La sentenza riguarda supplenti con oltre 10 anni anni di servizio svolto: accolta la richiesta di tutela del diritto dei supplenti a percepire la stessa progressione stipendiale riconosciuta ai docenti di ruolo. Viene così bocciato l'operato del Ministero dell’Istruzione, che da tre lustri si ostina a discriminare i lavoratori precari, eludendo la normativa comunitaria sull’abuso del precariato.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): dopo la Corte di Giustizia Europea, anche la Cassazione ci ha dato ragione. Gli scatti di anzianità per i lavoratori a termine sono una realtà ormai indiscutibile. Il Miur non può più indugiare e deve riconoscere ai precari le medesime prerogative dei lavoratori a tempo indeterminato. Come sindacato chiediamo a gran voce una modifica della normativa e del contratto, che riconoscano pari dignità a tutti i precari della scuola, ad iniziare dallo stipendio.
Il sindacato Anief ha posto la battaglia in favore dei lavoratori della scuola come punto cruciale della sua politica di azione sindacale e attende dall’amministrazione una presa di coscienza nei confronti dei precari che da anni sono sfruttati e discriminati. Al momento, l'unica via per il riconoscimento del diritto agli scatti di anzianità rimane quella del ricorso in tribunale.
Con una mozione sindacato punta a nuova stagione diritti
(ANSA) - ROMA, 21 DIC - Gli stipendi degli insegnanti sono bloccati: per il rinnovo del contratto servono risorse adeguate. La richiesta proviene dal Congresso nazionale Anief, che ha approvato all'unanimità una mozione per tracciare gli atti d'indirizzo dell'associazione sindacale per il prossimo quadriennio. Il sindacato punta dritto verso una nuova stagione dei diritti, all'insegna della piena e compiuta parità di trattamento tra personale della scuola, docente e non, con contratto a tempo determinato e di ruolo. Sono anche maturi i tempi - sostiene Anief - perché sia riconosciuto a tutti gli insegnanti l'elevato rischio psico-fisico connesso allo svolgimento della funzione docente, senza alcuna distinzione di ordine e grado. Per Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, "è l'ora di abbandonare quella visione politico-economica che in questi anni troppe volte ha guardato alla scuola solo come una voce di bilancio da tagliare. Occorre attuare forti segnali di discontinuità con quel recente passato: per farlo, bisogna partire dal nuovo contratto, anche per il personale precario, che svolge le stesse mansioni di quello di ruolo ma con un trattamento decisamente più sfavorevole. Occorre discontinuità e per farlo bisogna puntare al nuovo contratto".
Altre due sentenze di pieno accoglimento ottenute dall'Anief decretano il diritto dei docenti in possesso di diploma magistrale conseguito entro l'anno scolastico 2001/2002 ad essere inseriti nelle Graduatorie a Esaurimento per le classi di concorso della Scuola Infanzia e Primaria. Gli Avvocati Fabio Ganci, Walter Miceli, Tiziana Sponga, Simona Fabbrini e Fortunato Niro ottengono nuovamente ragione in tribunale con la dichiarazione di illegittimità dei criteri fissati dal MIUR nel DM 235/2014 nella parte in cui tale categoria di docenti abilitati è stata nuovamente esclusa dalla possibilità di inserirsi nelle GaE. Marcello Pacifico (Anief-Cisal): “È una lunga battaglia quella che abbiamo iniziato al fianco dei docenti in possesso di diploma magistrale; queste vittorie confermano le nostre ragioni. Siamo fiduciosi che il nuovo anno porterà importanti novità e speriamo di poter nuovamente essere protagonisti, accanto a loro, di una bella pagina di tutela dei diritti dei lavoratori della scuola”.
Si comunica che la segreteria nazionale Anief oggi 22/12/2016 chiuderà alle ore 13:00, le normali attività riprenderanno in data 27/12/2016.
Cogliamo l'occasione per augurare a tutti voi di trascorrere un felice natale.
Tra novembre 2015 e novembre 2016, se le retribuzioni contrattuali orarie hanno fatto registrare uno striminzito incremento tendenziale dello 0,5% per i dipendenti del settore privato (0,3% nell'industria e 0,8% nei servizi privati), la variazione è stata addirittura nulla per i lavoratori dello Stato. Tanto è vero che è stato registrato l'incremento più basso dall'inizio delle serie storiche, il 1982, quindi degli ultimi 34 anni. Sempre l’Istituto Nazionale di Statistica dice che se un lavoratore italiano con il contratto scaduto, in media aspetta 3 anni e mezzo per il rinnovo (42,1 mesi a novembre), l’attesa raddoppia per i dipendenti pubblici.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): in tutti questi anni non è stata corrisposta ai lavoratori statali nemmeno quell’indennità prevista per legge, al fine di non far scendere sotto l’inflazione le buste paga dei lavoratori: dall’inizio del 2009 doveva, infatti, essere pagata almeno al 50 per cento rispetto al costo della vita. Così non è andata e oggi ci ritroviamo con gli stipendi pubblici sovrastati anche dall’inflazione di quasi il 20 per cento. Con l’intesa politica per il rinnovo dei contratti dei dipendenti pubblici, sottoscritta a fine novembre, che se verrà tradotta nel contratto, non solo porterà cifre ridicole nelle tasche dei dipendenti pubblici, ma nemmeno sanerà la mancata assegnazione dell’indennità prevista in mancanza di contratto. Con il pericolo concreto, alla luce dell’ultimo Def, che la stessa indennità possa ora essere negata fino al 2021 e calpestando la normativa vigente in materia di tutela retributiva del pubblico impiego, a partire dall’articolo 2, comma 35, della Legge n. 203/2008, dalla legge finanziaria 2009 e anche dalle disposizioni previste dal Decreto Legislativo 150/2009. In conclusione, i ricorsi in tribunale sono inevitabili.
