Ilpresidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal plaude al messaggio del Papa nell'omelia della messa per la prima Giornata Mondiale dei Poveri, nel particolare in riferimento al “dovere evangelico di prenderci cura di loro”: in Italia la platea di chi vive in condizioni difficili è sempre più allargata e lo Stato ha il dovere di trovare delle misure per agevolarne l’esistenza, andando oltre ai 4.742.000 di cittadini sotto la soglia minima. Abbiamo il record europee di Neet: in Italia un ragazzo tra i 15 e i 29 anni su 4 (26%) non è occupato o non è iscritto a un percorso di formazione, contro una media Ocse del 14%. Ed il loro numero è in perenne aumento. Per chi lavora non va molto meglio: la realtà è fatta di nipoti con redditi inferiori ai nonni, di sempre maggiore esclusione sociale, di poco lavoro e mal retribuito, di giovani esclusi dal mondo del lavoro, di pensioni sempre più lontane e assegni vicini a quelli sociali.
La perdita media a lavoratore risulta al netto dell’indennità di vacanza contrattuale.La conferma arriva da un’analisi, realizzata dal sindacato Anief, del disegno di legge con maxi-emendamento del Governo appena approvato. Incrociando questi dati con quelli del disegno di legge n. 2960, risulta che le somme da destinare agli statali sono davvero esigue. Eppure la Costituzione insegna (art. 36) che un contratto si firma solo se si recupera almeno il costo della vita che, nella programmazione del MEF tra il 2008 e il 2015, è aumentato dell’8,50%, con + 0,02 nel 2016, + 0,80% nel 2017, e + 1,70% previsionale nel 2018. E se qualche sindacato si dice pronto a chiedere al nuovo Governo di mettere in contrattazione i 200 milioni di euro destinati al merito e i 300 milioni destinati alla formazione obbligatoria del personale di ruolo - idea di per sé non malsana ma comunque legata a un intervento legislativo sulla 107/15 - di fronte a un allargamento della platea al personale Ata di ruolo e al personale docente precario (da Anief reclamato al Tar Lazio), ovvero a 1,1 milioni di dipendenti, dovrebbe sapere che la suddivisione di tali risorse per 13 mensilità per il solo 2018 aumenterebbe di 36 euro la quota mensile pro capite. Quindi, l’incremento sarebbe appena superiore ai 100 euro.
Scarica e invia la diffida per recuperare l’IVC perduta e interrompere i termini di prescrizione.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): Un contratto si firma se rispetta il diritto dei lavoratori, la loro dignità umana e professionale come avviene nel settore privato dove vi sono stati aumenti salariali del 20% negli ultimi dieci anni di blocco del pubblico impiego. A questo punto non possiamo che continuare la nostra battaglia in tribunale per far dichiarare incostituzionali le norme che bloccano l’indicizzazione dell’assegno di indennità di vacanza contrattuale dal settembre 2015, cioè dalla data di sblocco della contrattazione come ci dice la Consulta, al netto dei soldi che il Governo trova o concorda per la firma del contratto di cui diffidiamo, fin d’ora, le altre OO. SS. dalla firma, a queste condizioni. Se il Governo sarà disposto a cambiare la L. 107/15 e destinare alla contrattazione i 500 mln del merito e della card, si potrebbero recuperare altri 36 euro per il solo 2018, ma non 200 euro. Ecco perché Anief continua ad invitare il personale della scuola a inviare la diffida per sbloccare l’indicizzazione dell’indennità di vacanza contrattuale e ancorarla al 50% dell’inflazione programmata. Ogni lavoratore si gioca 135 euro in più dal nuovo anno e 2.817 euro di arretrati.
Tra pochi mesi scadrà il mandato delle attuali Rsu e, come previsto dalla normativa vigente, nello stesso periodo si svolgeranno le elezioni per il prossimo triennio. A questo proposito i sindacati confederali hanno già chiesto all'Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni di aprire le procedure ed avviare l’iter. Tra le organizzazioni che puntano dritto a sforare la soglia del 5%, utile per partecipare alle trattative nazionali c’è sicuramente l’Anief. Sarebbe un risultato storico, perché dall’ultima volta che un sindacato della scuola è riuscito a raggiungere tale traguardo è passato un ventennio. Un periodo durante il quale il personale scolastico ha dapprima incrementato ma poi, negli ultimi anni, decisamente perso diritti e compensi. L’Anief si giocherà tutte le sue carte per diventare rappresentativo. Il giovane sindacato, infatti, questa volta arriva all’evento forte di 38mila deleghe, 4mila liste per 6mila candidati che corrispondono al 6,5% (secondo i dati vecchi). Inoltre, ci sono buone possibilità per accrescerli: fino all’inizio del nuovo anno, sono previsti 15 eventi nazionali.
