Il pagamento deve essere effettuato entro il 18 giugno, poiché il 16 giugno, sua naturale scadenza, è sabato, attraverso F24, tramite banche o Poste Italiane. Devono pagare le due imposte i contribuenti in possesso di fabbricati, di aree edificabili e di terreni agricoli che si trovino nel territorio dello Stato italiano a qualsiasi uso destinati, compresi quelli strumentali o alla cui produzione o scambio è diretta l'attività dell'impresa.
Nel documento annuale dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico si raccomanda di creare le condizioni che permettano veramente di richiamare insegnanti qualificati e efficaci nelle scuole più “difficili” e di aumentare, in parallelo, le responsabilità dei capi di istituto, “che possono svolgere, se preparati per questo compito, un ruolo importante per attrarre, accompagnare, e formare docenti che rispondono alle esigenze della realtà educativa locale”. L’Ocse ha anche rilevato che nella metà dei 69 Paesi ed economie esaminati, gli insegnanti delle scuole con un’alta concentrazione di studenti svantaggiati tendono ad avere qualifiche o credenziali inferiori rispetto agli insegnanti delle scuole più avvantaggiate. In Italia, inoltre, la mancata valorizzazione del personale passa anche per gli stipendi inadeguati: nell’Ue solo i docenti della Slovacchia e della Grecia percepiscono buste paga inferiori a quelle dei nostri docenti. Il problema è, soprattutto, quello del mancato adeguamento stipendiale nel corso della carriera.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): Se non si investe in istruzione si pregiudica la crescita culturale dei cittadini e del Paese. È esemplare, anche, che ad essere penalizzate di più risultano le regioni e i territori più svantaggiati. Ma anche le scuole con alunni più “difficili”. Dove sono concentrati anche i precari e gli insegnanti con minore esperienza. Andando a creare un ulteriore danno nei loro confronti. In pratica, ai ragazzi già penalizzati dalla deprivazione culturale del luogo di appartenenza si aggiunge quella dell’assegnazione di insegnanti con minore anzianità professionale. In assoluto, l’Italia rimane uno dei Paesi dove l’insegnamento viene considerata una professione qualsiasi. È una vergogna nazionale, di cui i governi degli ultimi anni si devono assumere la responsabilità. Cogliamo l’occasione, visto che siamo all’inizio di una nuova legislatura, per chiedere di cambiare corso. Non solo a parole.
La Corte d’Appello di Bologna accoglie la tesi patrocinata dall’Anief e conferma il diritto al reinserimento in Graduatoria a Esaurimento di una docente cancellata per mancato aggiornamento. Marcello Pacifico (Anief-Cisal): È fondamentale che vengano riaperte le Graduatorie a Esaurimento perché occorre sanare le continue illegittimità reiterate negli anni a danno di tanti docenti abilitati.
La Corte d'Appello emiliana accoglie senza riserve la richiesta di una docente che rivendicava il diritto al reinserimento nelle GaE dopo essere stata esclusa per mancato aggiornamento. I legali Anief Fabio Ganci, Walter Miceli, Francesca Lideo e Tiziana Sponga hanno avuto ragione in tribunale ottenendo il reinserimento della docente nelle graduatorie d'interesse. Marcello Pacifico (Anief-Cisal): “Le nostre vittorie presso i tribunali dimostrano l’illegittimità delle disposizioni del Miur che persevera nell’impedire ai docenti depennati per mancato aggiornamento di reinserirsi nelle graduatorie a esaurimento negando loro, così, il giusto diritto all'accesso alle immissioni in ruolo. Ribadiamo la necessità di riaprire le GaE a tutti gli abilitati”.
Secondo la stampa specializzata, che sta tenendo il conto, c’è da preoccuparsi. Tuttoscuola: “quasi la metà (esattamente 15 su 33) delle aggressioni note è stata opera di genitori”. Anche l’ultima, avvenuta in provincia di Padova, rientra in questa casistica. Ma siccome molti non denunciano, gli episodi sono molti di più: “si stima che all’interno delle scuole il numero delle aggressioni, soprattutto da parte di studenti, sia almeno il triplo di quanto emerge all’esterno”. Per il nuovo Ministro Bussetti è una delle priorità da affrontare.
