Ancora oggi, il Partito Democratico continua a parlare di “eventuali errori nel calcolo dei punteggi e delle assegnazioni di ambiti”. Nessun cenno viene fatto nei confronti di un algoritmo ministeriale male impostato e gestito ancora peggio, che ha dirottato migliaia di docenti di mezza età e oltre a mille chilometri da casa senza alcun tipo di indicazione sul come e perché si è arrivati a questo. Tutti i docenti che intendono far valere i propri diritti sul trasferimento imposto dal Miur senza le dovute informazioni ed il rispetto della normativa vigente sulla mobilità, possono scrivere a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Il presidente nazionale Marcello Pacifico: l’obiettivo dell’iniziativa è quello di ottenere il rispetto di quanto previsto dal contratto, dalla contrattazione e dalla legge in materia di trasferimenti nella scuola e nel pubblico impiego. Sono troppe le denunce che continuiamo a ricevere ogni giorno. C’è qualcosa che non quadra. Perché, lo ricordiamo, chi subisce questa nuova migrazione, rischia fortemente di essere allontanato da affetti e radici per tre anni: occorre essere certi che si tratti di uno spostamento necessario.
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Sulla selezione pesano la mancanza di trasparenza, le valutazioni inadeguate, i vizi di forma e i programmi allargati a più classi di concorso o cambiati all’ultimo momento. Poi ci sono i casi clamorosi. Come quello accaduto nel Lazio dove è stato ammesso all’orale un candidato che non ha mai svolto la prova scritta, per non parlare della precaria bocciata e poi contattata dall’Usr per diventare commissario nella stessa selezione o degli errori di abbinamento dei codici in Emilia Romagna, scoperto dai candidati solo il giorno dell’orale, o della triste ammissione dei docenti universitari che reputano il concorso “inadeguato”. Per il sindacato, a cui giungono decine di denunce al giorno, la misura è colma: tutti coloro che hanno riscontrato errori, inesattezze, imprecisioni, mancanza di applicazione della normativa vigente sui concorsi pubblici, possono scrivere a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): quanto sta accadendo è paradossale, perchè in molti casi le segnalazioni dei bocciati riguardano gli stessi docenti che in passato hanno superato brillantemente i precedenti concorsi o comunque sono stati selezionati dalle Università per lo svolgimento dei corsi abilitanti, con tanto di esami in itinere e per l'attestazione finale. Come si può pensare che i tre quarti di questi precari, tutti già abilitati e risultati idonei all’insegnamento, siano improvvisamente non più all’altezza della situazione?
Radio Giornale 10 agosto ore 11,00 - Radio Azzurra 88 Rete Liguria RBC GROSSETO
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Dopo i presidenti delle regioni del Sud, anche quelli del Nord si dicono preoccupati per gli organici ridotti all’osso: proteste da Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna, Marche, Veneto e Friuli Venezia Giulia. Proteste anche da Valentina Aprea, assessore all'Istruzione della Lombardia, che dopo aver ricordato le vicissitudini del 2015, si è soffermato sulla scelta dei docenti dagli ambiti territoriali e la conclusione delle procedure concorsuali, al termine delle quali resteranno comunque scoperte numerose cattedre di materie fondamentali. Aprea ha chiesto al Miur di scongiurare il “rischio dell'avvio irregolare dell'anno scolastico”. Anief ribadisce che il Miur si deve avvalere del regime di autotutela dall’amministrazione.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): è stato calcolato che gli Usr potranno gestire al massimo il 10 per cento di trasferimenti inesatti. Oltre i quali, algoritmo e amministrazione scolastica andrebbero in tilt. Se si vuole scongiurare davvero che a settembre uffici e dirigenti scolastici siano sommersi dai ricorsi, una realtà inevitabile che i vertici di Miur e Governo continuano a sottovalutare, si mettano da parte le posizioni politiche e si faccia ricorso all’onestà intellettuale per risolvere al più presto ogni singola situazione. Il problema non è di chi ha fatto domanda, ma di chi ha creato questo meccanismo infernale.
La nota Miur n. 2609 è chiara: “l’individuazione per competenze” deve essere speculare al Piano triennale dell’offerta formativa, alla sua progettualità che è stata definita tenendo conto delle scelte pedagogiche e didattiche dei Collegi dei docenti. Il dirigente non deve scegliere avendo presente l’idea di docente che porta narcisisticamente in sé, anche distorta dalle mode didattiche e metodologiche innovative. Giungono notizie, invece, di dirigenti più “realisti del re”: uno di loro, tra i titoli di preferenza per assegnare il posto su ambito, ha inserito “una fertile attività didattica presso questa istituzione scolastica nell’anno 2015/16, attestata dal Dirigente scolastico a suo insindacabile giudizio”. Altri capi d’istituto hanno chiesto che l’insegnamento nella loro scuola sia stato "fertile" o "senza demerito"; e a giudicare saranno sempre e solo loro. Intanto, sul sito dell’ANAC, l’Autorità nazionale anticorruzione, è stata predisposta una pagina per denunciare eventuali abusi.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): in attesa dell’esito dei ricorsi presentati dai sindacati sulla legittimità della chiamata diretta, è bene chei presidi si attengano in modo scrupoloso alla normativa, rispettando il volere e le indicazioni del Ptof, che rispecchia le precise esigenze delle scuole. Personalizzare la selezione, inserendovi elementi selettivi inadeguati, potrebbe essere oggetto di contenzioso e di ricorso al Tar, con ricadute negative per la scuola e per l’avvio già complesso delle lezioni del nuovo anno scolastico.
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