Importanti novità sono trapelate riguardo all’attuazione della finestra di uscita della pensione anticipata; i dettagli sono disponibili sul sito dell'Inps, nella sezione dedicata alle domande e risposte (Faq) inerenti all'argomento della pensione valida per il 2017 e 2018. I maggiori chiarimenti riguardano le finestre di uscita dei docenti e del personale della Scuola per l'anno 2017.
Sei sentenze del Tribunale del Lavoro di Ravenna condannano il Miur a 12mila Euro di spese di soccombenza per aver negato ai docenti con diploma magistrale abilitante il diritto alla partecipazione al piano straordinario di assunzioni indetto nel 2015 e impongono l'immediata stipula di contratto di lavoro a tempo indeterminato retrodatato al 2015.
È di nuovo successo Anief in merito alla partecipazione al piano straordinario di immissioni in ruolo stabilito dalla Legge 107/2015 dei docenti in possesso di diploma magistrale abilitante e destinatari di sentenza definitiva del Consiglio di Stato. Gli Avvocati Fabio Ganci, Walter Miceli e Tiziana Sponga fanno nuovamente valere i diritti dei nostri iscritti e ottengono ben 6 sentenze presso il Tribunale del Lavoro di Ravenna che condannano il Ministero dell'Istruzione per l'illegittima esclusione di altrettanti docenti con diploma magistrale abilitante - e già inseriti a pieno titolo nelle Graduatorie a Esaurimento - dalla possibilità di partecipare alle immissioni in ruolo della Fase C del piano straordinario del 2015. Ministero dell'istruzione, totalmente soccombente, paga le spese di giudizio quantificate in complessivi 12mila Euro oltre accessori. Marcello Pacifico (Anief-Cisal): ‘Ancora una volta abbiamo fatto valere i diritti dei docenti abilitati con diploma magistrale conseguito entro l'anno scolastico 2001/2002. Chi era già destinatario di sentenza favorevole del Consiglio di Stato aveva pieno diritto alla partecipazione al piano straordinario e a stipulare il conseguente contratto a tempo indeterminato; i tribunali non potevano che darci ragione. Proseguiremo la nostra battaglia a tutela di tutti quei docenti illegittimamente esclusi dalla possibilità di accedere alle Graduatorie a Esaurimento e all'immissione in ruolo’.
In attesa della pubblicazione dei movimenti 2017 per il secondo grado di istruzione prevista per il prossimo 21 luglio, i giudici continuano a riformare le procedure di mobilità 2016 rilevando l'illegittimità della mancata valutazione del servizio nelle scuole paritarie e i tanti errori a causa dell'algoritmo ‘impazzito’. Stavolta sono i tribunali del Lavoro di Monza e Napoli a dare ragione ai legali Anief con altre due sentenze di pieno accoglimento. Riaperte le adesioni ai ricorsi relativi alla mobilità 2016 negata per i troppi errori dell'algoritmoe ancora possibile aderire ai ricorsi che contestano il CCNI Mobilità 2017.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): ‘abbiamo avviato le procedure di deposito in tutta Italia dei nuovi ricorsi contro le tante illegittimità del nuovo CCNI sulla mobilità, contiamo di sanare nuovamente quanto il Miur e la contrattazione collettiva non sono riusciti a fare e a restituire dignità ai lavoratori che per tanti anni hanno prestato servizio come precari su posto di sostegno e vogliono il riconoscimento di tale servizio per il raggiungimento del quinquennio di permanenza prima di poter passare agli insegnamenti di posto comune o che per tanti anni hanno svolto servizio nelle scuole paritarie e ora si vedono trattati come docenti di 'serie B'. Sono troppe le incongruenze di questa contrattazione come la disparità di punteggio attribuito nelle graduatorie interne d'istituto al servizio preruolo. Siamo certi di poter ottenere ragione anche questa volta’. Ancora possibile aderire ai ricorsi Aniefse si sono dichiarati nella domanda di mobilità i titoli e i servizi utili al ricorso o se con la mobilità 2016 si sono riscontrati errori nell'attribuzione dell'Ambitoo della sede richiesti pur avendo punteggio utile al trasferimento.
