Roma, 25 nov. (askanews) - La Commissione Bilancio della Camera, all'ultimo momento ha dato il via libera all'ampliamento, seppure di appena 2 milioni di euro, del fondo legato ai contenziosi per le mancate assunzioni dei supplenti storici con almeno 36 mesi di servizio svolto (a firma del relatore Mauro Guerra del Pd).
Parallelamente, è stato chiesto di effettuare il conteggio delle supplenze, pari a 36 mesi di servizio complessivi pure non continuativi, solo a partire dal 1° settembre scorso. Secondo il sindacato della scuola Anief, questa modifica non basta a coprire la mole dei risarcimenti richiesti dai docenti ricorrenti che si sono rivolti o si stanno rivolgendo al sindacato, anche per ottenere gli scatti di anzianità non corrisposti per il periodo di precariato. "Finalmente i parlamentari si rendono conto che se non si affronta la situazione del precariato a livello nazionale, attraverso norme ad hoc, le rivalse dei tanti danneggiati dalla mancata applicazione delle indicazioni europee faranno scoppiare una situazione sinora tenuta solo sopita. Perché d'ora in poi - ha detto Marcello Pacifico (Anief-Cisal) - a seguito delle ultime sentenze nazionali e transnazionali, tutti coloro che hanno svolto almeno tre anni di supplenze possono vantare risarcimenti tutt'altro che figurativi. L'importo previsto è basso, seppure incoraggiante: solo in Piemonte, grazie ai legali Anief, in un solo anno sono stati conferiti dallo Stato, tramite i tribunali, più di un milione di euro di risarcimenti. A beneficiarne sono stati solo una settantina di precari. Ora, il sindacato sta cercando giustizia per risarcire i precari che hanno stipulato 1 milione e mezzo di contratti nell'ultimo decennio: molti riguardano precari o ex precari che hanno svolto 36 mesi di supplenze".
Quasi tutte le modifiche chieste per sanare i mali della scuola e le storture della riforma approvata dal Governo non sono state accolte. Passano soltanto lo "School bonus" (con le donazioni effettuate da privati destinate alla scuola di preferenza e non al bilancio dello Stato), la “specifica” sulle supplenze oltre 36 mesi (il cui conteggio parte dal 1° settembre 2016), il Fondo risarcimenti supplenze (con il modesto rifinanziamento di 2 milioni di euro all'anno per il triennio 2017-2019), il contributo alle materne paritarie per la realizzazione di nuovi istituti (25 milioni di euro da erogare entro il 31 ottobre 2017), il ‘Bonus 'Stradivari’ per l'acquisto di strumenti musicali da parte di studenti dei conservatori e scuole superiori musicali (al massimo da mille a 2.500 euro e potrà coprire il 65% della spesa). Niente da fare per l'Ape social, di cui beneficeranno solo insegnanti dell'infanzia e gli educatori dei nidi. Mentre è previsto il raddoppio del contributo aggiuntivo per le scuole d'infanzia paritarie (da 25 a 50 milioni di euro) e l'incremento dell’importo massimo detraibile per spese di frequenza, compresa la mensa scolastica (detrazione Irpef sempre al 19%, gli importi annuali passano da 400 euro per l'anno in corso a 564 euro per il 2016, 717 per il 2017, 786 per il 2018 e 800 dal 2019).
Disco rosso per le richieste del giovane sindacato, che partono dalla modifica della Legge 107/2015 e dall’adozione di provvedimenti urgenti per eliminare la piaga del precariato. Verranno ripresentanti a Palazzo Madama, unitamente alle modifiche delle norme che regolano le GaE e le graduatorie d’istituto. Oltre che sugli idonei e vincitori non assunti del Concorso a cattedra 2016; sulle prossime selezioni pubbliche nazionali, anche per Dirigenti, Dsga, Coordinatori di segreteria, con riserve per alcune categorie; sulla carriera del personale; sullo sblocco dell’indennità di vacanza contrattuale; sull’abolizione del Tfr; sul blocco del primo gradone stipendiale per i neo-assunti dal 2011; sull’estensione dell’Ape “social” a tutti i docenti.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): così facendo, l’Esecutivo mantiene la linea assunta con l’approvazione della riforma della scuola, pur avendo tutti contro. Quell’atteggiamento, lo ha detto anche di recente il premier Renzi, ha condotto a un malcontento generale, aggravato dal protrarsi del mancato rinnovo contrattuale o dell’accordo con somme ridicole, prodotto in questi giorni, con l’assenso dei soliti sindacati rappresentativi. Bisognava cambiare le norme, nonché valorizzare il personale attraverso finanziamenti adeguati e non con ‘mance’ di facciata da 85 euro lordi, se tutto va bene. L'ultima possibilità è ora quella di approvare quegli emendamenti in Senato: in caso contrario, la frattura sarà insanabile.
