In arrivo il bando dedicato ai supplenti non abilitati. Anief ritiene illegittimo il limite degli ultimi 8 anni e apre il ricorso a tutto il personale che ha prestato servizio dal 1999, anno di approvazione della direttiva comunitaria 1999/70/CE. Per aderire al ricorso, clicca qui. Ulteriori istruzioni saranno fornite non appena sarà possibile presentare la domanda. L'Ufficio Legale Anief si riserva di attivare ulteriori ricorsi rispetto al testo definitivo che sarà pubblicato in Gazzetta ufficiale.
È notizia di questi giorni che il decreto che dovrà regolamentare il concorso riservato ai docenti non abilitati con 3 anni di servizio e il successivo concorso ordinario, è in via di emanazione. La bozza che circola in questi giorni, e pubblicata in anteprima da Orizzonte Scuola, fa ben sperare sull'imminenza dell'emanazione di quel concorso riservato atteso da molti e che permetterà ai docenti precari con almeno 3 anni di servizio l'accesso al biennio FIT: il primo anno per conseguire l'abilitazione e il successivo che prevede la stipula di un contratto annuale, prodromico alla conferma in ruolo. Aperte le preadesioni al ricorso contro il limite degli ultimi 8 anni entro cui aver svolto i 3 anni di servizio.
Eppure l’istruzione pubblica era stata sempre presente nei programmi della campagna elettorale di M5S e Lega. Come rimane una delle parti determinanti del Contratto di Governo sottoscritto solo pochi giorni fa dai due movimenti politici che tengono la nuova maggioranza politica. Il più lungo discorso programmatico della storia della Repubblica, nell’Aula di Palazzo Madama, viene incentrato su un “Governo pragmatico, del fare” con un’azione tutta basata su “ascolto, esecuzione e controllo”: “Flat tax, Migranti, lotta alla mafia, lotta alla corruzione, Reddito di cittadinanza, salario minimo orario sono stati alcuni degli argomenti affrontati. Nessun accenno invece alle problematiche della scuola o alla cultura in generale”.
Anief ricorda al Governo che sono diversi gli ambiti su cui agire: procedere con la cancellazione del precariato, riaprendo le GaE con un decreto d’urgenza, per superare la discussa sentenza del Consiglio di Stato che ha messo alla porta oltre 60mila maestre e maestri con diploma magistrale, ma anche per assumere tutti i precari abilitati sui 100mila posti vacanti. Inoltre, bisogna anche agire sul contratto di categoria andando a rivedere la mobilità e gli scatti automatici, da aprire anche ai precari, come sostengono ormai da tempo i giudici. Allo stesso modo, va rivista la riforma del Governo Renzi. Inoltre, va modificata, senza cambiare le carte in tavola, l’assurda Legge Fornero, introducendo la possibilità di andare in pensione a quota 100, sempre a patto che quelle della scuola vengano considerate professioni usuranti. Infine, servono svariati miliardi di euro per avere stipendi per docenti e Ata adeguati all’Ocse.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): Ciò significa che l'Italia sarà commissariata dall'Europa per l'incapacità di gestire il precariato e la spesa pubblica aumenterà per colpa della politica, se non si cercherà di risolvere i problemi più urgenti. Inoltre, senza un programma politico centrato sullo sviluppo e sull'investimento di investimenti sul settore dell'istruzione, quello che si sta per avviare non si potrebbe definire il governo del cambiamento. A questo punto, ci aspettiamo che alla Camera dei Deputati, ma soprattutto in occasione del primo Consiglio dei Ministri, il presidente del Consiglio incaricato ci sorprenda con riferimenti espliciti alla Scuola e alle tante problematiche da risolvere. È un passaggio che gli italiani ritengono imprescindibile, attraverso il quale si gioca parte della credibilità del nuovo esecutivo M5S-Lega.
