, se l’attuale ingarbugliata situazione non dovesse sbloccarsi, gli incrementi medi di 85 euro lordi promossi a marzo, di fatto tra i 37 e i 52 euro netti, potrebbero essere corrisposti addirittura in estate.
Gli arretrati, del biennio 2016-2017, sono tra l’altro rispettivamente 13 volte sotto il tasso IPCA aggiornato per il 2016/17 e 3 volte inferiore per il 2018: in termini pratici, verranno corrisposti tra le 435 euro, in media, a fronte di oltre 6mila spettanti. Un discorso non molto diverso, sempre ad ampio danno dei docenti e Ata, riguarda gli aumenti mensili che in base agli accordi dovevano scattare dal 1° marzo 2018: anziché la micragna di 85 euro di incremento, un aumento equo non avrebbe dovuto essere sotto i 300 euro.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): È per questo motivo che come Anief abbiamo definito l’intesa del 9 febbraio l’accordo della vergogna. Perché il tasso IPCA dal 2008 al 2016 è aumentato del 8,52%, poi del 9,32 per il 2017 e dell’11,22 per quanto riguarda quest’anno, a fronte degli aumenti pattuiti rispettivamente dello 0,36%, 1.09% e del 3,48%. Come ricordato la settimana scorsa dalla Corte dei Conti, non senza osservazioni. Del resto, gli economisti sanno bene che l’inflazione rimane l’unico strumento per valutare nel rinnovo della forma contrattuale se gli aumenti sono giusti o esigui”. Non è un caso che dal settembre 2015 si sarebbe dovuta sbloccare l’indennità di vacanza contrattuale, per legge e non per concessione, mentre oggi è ancora al 50% del tasso IPCA, salvo il recupero di almeno il 50% al rinnovo contrattuale. Resta il mistero sulle quattro mensilità non riconosciute dal settembre 2015, come aveva detto la Corte Costituzionale, quasi come se per quell’anno si fosse adottato un calendario lunare e non solare. Per non parlare delle prime mensilità del 2018.
Anief, pertanto, prosegue i ricorsi gratuiti per far attribuire ai lavoratori il conferimento dell’indennità di vacanza contrattuale nel periodo 2008-2018 e recuperare cifre molto più cospicue di quelle ridicole in arrivo.