La Commissione Bilancio della Camera, all’ultimo momento ha dato il via libera all’ampliamento, seppure di appena 2 milioni di euro, del fondo legato ai contenziosi per le mancate assunzioni dei supplenti storici con almeno 36 mesi di servizio svolto (a firma del relatore Mauro Guerra del Pd). Parallelamente, è stato chiesto di effettuare il conteggio delle supplenze, pari a 36 mesi di servizio complessivi pure non continuativi, solo a partire dal 1° settembre scorso. Secondo Anief, questa modifica non basta a coprire la mole dei risarcimenti richiesti dai docenti ricorrenti che si sono rivolti o si stanno rivolgendo al giovane sindacato, anche per ottenere gli scatti di anzianità non corrisposti per il periodo di precariato
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): finalmente i parlamentari si rendono conto che se non si affronta la situazione del precariato a livello nazionale, attraverso norme ad hoc, le rivalse dei tanti danneggiati dalla mancata applicazione delle indicazioni europee faranno scoppiare una situazione sinora tenuta solo sopita. Perché d’ora in poi, a seguito delle ultime sentenze nazionali e transnazionali, tutti coloro che hanno svolto almeno tre anni di supplenze possono vantare risarcimenti tutt’altro che figurativi. L’importo previsto è basso, seppure incoraggiante: solo in Piemonte, grazie ai legali Anief, in un solo anno sono stati conferiti dallo Stato, tramite i tribunali, più di un milione di euro di risarcimenti. A beneficiarne sono stati solo una settantina di precari. Ora, il sindacato sta cercando giustizia per risarcire i precari che hanno stipulato 1 milione e mezzo di contratti nell’ultimo decennio: molti riguardano precari o ex precari che hanno svolto 36 mesi di supplenze.
Le donne sono titolari di una cattedra fuori provincia: costrette da dieci anni a a compiere ogni giorno un altissimo numero di chilometri, hanno chiesto in tutti i modi di essere trasferite nella loro città. Ora, pubblicano una toccante lettera aperta. C’era un impegno del Miur, ma sono passati quattro anni e la situazione è immutata. E in assenza di un cambiamento della norma, anche per loro non rimane che la via giudiziaria. Solo qualche giorno fa, il Tribunale di Civitavecchia con provvedimento d’urgenza ha reso giustizia ad una docente immessa in ruolo aseguito del piano straordinario della Legge 107/2015: la donna ha ottenuto che gli venisse assegnata come sede di servizio definitiva quella più vicina al domicilio della figlia minore da assistere tra quelle risultanti disponibili nella fase B della mobilità per l'anno scolastico 2016/17.
Marcello Pacifico (Anief – Cisal): le attuali clausole del Contratto collettivo nazionale sulla mobilità del personale docente educativo e Ata sono in netto contrasto con il disposto normativo che tutela le persone disabili e vanno disapplicate. È chiaro che i diritti dei lavoratori e delle persone con disabilità, che gli stessi assistono, non possono essere violati con una generica norma transitoria o pattizia, soprattutto laddove siano tutelati da una normativa precisa in materia. Per questo l’Anief ha promosso e continua a promuovere una serie di azioni legali con ricorsi che sono stati presentati d'urgenza proprio ai fini di correggere le tante ingiustizie delle operazioni di mobilità, sempre in violazione del diritto all'assistenza della persona disabile da parte di un suo familiare cui il Miur non riconosceva precedenza assoluta tra tutte le fasi.
Dopo i tanti provvedimenti d'urgenza ottenuti presso i tribunali del lavoro di tutta Italia, come sempre è l'Anief a segnare la strada corretta in tribunale in materia di tutela dei diritti dei lavoratori della scuola ottenendo la prima sentenza emanata dal Tribunale del Lavoro di Roma che dà piena ragione al nostro sindacato e riconosce l'assoluta illegittimità del CCNI di comparto nella parte in cui viola la normativa primaria ed esclude la possibilità di corretto riconoscimento del servizio prestato nelle scuole paritarie ai fini dell'attribuzione del punteggio nelle operazioni di mobilità. Gli Avvocati Fabio Ganci, Walter Miceli e Michele Speranza travolgono nuovamente il MIUR in tribunale e ottengono l'annullamento del CCNI sulla mobilità nella parte d'interesse e la condanna del Ministero dell'Istruzione al pieno rispetto della Legge sulla parità delle istituzioni non statali con l'attribuzione del giusto punteggio in favore di una nostra iscritta e al pagamento integrale delle spese di giudizio.
La nostra struttura copre tutte le regioni italiane.
Siamo presenti in tutte le province.