Il Tribunale del Lavoro capitolino condanna l’amministrazione per discriminazione e sfruttamento del lavoro precario: agli insegnanti andranno dieci mensilità dell’ultima retribuzione di fatto goduta, oltre gli interessi. Nella motivazione, il giudice ha sottolineato che i docenti, alcuni dei quali anche con 15 anni di lavoro precario alle spalle, hanno subìto un danno considerevole, perché l’amministrazione non ha tenuto conto della Direttiva Comunitaria 1999/70/CE. Gli stessi hanno pieno diritto “a percepire gli incrementi di retribuzione legati all’anzianità di servizio, così come previsti dalla contrattazione collettiva comparto scuola, a far data dal primo contratto”. Sulle sentenze pesa il disco verde della Cassazione (ex plurimisnn. 22556 e 22558), che ha accertato il diritto dei precari a ricevere la stessa retribuzione del personale di ruolo (primo scatto di anzianità dopo 2 anni di supplenza pari a una mensilità in più per ciascun anno) e un risarcimento da 1 a 12 mensilità per l’abuso dei contratti a termine, dopo 36 mesi di servizio svolti su posti annuali.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): abbiamo dimostrato che i diritti dei lavoratori precari non possono essere calpestati e che il Ministero dell'Istruzione agisce in aperto contrasto con la normativa comunitaria. Secondo noi, dunque, sono maturi i tempi per avviare una riforma profonda della normativa interna, perché siano finalmente superate tutte quelle odiose disparità di trattamento che impediscono ai lavoratori precari di godere delle prerogative riconosciute solo al personale di ruolo. L’occasione per farlo c’è, visto che con il 2017 potrebbe essere la volta buona per rinnovare il contratto di categoria pure a livello normativo.
L'Anief ha promosso ricorsi ad hoc per la tutela dei lavoratori precari cui è ancora possibile aderire per ottenere il giusto riconoscimento della propria professionalità.
(ANSA) - ROMA, 22 DIC - Una sentenza della Corte d'Appello di Palermo ha sancito la restituzione di parte dello stipendio per 36 docenti precari, con un ammontare previsto di circa 300 mila euro: lo sottolinea l'Anief in una nota, segnalando che la sentenza riguarda supplenti con oltre 10 anni anni di servizio svolto. In questo modo "è stata accolta la richiesta di tutela del diritto dei supplenti a percepire la stessa progressione stipendiale riconosciuta ai docenti di ruolo; viene così bocciato l'operato del Ministero dell'Istruzione, che da tre lustri si ostina a discriminare i lavoratori precari, eludendo la normativa comunitaria sull'abuso del precariato". "Dopo la Corte di Giustizia Europea, anche la Cassazione ci ha dato ragione", afferma il presidente di Anief e Cisal Marcello Pacifico. "Gli scatti di anzianità per i lavoratori a termine sono una realtà ormai indiscutibile. Il Miur non può più indugiare e deve riconoscere ai precari le medesime prerogative dei lavoratori a tempo indeterminato. Come sindacato chiediamo a gran voce una modifica della normativa e del contratto, che riconoscano pari dignità a tutti i precari della scuola, ad iniziare dallo stipendio". Il sindacato Anief, viene ricordato, "ha posto la battaglia in favore dei lavoratori della scuola come punto cruciale della sua politica di azione sindacale e attende dall'amministrazione una presa di coscienza nei confronti dei precari che da anni sono sfruttati e discriminati. Al momento, l'unica via per il riconoscimento del diritto agli scatti di anzianità rimane quella del ricorso in tribunale"
Prende tempo la provincia autonoma, dove sulla scia della Legge 107/15, lo scorso giugno era stato previsto che gli insegnanti non sarebbero stati più assegnati a una cattedra ma a degli ambiti territoriali: poche ore fa, con un emendamento a firma Rossi-Manuela Bottamedi, la Giunta ha votato per differire di un anno il nuovo meccanismo. “C’è la possibilità che si vada verso un doppio regime: chiamata su cattedra per chi è già in ruolo, ambiti per i nuovi ingressi”.
Anche a livello nazionale, il titolare dell’Istruzione, Valeria Fedeli, starebbe accogliendo le richieste sindacali per “disinnescare” la portata del comma 73 della Legge 107 in base al quale, dall’anno scolastico in corso, gli spostamenti del personale insegnante avvengono solo per ambiti territoriali, con i docenti costretti a muoversi ogni tre anni, attraverso la chiamata diretta del Dirigente scolastico, senza avere più possibilità di avere la titolarità su sede. Anief ricorda, però, al Ministro dell’Istruzione che il contratto sulla mobilità non basta a rendere inapplicabile una norma di legge, la quale va indiscutibilmente cancellata per via legislativa.