Come se non bastasse lo stipendio più basso della Pubblica amministrazione, con aumenti minimi in arrivo che non cambiano la sostanza, ora si scopre che le indennità di rischio previste per gli altri dirigenti pubblici, ugualmente distaccati oltre confine, in servizio presso le ambasciate, risultano decisamente maggiorate. La discrepanza, oltre che essere inconcepibile da un punto di vista concettuale, risulta non ammessa nemmeno dalla normativa vigente. Perché sulla base dell’articolo 29 del D.lgs. 64/2017, che disciplina la scuola italiana all'estero, a norma dell'articolo 1, commi 180 e 181, lettera h), della L. 107/2015, risulta che per legge debbano essere assegnati dei coefficienti “fissati sulla base del costo della vita e delle sue variazioni risultanti da rilevamenti obiettivi effettuati avvalendosi di agenzie specializzate a livello internazionale o dei dati statistici elaborati dalle Nazioni Unite e dall'Unione europea, con particolare riferimento al costo dei servizi”.
L'Ufficio Legale Udir ha quindi preparato una specifica diffida da inviare al Ministero degli Affari Esteri e avviato le preadesioni al ricorso volto a tutelare i diritti dei lavoratori della scuola distaccati all'estero, ancora una volta discriminati rispetto al resto del personale della PA. Per informazioni e aderire al ricorso, clicca qui.
Marcello Pacifico (presidente Udir): Quanto deciso dall’amministrazione italiana rimane un mistero, perché l'indennità di rischio va parametrata al costo della vita: nei loro confronti, infatti, vanno adottate delle situazioni di rischio e di disagio alla stregua di quelle oggettivamente considerate per il calcolo percentuale del trattamento economico degli altri dirigenti pubblici italiani che non prestano servizio nella scuola. Ci troviamo, quindi, davanti ad una vera discriminazione, attuata anche a dispetto delle norme. Per questo, il nostro ufficio legale ha predisposto una specifica diffida e avviato il ricorso volto a tutelare i diritti dei lavoratori della scuola distaccati nelle scuole italiane all'estero.
La dotazione organica complessiva di tutti i profili Ata scende a 203.456 lavoratori per il prossimo anno scolastico. Da settembre in Campania ci saranno 115 posti in meno (dal 2011 in complessivo sono 1.045), in Sicilia 73 (in sette anni persi mille posti). La Puglia subisce anch’essa dei tagli pesanti con 98 unità in meno a breve e 854 totali. Seguono la Calabria, la Basilicata, la Sardegna. Assistiamo, dunque, ad un decremento progressivo non giustificato dalla riduzione del tasso di natalità, perché le scuole del Sud e delle Isole sono anche quelle dove si continua a registrare il maggior numero di abbandoni scolastici, con province che superano il 40% di dispersione.
Anief, pertanto, rilancia i ricorsi per risarcire i 25 mila precari ogni anno chiamati a supplire in posti vacanti e disponibili, come gli altri 40 mila supplenti brevi che hanno diritto allo stesso trattamento economico del personale di ruolo attraverso l’assegnazione dei medesimi scatti stipendiali automatici. Nel frattempo, a Palermo si procede alla stabilizzazione del personaleco.co.co.ee, precario da 18 anni, e si aspetta l'assunzione dei cento assistenti tecnici chiamati sempre al 31 agosto ma ancora non immessi in ruolo.
Marcello Pacifico (presidente Anief): L'ultima Legge di Stabilità, se ha tutelato il caso dei cococo assunti per più di 36 mesi nella provincia di Palermo che effettuano quotidianamente il lavoro degli Ata, ha dimenticato il resto del personale Ata gestito direttamente dallo Stato e da anni assunto come supplente. Eppure, si tratta degli stessi lavoratori, presenti a partire dagli assistenti tecnici della provincia. Senza dimenticare che gli oltre 3.700 tagli effettuati negli ultimi anni vanno a colpire il medesimo personale Ata letteralmente ignorato dalla Buona Scuola del Governo Renzi, malgrado la sentenza della Consulta derivante da quella Mascolo C-22/13 della Corte di Giustizia europea.
Anief invita a presentare la domanda cartacea e a ricorrere i docenti precari abilitati che hanno maturato i 3 anni di servizio nel corrente anno scolastico o anche negli anni precedenti agli otto anni previsti dal bando, a partire dall’a.s. 2001/2002. Adesione al ricorso entro il 2 luglio.