Il sindacato apprezza le intenzioni espresse dal leader politico grillino che intende fare approvare delle norme che permettano di utilizzare il tempo determinato solo “per brevi periodi”: si tratta di una novità importante, ovviamente da allargare anche ai lavoratori della scuola, perché permetterebbe di rispettare, finalmente, la Direttiva 1999/70/CE del Consiglio del 28 giugno 1999, relativa all'accordo quadro CES, UNICE e CEEP sul lavoro a tempo determinato, prodotta due decenni fa, ma che sistematicamente nel nostro Paese continua ad essere aggirata producendo un abuso continuo dell’utilizzo dei contratti a termine. È arrivato il momento che lo Stato italiano fornisca una risposta a questa situazione incancrenita, approvando una norma che stabilisca una volta per tutte l’immissione in ruolo di tutti i supplenti che superano i 36 mesi di servizio.
Anief, che dalla sua nascita combatte il precariato scolastico, anche attraverso specifici ricorsi per ottenere la stabilizzazione, gli scatti automatici e l’estensione dei contratti pure per i mesi estivi, condivide le parole del vicepresidente del Consiglio e ministro. L’organizzazione sindacale ha in corso due remissioni alla Corte di Giustizia Europea sul mancato riconoscimento del servizio pre-ruolo nella ricostruzione di carriera, come sul mancato indennizzo per il personale di ruolo rispetto agli abusi subiti in tema di precarietà. Il giovane sindacato, ora rappresentativo, ha inoltre promosso due reclami al Consiglio d’Europa e due ricorsi alla Cedu sul precariato del personale docente e Ata, nonché uno specifico sulle maestre diplomate magistrale: nel solo 2016 ha ottenuto un milione di risarcimenti per i suoi assistiti, dalle cause gestite nella regione del Piemonte.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): Ora ci aspettiamo che il Governo cambi il Jobs Act, dopo che il Movimento 5 Stelle, attraverso l’on. Eleonora Evi, portavoce del movimento presso il Parlamento Europeo, ha lottato per la Risoluzione del Parlamento UE del 31 maggio scorso, attraverso la quale si invitano tutti i Paesi membri a stabilizzare il personale precario dopo 36 mesi, per evitare l’abuso dei contratti a termine nel pubblico e privato.