Dopo la riuscita mobilitazione delle maestre e dei maestri con diploma magistrale, è stato indetto lo sciopero degli scrutini a febbraio, per il primo e secondo ciclo d'istruzione, e un nuovo sciopero e manifestazione a Roma davanti il Parlamento, nel giorno d'insediamento delle Camere, il 23 marzo prossimo. E la protesta continua ogni giorno con sit-in spontanei nelle piazze italiane. Tra le motivazioni: la riapertura delle GaE, lo sblocco dell'indennità di vacanza contrattuale, l'adeguamento del contratto alla normativa comunitaria. Scarica i 10 punti della piattaforma predisposti da Anief e la bozza del decreto legge propostodallo stesso sindacato autonomo.
Secondo l’Anief, le proteste a raffica sono necessarie. Perché la misura è colma e mai come in questo momento, a cavallo tra due legislature, occorre mandare un chiaro segno a chi governa le sorti dell’istruzione pubblica del Paese. Un segnale che tutto il personale è invitato a mandare: lo stop, infatti, per il personale docente, Ata ed educativo, sia a tempo determinato che indeterminato.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): Se lo sciopero dell’8 gennaio ha avuto il merito di rendere le famiglie edotte di un problema che in primo luogo ha investito 50mila insegnanti, beffati dal tradimento del giudicato amministrativo che li aveva immessi nei ruoli dello Stato o li aveva individuati come supplenti, il rinvio degli scrutini dei prossimi giorni vuole coinvolgere pure i consigli di classe della primaria, medie e superiori su temi che riguardano da vicino il personale docente e Ata, il cui grado di sopportazione è ormai vicino allo zero e che abbiamo avuto modo di raccogliere ascoltandolo nei ripetuti incontri degli ultimi mesi. Non possono essere di certo un contratto-farsa, con aumenti ridicoli, più norme e sanzioni peggiorative, come vorrebbe l’Aran, a soddisfare una categoria che continua ad essere tradita e vilipesa a trecentosessanta gradi da proposte irricevibili. Il programma degli scioperi si concluderà il 23 marzo, con l’inizio dei lavori da parte delle nuove Camere. Noi, come sindacato e con i lavoratori che lo vorranno, saremo lì: davanti a Montecitorio, per informare il nuovo Parlamento appena insediato delle tante problematiche irrisolte del settore: per chiedere ai nuovi deputati un calendario urgente da predisporre per l’approvazione di norme urgenti.