Dopo cinque anni di blocco, si potrà procedere alla stipula dei contratti rimasti in sospeso, al ritiro degli atti unilaterali dell’amministrazione e addirittura alla riscrittura degli accordi regionali già stipulati. Ma servirà a poco: non sanerà, infatti, di certo i 6mila euro tagliati per il triennio precedente. Nel frattempo, con appena 200 nuovi presidi immessi in ruolo, si ripete la storia di un anno fa, quando sono stati circa 1.700 gli istituti autonomi ad essere affidati in reggenza, per pochi “spiccioli”, a dirigenti costretti a dividersi nella gestione anche una decina di plessi. Ci ritroveremo, in pratica, con quasi la metà delle scuole (quelle in reggenza e quelle dei presidi titolari) con il capo d’istituto costretto a tamponare i problemi. E lo stesso vale per i Direttori dei Servizi Generali ed Amministrativi, per i quali il Miur ha annunciato un bando di concorso di cui continua a non vedersi traccia.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): sarebbe utile sapere se sarà anche possibile riformulare i contratti regionali dei dirigenti, dell’anno scolastico 2010/2011, particolarmente importante, dato che poi è scattato il blocco degli stipendi e dei contratti. Comunque c’è poco da cantar vittoria, perché quasi sempre si tratta di poche decine di euro di aumento, solo in alcuni casi di cifre leggermente più alte. Mentre i dirigenti si aspettavano, avendone pieno diritto, cifre ben più consistenti. Ecco perché con Dirconf, aderente a Confedir, abbiamo deciso di rivolgerci al giudice del lavoro, in modo da recuperare 4.300 euro annui di integrazione permanente dello stipendio e oltre 11mila euro una tantum per gli anni precedenti.