La questione è nota da tempo e denunciata da Anief che dal 2012 ha messo a disposizione i modelli di diffida per il personale della scuola assunto dopo l’anno 2000, al fine di interrompere la prescrizione quinquennale: al termine della carriera, lo Stato trattiene 21 mila euro a titolo di rivalsa che nel settore privato non sono trattenute. Sotto accusa è l'art. 1, comma 3 del DPCM del 20 dicembre 1999, come previsto dall'art. 26, comma 19 della legge 448/1998, per violazione degli artt. 3 e 36 della Costituzione. Scarica il modello di diffida.
Molti docenti con contratto a termine non hanno ancora visto liquidarsi alcun emolumento relativo allo svolgimento della propria attività professionale. Sono migliaia le chiamate pervenute presso la segreteria nazionale del giovane sindacato in ordine al mancato pagamento degli stipendi dei docenti con contratto a supplenza breve; lo stipendio di un docente supplente arriva generalmente un mese dopo, intorno ai giorni 26/29 del mese. Addirittura molti docenti lamentano il fatto di non vedere neanche il cedolino con la data di esigibilità, cioè quella in cui sarà accreditato lo stipendio all’interno del sistema Noipa.
È attesissima la decisione che l’organo di rilievo costituzionale della Repubblica è chiamato ad emanare: dopo l'udienza tenutasi lo scorso 15 novembre, si attende l'esito della discussione avvenuta in Adunanza Plenaria che dovrà decidere se altre migliaia di docenti in possesso di diploma magistrale abilitante abbiano o meno il diritto di permanere in via definitiva nelle graduatorie. In assenza di conflitto di giudicato, rispetto a diverse sentenze che hanno immesso in ruolo migliaia di docenti, porterebbe gli altri ricorrenti a ricorrere alla Cedu e far emergere le presunte influenze della politica inefficiente nella gestione delle graduatorie. Per non parlare delle migliaia di richieste di risarcimento di chi è in possesso di un titolo abilitante e già assunto con riserva, prossimo al licenziamento. In tutti questi casi, verrebbe meno il principio della certezza del diritto. Ecco perché nelle mani del Consiglio di Stato passa il futuro dell’istruzione pubblica e di tanti lavoratori abilitati, che rivendicano il diritto alla stabilizzazione attraverso l'inserimento nelle graduatorie a esaurimento.
Marcello Pacifico (presidente Anief): Cancellando i docenti in possesso di diploma magistrale dalle GaE non si elimina il precariato, ma non si fa altro che renderlo ‘congenito’, cancellando il loro giusto diritto all'immissione in ruolo. E sarà, comunque, questa categoria di docenti abilitati a occupare i tanti posti vacanti nelle nostre scuole dell'infanzia e primaria perché sarebbero sempre i diplomati magistrale, stavolta chiamati dalla seconda fascia delle Graduatorie d'Istituto, quelli selezionati “per merito”, cioè per punteggio e professionalità acquisiti in tanti anni di lavoro, a garantire, come sempre hanno fatto, il corretto svolgimento della didattica, solo con la condanna decretata dai giudici di ritornare precari ‘a tempo indeterminato’. La questione è ben più complessa di come la si vuole rappresentare: l'Adunanza Plenaria non deve decidere se i ricorrenti siano o meno competenti, come vorrebbe far credere qualcuno, ma in realtà confermare se un docente con anni di precariato alle spalle e abilitato, abbia diritto di entrare nelle Graduatorie che il Miur gli ha sempre precluso anche quando non erano “ad esaurimento”, non riconoscendogli mai il possesso di quell'abilitazione che solo nel 2013 un'altra azione legale, dopo anni di caparbia ostinazione del Miur a negare quanto la normativa riportava, ha confermato come tale e imposto di considerare.
Facendo seguito alla pubblicazione della Delibera della Provincia Autonoma di Trento del 16 novembre 2017 che detta le linee per il prossimo concorso per Dirigenti Scolastici da attuarsi nella provincia, Anief ha già predisposto uno specifico ricorso per far partecipare i supplenti abilitati, laureati o i neo-immessi in ruolo dal 1° settembre 2017 con sette anni di servizio. È ritenuto valido dallo studio legale anche il servizio prestato come dottore di ricerca ai fini del raggiungimento dei 7 anni di servizio.
I senatori hanno bocciato molti degli emendamenti al disegno di legge 2960 ispirati da Anief-Udir e presentati attraverso schieramenti politici di varia estrazione. Si va da alcune delle disposizioni per incrementare gli aumenti stipendiali dei presidi, all’assegnazione delle responsabilità sulla sicurezza degli edifici scolastici ai proprietari degli immobili e non più agli stessi ds. Niente da fare anche per l’istituzione di un corso riservato ai ricorrenti delle selezioni 2011 e 2015 per diventare dirigente scolastico, per l’ammissione in sovrannumero dei vicari dei presidi con 36 mesi di servizio quali reggenti a concorso per dirigente scolastici, per l’istituzione dell’insegnamento del diritto in tutte le classi del primo biennio delle superiori, per l’abolizione della chiamata diretta dei docenti, per alcune disposizione previste per l’uscita dei minori dalle scuole, per il necessario sblocco delle assunzioni Ata, delle supplenze e del potenziamento scolastico e per l’abolizione dell’obbligo delle vaccinazioni.
Marcello Pacifico (Anief-Udir): A questo punto, diverse delle questioni che non hanno trovato seguito in Parlamento passeranno all’esame dei giudici. In primis, della Consulta che dovrà esaminare la correttezza della procedura riservata a seguito dell'ultimo concorso a DS da cui sono stati esclusi i ricorrenti del 2011, seguito dei rilievi di incostituzionalità della norma ‘sanatoria’ mossi dal Consiglio di Stato con ordinanza n. 3008/2017. Poi, i giudici del lavoro continueranno ad applicare le sentenze delle Sezioni unite della Cassazione in tema di parità di trattamento tra personale docente e di ruolo, risarcimenti, riconoscimento per intero di tutto il servizio pre-ruolo nelle ricostruzioni di carriera e nella mobilità, anche per i neoassunti. Infine, i tribunali amministrativi nell'inserimento in GaE o in Graduatoria d'istituto e nella partecipazione ai concorsi. Anief annuncia fin d'ora che chiederà la presentazione degli emendamenti in aula e alla Camera.