Secondo il giovane sindacato, la parità dei diritti tra dipendenti a tempo indeterminato e determinato si può fare anche fuori senza l’accordo nell’Atto di Indirizzo in via di definizione: come accaduto in passato, basterebbe fare domani stesso un contratto integrativo a quello vigente, motivato dal fatto che occorre assolutamente adeguarsi alla normativa comunitaria. Si è fatto precedentemente, non si capisce perché ora diventi così complicato. Permangono poi altri nodi da sciogliere: non è accettabile avere 85 euro lordi dopo quasi 10 anni, quando ne andavano assegnati 105 da settembre 2015 per il recupero dell’indennità di vacanza contrattuale, a cui aggiungere poi l’aumento effettivo. La consultazione tra i dipendenti di settore si rende necessaria per avere un parere preventivo sull’ipotesi di contratto che andrà a regolare il loro lavoro dei prossimi anni.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): bisogna attuare da subito un contratto integrativo utile a non discriminare più i supplenti rispetto ai colleghi già immessi in ruolo. Per quel che riguarda l’entità del rinnovo dal punto di vista stipendiale, la consultazione tra i dipendenti di settore si rende necessaria per avere un parere preventivo sull’ipotesi di contratto che andrà a regolare il loro lavoro dei prossimi anni. Secondo noi, è chiaro che non può essere sufficiente assegnare a chi percepisce meno soldi di tutti nello Stato degli aumenti medi così modesti: gli stipendi di docenti, Ata e dirigenti scolastici (che rischiano di perdere addirittura 350 euro) vanno incrementati con aumenti veri, che corrispondono a 210 euro netti, assegnandone 105 da settembre 2015, ovvero tre volte quello che nel 2018 il Governo vuole dare loro. A queste condizioni, è meglio andare a battere cassa in Tribunale, dove tanti giudici hanno dato già ragione all’Anief.
L’ultimo stipendio percepito risale ad aprile. Per i responsabili dei pagamenti c’è una ‘mancanza di copertura dei fondi da parte del MIUR sul capitolo di bilancio’. Ma secondo il sindacato si tratta di un comportamento ingiustificabile, ancora di più perché si determina dopo che la tanto decantata doppia riforma della scuola e della PA, con tanto di digitalizzazione dei sistemi di pagamento, avrebbe dovuto superare questo genere di problemi. Anief ricorda che fino a prova contraria i rapporti di lavoro sono regolati dagli articoli 35 e 36 della Costituzione, in base ai quali ‘la Repubblica tutela il lavoro in tutte le sue forme ed applicazioni’ e che ‘il lavoratore ha diritto a una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del lavoro svolto’. A poco serve sapere se la colpa è del Miur o del dicastero di Via XX Settembre. A rendere insopportabile la situazione sono poi i periodici richiami della Ministra dell’Istruzione a incrementare gli stipendi dei docenti e a ricordare che l’insegnamento non è una missione, ma una preziosa professione da remunerare in modo adeguato.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): molti di questi insegnanti che attendono l’accreditamento dello stipendio, pur di lavorare sono disposti ad allontanarsi da casa anche di centinaia di chilometri. Sono costretti ad anticipare le spese per il viaggio, spesso anche per il pernotto o per l’affitto, oltre che per tutto il resto. Non si può dire loro che l’amministrazione sta verificando la disponibilità dei fondi a disposizione. Il rifornitore di carburante, il bigliettaio, il proprietario dell’appartamento e il cassiere del supermercato vogliono essere pagati subito: cash, come si usa dire in tutto il mondo. Per noi, quindi, l’attesa è finita: il sindacato ha deciso di mettere a disposizione, di tutti i precari in attesa di stipendio, un modello di diffida e messa in mora.