Stamane, il contratto 2016/18, sottoscritto definitivamente il 20 aprile scorso è entrato a regime, portando nelle busta paga del personale scolastico aumenti miseria, o meglio i ritocchi, dopo quasi un decennio consecutivo di fermo stipendiale: per gli insegnanti si va dai 56 ai 95 euro; i collaboratori scolastici, gli assistenti amministrativi e tecnici si sono dovuti accontentare di aumenti che vanno dai 43 ai 65 euro; va un po’ meglio ai Dsga, ai quali sono stati corrisposti tra i 63 e i 99 euro massimi. Solo qualche giorno fa, l’Aran aveva calcolato che la perdita progressiva di valore dei dipendenti pubblici, rispetto all’inflazione, equivale all’8,1%. Questo significa che avendo recuperato, con questo contratto, solo poco più del 3 per cento, l’inflazione continua a sovrastare gli stipendi dei dipendenti del comparto Scuola di circa il 5 per cento.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): Continuiamo a stupirci della distanza abissale tra quanto avrebbero dovuto percepire i lavoratori della scuola e quanto è arrivato oggi nei loro stipendi: infatti, per riuscire a superare il costo della vita, la consistenza degli aumenti doveva essere quasi il triplo di quella accordata da Miur e Mef e i sindacati Confederali hanno anche brindato per il risultato raggiunto. Rimane pertanto necessario chiedere giustizia nelle sedi giudiziarie: in questo modo Anief, attraverso i propri legali, punta a recuperare almeno il 50% del tasso IPCA non aggiornato dal settembre 2015. Producendo anche migliaia di euro per i mancati arretrati. Inoltre, con la fine del corrente anno solare, verranno meno anche i finanziamenti della perequazione, la tutela introdotta dall’ultimo Governo per gli stipendi più bassi, per i quali non si è stati in grado di trovare le risorse utili ad arrivare a quel 3,48% di incremento a regime invece garantito alle buste paga medio-alte.
Gli interessati al ricorso contro gli aumenti stipendiali miserevoli possono ancora chiedere il modello di diffida al seguente indirizzo di posta elettronica: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.