Del fenomeno della violenza gratuita contro i docenti si sono interessati i sindacati Anief e Udir, venti giorni fa, organizzando una giornata di discussione. Tutti i relatori - esperti, rappresentanti dei lavoratori, delle famiglie, dei discenti nonché dei dirigenti scolastici - si sono trovati d’accordo su un punto: l’escalation di violenza si deve anche e soprattutto allo scadimento dell’autorevolezza della figura del maestro e dell’insegnante agli occhi delle famiglie e dell’opinione pubblica.
Marcello Pacifico (presidente Anief e Udir): La scuola è una di quelle poche istituzioni che agiscono in modo diretto per il rispetto delle regole, la trasmissione della cultura e per rimarcare i valori cardini costituzionali dello Stato, che vanno trasmessi a costo di risultare ‘antipatici’. Le famiglie e gli studenti che non gradiscono questo genere di messaggi, all’agire nella legalità e alla trasmissione di valori in tale direzione, si lasciano andare ad atteggiamenti intimidatori che sempre più spesso si tramutano in aggressioni fisiche. Alle spalle di questi episodi ricorrenti si insinua lo scadimento sociale del ruolo del docente, acuito dal trattamento economico sempre peggiore che chi governa riserva a chi opera nella scuola, con gli stipendi ritoccati ogni dieci anni con aumenti-mancia e ormai pure surclassati dall’inflazione: remunerando un insegnante meno di un impiegato si manda un messaggio negativo ai cittadini che sfocia nella mancata considerazione del ruolo dell’educatore. Anche Papa Francesco, in queste ore, si è rivolto a centinaia di bambini dicendo loro di non dimenticarsi mai dei maestri e della scuola, perché sono le radici della cultura. Perché chi trasmette cultura, chi fa formazione, non può essere preso a schiaffi.
La Tabella di valutazione dei titoli per l'attribuzione del punteggio ai fini dell'inclusione nelle Graduatorie di Merito del concorso 2016 è illegittima nella parte in cui non attribuisce punteggio al servizio prestato a tempo indeterminato. Lo ha confermato il TAR del Lazio con la sentenza ottenuta nei giorni scorsi dal legale Anief Corrado Resta. Marcello Pacifico (Anief-Cisal): dopo la sentenza della Corte Costituzionale sull'illegittima esclusione dei docenti di ruolo dal concorso, il TAR non poteva che darci ragione e censurare anche questa illegittimità.
Accolta dal Tribunale Amministrativo la tesi patrocinata dall'Anief nel ricorso “pilota” presentato e relativa alla disparità di trattamento posta in essere dall’amministrazione che voleva valutare soltanto il servizio prestato “da precari” nel concorso 2016, con evidente discriminazione dei docenti con contratto a tempo indeterminato che non vedevano valorizzata l’esperienza professionale acquisita. Marcello Pacifico (Anief-Cisal): “Risultava evidente che anche la Tabella del concorso 2016 fosse illegittima e ne avevamo avuto certezza a seguito della sentenza della Corte Costituzionale ottenuta dai nostri legali che ha consentito ai docenti di ruolo nelle scuole pubbliche di partecipare al concorso 2016. Una lettura costituzionalmente orientata, non poteva non riconoscere il diritto all'attribuzione del giusto punteggio alla professionalità acquisita in servizio e non poteva essere considerato un discrimine oggettivo la tipologia del contratto stipulato. La mancata valutazione del servizio svolto con contratti a tempo indeterminato, infatti, era una palese illegittimità, a prescindere dal fatto di essere stato svolto in scuola paritaria o statale, e il Tribunale Amministrativo ci ha dato ragione”. Attesi, ora, gli esiti degli altri ricorsi proposti dal nostro sindacato che rivendicavano il giusto punteggio non solo nel concorso ordinario 2016, ma anche nelle procedure del concorso 2018 riservato agli abilitati.