In risposta ad una interpellanza del M5S sul concorso per docenti, i rappresentanti dell’Esecutivo hanno oggi fatto sapere che ben 45mila precari risultano ancora iscritti nelle GaE, anche a seguito del piano straordinario di assunzioni della Buona Scuola. Questi ultimi dovranno essere assorbiti nel prossimo triennio, almeno per la secondaria, continuando ad immettere in ruolo per il 50% dei posti da concorso e per l’altra metà proprio da graduatorie. A far crescere la preoccupazione vi è il numero di supplenze al termine lezioni (oltre 100mila) a cui si aggiunge l’aumento delle supplenze in deroga su sostegno.
Marcello Pacifico (presidente Anief): il problema è che un terzo di quei 45mila docenti abilitati delle GaE insegna nella scuola dell’infanzia e, allo stato attuale, rischia per decenni di rimanere supplente. A meno che si trovino i soldi per la riforma, attraverso l’approvazione della delega sul settore prevista dalla Legge 107/2015. Il vulnus non è solo professionale, ma anche sociale. Tutto ciò conferma che abbiamo fatto bene ad avviare l’iniziativa gratuita legale dell’Anief in difesa di una precisa sentenza della Corte Costituzionale.
Sono a dire poco impietosi i numeri ufficiali sui precari della scuola, emessi oggi dai rappresentanti del Governo nel corso, rispondendo ad una interpellanza del Movimento 5 Stelle sul concorso per docenti atteso invano da oltre 60 giorni: anche dopo la riforma sono stati chiamati in supplenza 105mla supplenti e nelle Graduatorie ad esaurimento sono ancora oggi iscritti, sempre dopo il piano straordinario di assunzioni della Buona Scuola, ben 45mila precari. I quali dovranno essere assorbiti nel prossimo triennio, almeno quelli della secondaria, continuando ad immettere in ruolo per il 50 per cento dei posti da concorso e per l’altra metà proprio da graduatorie. A far crescere la preoccupazione è poi anche “il numero di supplenze al termine lezioni 100.000, analogo allo scorso anno, ma i docenti sono cresciuti di 55.000 e sono in aumento le supplenze in deroga su sostegno”, riassume Orizzonte Scuola.
“Il problema – commenta a caldo Marcello Pacifico, presidente Anief – è che un terzo di quei 45mila docenti abilitati precari insegna nella scuola dell’infanzia e, allo stato attuale, rischia per decenni di rimanere supplente. A meno che si trovino i soldi per la riforma, attraverso l’approvazione della delega sul settore prevista dalla Legge 107/2015. Il problema, tra l’altro, non è solo professionale ma anche sociale. Perché, a tutt’oggi, sempre a proposito di scuola dell’Infanzia, lo Stato gestisce poco più del 25 per cento degli organici”.
“C’è poi un altro elemento che preoccupa tantissimo nei numeri trapelati in questi ultimi giorni. Quello relativo al sempre più alto numero di docenti di sostegno chiamati in ‘deroga’, ovvero su posti liberi ma non considerati nell’organico di diritto: sono in deciso e costante aumento, avendo raggiunto, sembra, quota 45mila”, continua il presidente Anief a commento delle risposte all’interrogazione parlamentare del M5S.
Il giovane sindacato ricorda, a proposito del sostegno agli alunni disabili, che in Italia si continua a disapplicare la sentenza della Consulta n. 80/2010, che annullando i commi 413 e 414 dell’art. 2 della Legge 244/2007, ha chiesto al Parlamento di superare il vincolo del 70% dell’organico di diritto previsto dalla Legge 128/2013, approvata quando era a capo del Miur il ministro Maria Chiara Carrozza. Ma quella norma si basava su un numero massimo di assunzioni di 90mila docenti, nel frattempo tutti coperti con assunzioni, rifacendosi al contingente sottodimensionato del 2006. Invece oggi, i posti di sostegno sono diventati oltre 130mila.
“Tutto ciò – dichiara sempre Pacifico – conferma, a noi stessi e ai lavoratori che tuteliamo, la bontà dell’iniziativa gratuita legale dell’Anief in difesa di una precisa sentenza della Corte Costituzionale: è un’iniziativa sicuramente funzionale. Indirettamente, durante l’interrogazione parlamentare, si confermano anche i ritardi per il nuovo concorso, annunciati nei giorni scorsi dall’Anief: forse passeranno altri mesi. La speranza è che nel frattempo al Miur si rendano conto della gravità di aver omesso dai posti messi a concorso una quota riservata per i precari. E che questa selezione, si distinguerà per la prima volta – conclude il presidente dell’Anief – per avere escluso i giovani laureati in cerca di abilitazione all’estero e pronti a ricorrere in tribunale”.
Per approfondimenti:
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Riforma scuola, i profili di incostituzionalità nel ddl ‘Buona Scuola’ (Il Fatto Quotidiano del 29 giugno 2015)
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