Marcello Pacifico (presidente nazionale Anief): Siamo pronti a cambiare profondamente il nuovo Contratto collettivo nazional, oltre al contratto sulla mobilità e sulle assegnazioni provvisorie, quelli regionali e a vigilare anche con le nostre RSA sulla contrattazione d'istituto di tutti gli istituti scolastici italiani. La nostra parola d'ordine è il rispetto del diritto e della legge ma in nome di norme giuste, rispettose dei principi comunitari e costituzionali. Forti dell'esperienza delle precedenti elezioni, quando abbiamo comunque formato una RSU su dieci, oggi siamo pronti a influenzare i tavoli contrattuali per tutelare i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici della scuola, docenti e personale Ata, precari e di ruolo, a tutti i livelli. Saremo anche più incisivi nelle politiche territoriali delle terminazioni periferiche del Miur che hanno già imparato a conoscere i nostri rappresentanti e gli oltre 400 collaboratori nel territorio già attivi.
Chiunque, docente e Ata, volesse sostenere il sindacato a diventare rappresentativo ha la possibilità di farlo, candidandosi con Anief alla prossima campagna RSU 2018: basta inviare on line la propria candidatura.
La riforma Buona Scuola ha ignorato amministrativi, tecnici, collaboratori scolastici e Direttori dei servizi generali ed amministrativi, prevedendo per loro solo una manciata di assunzioni, non assegnando loro alcun bonus per il merito e per l’aggiornamento professionale. Ora, però, al fotofinish, considerando che tra pochi mesi si andrà alle elezioni, il Governo ha la possibilità di riscattarsi: basterebbe approvare una serie di emendamenti presentati a Palazzo Madama, su spinta del sindacato Anief.
Chieste non meno di 8mila stabilizzazioni per il potenziamento (in realtà dovrebbero essere 20mila); l’abolizione del limite delle supplenze, solo parzialmente cancellato dall’esecutivo in carica, che sta mettendo le scuole in ginocchio; esonerare dallo svolgimento della eventuale prova preselettiva del prossimo concorso Dsga e ammettere in soprannumero alle prove coloro che hanno assunto il ruolo di reggenti, anche da amministrativi, per almeno 36 mesi facendo anche cadere il limite degli ultimi 8 anni; istituire una graduatoria dei 24 mesi per la copertura dei posti vacanti di Direttori S.G.A. a cui può accedere il personale ATA che ha coperto il ruolo di direttore S.G.A. per almeno 24 mesi di servizio effettivo in qualità di direttore S.G.A. e un’anzianità di almeno cinque anni di servizio effettivo nel profilo di Responsabile Amministrativo e Assistente Amministrativo. Inoltre si chiede l’abbattimento delle soglie temporali per la chiamata dei supplenti per periodi brevi. Avviare un piano straordinario di assunzioni per tutta la categoria dei non docenti (complessivamente servono 32mila immissioni in ruolo). Si richiede, infine, l’eliminazione della temporizzazione per gli Ata divenuti Dsga, contro la quale il sindacato ha predisposto apposito ricorso.
Sono gli unici insegnanti a non essere stati contemplati nel piano straordinario della riforma Renzi-Giannini e nemmeno nel “potenziamento” che ne è conseguito. Tanto è vero che oggi sono il raggruppamento di gran lunga più numeroso delle Graduatorie ad esaurimento. Ora, però, si potrebbe dare loro la possibilità di riscattarsi, attraverso l’ultima manovra del Governo Gentiloni. L’emendamento Pd prevede al massimo 2mila stabilizzazioni, peraltro pure in dubbio, ma ne servirebbero quindici volte di più. Le proposte Anief sono confluite nelle modifiche al ddl 2960, presentate da più raggruppamenti politici.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): Non è possibile che quando si tratta di venire incontro alla stabilizzazione dei maestri che operano nei nostri asili si debba sempre arrivare ad un nulla di fatto. Non abbiamo mai smesso di credere nelle loro assunzioni e per questo abbiamo fatto pervenire alla Commissione Bilancio del Senato 40 emendamenti, alcuni dei quali specifici per risolvere l’annosa questione. Non vogliamo più sentire parlare di strada in salita, ma di assunzioni in gran numero e sicure: ne abbiamo sempre indicate 20mila per il potenziamento e almeno 8mila per il turn over degli ultimi anni. In caso contrario, se non se dovesse fare nulla, non ci vengano a dire che si fa un uso troppo disinvolto del giudice per dirimere i problemi: noi pure stavolta ce l’abbiamo messa tutta per centrare un’operazione sacrosanta tramite il legislatore.Chiediamo il blocco temporale delle supplenze brevi e che venga sciolta la riserva su inserimenti in graduatoria, a seguito del provvedimento amministrativo.