Marcello Pacifico (presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal): se non si procede all’eliminazione di quel comma, il docente italiano diventerebbe un lavoratore ‘transumante’, con la valigia sempre pronta a spostarsi di scuola, ma anche di provincia e pure di regione in mancanza di posti liberi della propria classe di concorso. Inoltre, la precarizzazione del personale docente rischia anche di tradursi in mancata continuità didattica agli alunni che, con cadenza triennale, potrebbero veder rinnovare il proprio corpo docente. Il Governo non ha altra scelta che rendersi parte attiva per avviare un processo normativo di abrogazione del dispositivo che ha già fatto troppi danni: altrimenti, l’ultima parola dovrà passare ancora una volta per le aule dei tribunali.
L'Anief ottiene giustizia per altri 10 docenti precari: riconosciuto il diritto al risarcimento del danno per illegittima reiterazione di contratti a termine e alle progressioni stipendiali anche durante il precariato. Gli Avvocati Fabio Ganci, Walter Miceli e Salvatore Russo ottengono ragione presso il Tribunale del Lavoro di Roma con una serie di sentenze che condannano il MIUR per discriminazione e sfruttamento del lavoro precario. Marcello Pacifico (Anief-Cisal). “Ancora una volta abbiamo dimostrato che i diritti dei lavoratori precari non possono essere calpestati e che il Ministero dell'Istruzione agisce, ancora oggi, in aperto contrasto con la normativa comunitaria”. L'Anief ha promosso specifici ricorsi per la tutela dei lavoratori precari cui è ancora possibile aderire per ottenere il giusto riconoscimento della propria professionalità.
Anche presso il Tribunale del Lavoro di Taranto l'Anief ottiene la condanna del Ministero dell'Istruzione per evidente discriminazione nei confronti dei lavoratori precari. Gli Avvocati Fabio Ganci, Walter Miceli e Massimo Menenti tutelano magistralmente i diritti di un docente precario cui il MIUR si ostinava a negare il diritto alla medesima retribuzione riconosciuta ai soli docenti di ruolo con la condanna per l'Amministrazione a risarcire il docente con le differenze retributive maturate attraverso i tanti anni di servizio svolti con contratti a tempo determinato. L'Anief ricorda che è sempre possibile ricorrere in tribunale per ottenere la corretta corresponsione degli scatti di anzianità e delle progressioni retributive computate in base agli anni di servizio svolti con contratti a termine.
La sentenza riguarda supplenti con oltre 10 anni anni di servizio svolto: accolta la richiesta di tutela del diritto dei supplenti a percepire la stessa progressione stipendiale riconosciuta ai docenti di ruolo. Viene così bocciato l'operato del Ministero dell’Istruzione, che da tre lustri si ostina a discriminare i lavoratori precari, eludendo la normativa comunitaria sull’abuso del precariato.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): dopo la Corte di Giustizia Europea, anche la Cassazione ci ha dato ragione. Gli scatti di anzianità per i lavoratori a termine sono una realtà ormai indiscutibile. Il Miur non può più indugiare e deve riconoscere ai precari le medesime prerogative dei lavoratori a tempo indeterminato. Come sindacato chiediamo a gran voce una modifica della normativa e del contratto, che riconoscano pari dignità a tutti i precari della scuola, ad iniziare dallo stipendio.
Il sindacato Anief ha posto la battaglia in favore dei lavoratori della scuola come punto cruciale della sua politica di azione sindacale e attende dall’amministrazione una presa di coscienza nei confronti dei precari che da anni sono sfruttati e discriminati. Al momento, l'unica via per il riconoscimento del diritto agli scatti di anzianità rimane quella del ricorso in tribunale.
Con una mozione sindacato punta a nuova stagione diritti
(ANSA) - ROMA, 21 DIC - Gli stipendi degli insegnanti sono bloccati: per il rinnovo del contratto servono risorse adeguate. La richiesta proviene dal Congresso nazionale Anief, che ha approvato all'unanimità una mozione per tracciare gli atti d'indirizzo dell'associazione sindacale per il prossimo quadriennio. Il sindacato punta dritto verso una nuova stagione dei diritti, all'insegna della piena e compiuta parità di trattamento tra personale della scuola, docente e non, con contratto a tempo determinato e di ruolo. Sono anche maturi i tempi - sostiene Anief - perché sia riconosciuto a tutti gli insegnanti l'elevato rischio psico-fisico connesso allo svolgimento della funzione docente, senza alcuna distinzione di ordine e grado. Per Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, "è l'ora di abbandonare quella visione politico-economica che in questi anni troppe volte ha guardato alla scuola solo come una voce di bilancio da tagliare. Occorre attuare forti segnali di discontinuità con quel recente passato: per farlo, bisogna partire dal nuovo contratto, anche per il personale precario, che svolge le stesse mansioni di quello di ruolo ma con un trattamento decisamente più sfavorevole. Occorre discontinuità e per farlo bisogna puntare al nuovo contratto".
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