Le modifiche presentate in Cdm, il bando ufficiale a febbraio. Ma ci sono già polemiche.
Le modifiche presentate in Cdm, il bando ufficiale a febbraio. Ma ci sono già polemiche.
Con il provvedimento finale, oggi in CdM, scompaiono ben 52 classi concorsuali, che passeranno da 168 a 116, raggruppate in otto ambiti disciplinari che daranno la licenza di insegnare un alto numero di discipline.
Nemmeno Palazzo Chigi nasconde i motivi di questa discutibilissima scelta: «Una maggiore fungibilità dei docenti: l’accorpamento consente di aumentare il numero di posti per classe di concorso e il tasso di sostituibilità degli insegnanti».
Marcello Pacifico (presidente Anief): è una riduzione che aiuta chiaramente i processi di mobilità del personale, anche coatta, a discapito del livello qualitativo delle lezioni e dell’offerta formativa. Viene da chiedersi: “Che senso ha aver prodotto dei corsi abilitanti negli ultimi tre anni per quasi 100mila docenti, secondo le vecchie regole, per poi ora costringerli ad insegnare delle discipline diverse?”
Pubblichiamo alcuni articoli su concorso a cattedra in alto mare, conto alla rovescia per approvare emendamenti Anief salva-scuola, disparità per il piano di mobilità dei docenti.
La decisione di non approvare un D.P.R. e di limitarsi alla creazione di 8 ambiti disciplinari porterà tantissimi docenti ad insegnare materie affini, ma non corrispondenti alla propria e senza abilitazione specifica. Il tutto, si è concretizzato ignorando le richieste giunte da sindacati, parti sociali e commissioni parlamentari, che chiedevano una vera revisione delle classi di concorso, da adattare ai nuovi percorsi d’istruzione. È un escamotage, che permette all’amministrazione di collocare con facilità il personale da assumere (o da collocare con la mobilità) ma che penalizza molto la qualità dell’insegnamento e della didattica.
Esemplare il commento di Tuttoscuola: “l’aggregazione sminuisce la specializzazione e può attenuare la competenza del docente. Un rischio che si intende correre per garantire maggiore flessibilità all’elefantiaco sistema”.
Marcello Pacifico (presidente Anief): fa scalpore che dopo tanto dibattere, l’amministrazione abbia ‘partorito’ un testo che svilisce la professionalità dei futuri docenti, obbligandoli a confrontarsi con programmi non attinenti al loro vissuto formativo universitario. Con l’aggravante della presenza, nel bando inviato al Cspi e di cui si attende il parare, di prove orali di “carattere nozionistico”, tanto da creare delle lotte intestine nel partito di maggioranza. A pensarci bene, si tratta di aree disciplinari simili a quelle su cui sono stati chiamati a votare nelle scorse settimane i collegi dei docenti per associarle all’organico potenziato.
Dopodomani, 21 gennaio, ultimo giorno utile per il sì agli emendamenti Anief: il giovane sindacato ha deciso di attuare una serie di iniziative, coinvolgendo numerosi precari, per convincere le commissioni Bilancio e Affari Costituzionali della Camera ad approvare le richieste di modifica, presentate attraverso una serie di cambiamenti da attuare. Sono direttamente interessate decine di migliaia di insegnanti rimasti fuori dal piano di stabilizzazioni della Buona Scuola, ad iniziare da coloro che hanno svolto 36 mesi su posti vacanti e coloro che sono inseriti nella seconda fascia d’Istituto, condannati a svolgere il ruolo di supplenti a vita pur essendo stati abilitati con le stesse modalità di chi è stato immesso in ruolo sino a poco tempo fa.
Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, è indispensabile che tutti i docenti precari facciano sentire ancora la loro voce, partecipando alle iniziative programmate per domani, ad iniziare dalla protesta, via web e e-mail. Il tutto, affinché le commissioni parlamentari comprendano la correttezza e l’utilità delle richieste della seconda fascia delle Graduatorie di Istituto. Questo personale è già in servizio da più anni nelle scuole ed è adeguatamente formato e preparato; si tratta di docenti pluri-laureati, pluriabilitati tramite corsi universitari che hanno maturato competenze e abilità specifiche. Questi ultimi, rappresentano una risorsa importante perché utili al buon funzionamento delle Istituzioni scolastiche.
Anief chiede pubblicamente l’intervento del Parlamento affinché si rimuova la norma della Legge 107 - comma 73, che diversifica il trattamento delle domande sulla base dell'anno di immissione in ruolo o del tipo di posto accettato nelle fasi 0 A B e C del piano straordinario di stabilizzazione. Nel frattempo, l'amministrazione dovrebbe procedere, secondo le vecchie regole, garantendo la mobilità di tutto il personale neo assunto o sovrannumerario. Oppure dovrebbe definire preliminarmente gli ambiti territoriali che sostituiranno i movimenti inter-provinciali. In caso contrario, si arriverebbe ad un mega-contenzioso.
Marcello Pacifico (presidente Anief): si sta procedendo verso la stipula di un contratto che poggia su presupposti iniqui, che avranno ripercussioni importanti su decine di migliaia di docenti, sulle loro carriere e i loro affetti. Presupposti che ignorano l’articolo 8 della Cedu e i principi costituzionali a tutela dei lavoratori.
Intanto, Anief sta realizzando in questi giorni una serie di incontri con tutte le altre organizzazioni sindacali che promuovono iniziative referendarie per cancellare le norme su albi territoriali e chiamata diretta.
Pubblichiamo alcuni articoli su Anief ricevuta al Miur: su concorso nessuna apertura ai giovani laureati, su rapporto Aran, meno 4 punti su stipendi, su Rapporto Ragioneria dello Stato sui dipendenti: -0,5% sulle retribuzioni e l’età media sale a 49,2 anni e su il “potenziamento” degli istituti è stato gestito male. Deluso pure il ministro: non sono soddisfatta.
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