L'Anief ha ormai ottenuto giurisprudenza univoca e di pieno accoglimento che riconosce il pieno diritto dei docenti che hanno prestato servizio nelle scuole paritarie a vedersi riconosciuto il relativo punteggio nelle operazioni di mobilità. Gli Avvocati Fabio Ganci, Walter Miceli e Antonio Salerno ottengo due provvedimenti favorevoli presso i Tribunali del Lavoro di Genova e Tivoli (RM) con il riconoscimento dell'illegittimità, per contrasto con il principio generale sancito dalla normativa primaria, delle previsioni contrattuali che non riconoscono pari dignità al servizio svolto nelle scuole non statali che hanno ottenuto la parità. Marcello Pacifico (Anief-Cisal): “La legge 333 del 2001 impone l'obbligo di valutare i servizi prestati nelle paritarie nella stessa misura prevista per il servizio nelle scuole statali; la contrattazione collettiva non può agire contra legem e qualsiasi previsione anche solo “restrittiva” è da considerarsi nulla. Ancora una volta abbiamo imposto al MIUR e alla contrattazione collettiva il rispetto della normativa primaria di settore”. Possibile aderire anche al ricorso per il riconoscimento del servizio svolto nelle scuole paritarie ai fini della ricostruzione di carriera.
La richiesta proviene dal Congresso nazionale Anief, che ha approvato all’unanimità una mozione-chiave, proposta dai delegati Marco Giordano, Stefano Cavallini e Giovanni Portuesi, per tracciare gli atti d'indirizzo dell'associazione sindacale per il prossimo quadriennio: perché non si può fallire, anche stavolta, il riconoscimento del giusto valore della professionalità dei docenti, del personale educativo e del personale Ata. Il sindacato punta dritto verso una nuova stagione dei diritti, all’insegna della piena e compiuta parità di trattamento tra personale della scuola, docente e non, con contratto a tempo determinato e di ruolo. Sono anche maturi i tempi perché sia riconosciuto a tutti gli insegnanti l’elevato rischio psico-fisico connesso allo svolgimento della funzione docente, senza alcuna distinzione di ordine e grado.
Marcello Pacifico (presidente nazionale Anief): è l’ora di abbandonare quella visione politico-economica che in questi anni troppe volte ha guardato alla scuola solo come una voce di bilancio da tagliare. Occorre attuare forti segnali di discontinuità con quel recente passato: per farlo, bisogna partire dal nuovo contratto, anche per il personale precario, che svolge le stesse mansioni di quello di ruolo ma con un trattamento decisamente più sfavorevole. Occorre discontinuità e per farlo bisogna puntare al nuovo contratto: per segnare quella svolta che non solo la Scuola, ma tutto il Paese, vuole e pretende.
La Corte d'Appello di Palermo dà piena ragione all'Anief sull'indiscutibile diritto dei docenti precari a percepire la medesima progressione stipendiale riconosciuta ai docenti di ruolo. Gli Avvocati Fabio Ganci e Walter Miceli, che hanno da sempre guidato e curato i ricorsi del nostro sindacato a livello nazionale, ottengono presso la Corte d'Appello di Palermo una sentenza esemplare che mette la parola fine sul punto e dichiara l'illegittimità dell'operato del MIUR che da oltre 15 anni si ostina a discriminare i lavoratori precari in totale spregio della normativa comunitaria. Marcello Pacifico (Anief-Cisal). “È una battaglia che abbiamo iniziato sin dalla nostra fondazione e, dopo la Corte di Giustizia Europea, anche la Cassazione ci ha recentemente dato ragione. Gli scatti di anzianità per i lavoratori a termine sono una realtà ormai indiscutibile; il MIUR non può più indugiare e deve riconoscere ai precari le medesime prerogative dei lavoratori a tempo indeterminato. Come sindacato chiediamo a gran voce una modifica della normativa e del contratto che riconosca pari dignità a tutti i precari della scuola, anche a livello stipendiale”. Il sindacato Anief, infatti, ha posto la battaglia in favore dei lavoratori della scuola come punto cruciale della sua politica di azione sindacale e attende dal MIUR una presa di coscienza nei confronti dei precari che da anni sono sfruttati e discriminati. Al momento, però, l'unica via per il riconoscimento del diritto agli scatti di anzianità è quella del ricorso.
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