Sulla selezione pesano la mancanza di trasparenza, le valutazioni inadeguate, i vizi di forma e i programmi allargati a più classi di concorso o cambiati all’ultimo momento. Poi ci sono i casi clamorosi. Come quello accaduto nel Lazio dove è stato ammesso all’orale un candidato che non ha mai svolto la prova scritta, per non parlare della precaria bocciata e poi contattata dall’Usr per diventare commissario nella stessa selezione o degli errori di abbinamento dei codici in Emilia Romagna, scoperto dai candidati solo il giorno dell’orale, o della triste ammissione dei docenti universitari che reputano il concorso “inadeguato”. Per il sindacato, a cui giungono decine di denunce al giorno, la misura è colma: tutti coloro che hanno riscontrato errori, inesattezze, imprecisioni, mancanza di applicazione della normativa vigente sui concorsi pubblici, possono scrivere a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): quanto sta accadendo è paradossale, perchè in molti casi le segnalazioni dei bocciati riguardano gli stessi docenti che in passato hanno superato brillantemente i precedenti concorsi o comunque sono stati selezionati dalle Università per lo svolgimento dei corsi abilitanti, con tanto di esami in itinere e per l'attestazione finale. Come si può pensare che i tre quarti di questi precari, tutti già abilitati e risultati idonei all’insegnamento, siano improvvisamente non più all’altezza della situazione?
La superficialità e il pressappochismo con cui è stato organizzato l’attuale concorso a cattedra, per selezionare 63mila nuovi insegnanti da assumere in tre anni, potrebbero costare molto cari al Ministero dell’Istruzione: una parte consistente dei circa 80mila aspiranti docenti non ammessi agli orali, per una ingiustificata severità da parte delle commissioni, si sono rivolti al sindacato segnalando errori, mancanza di trasparenza, valutazioni inadeguate, vizi di forma e programmi allargati a più classi di concorso o cambiati all’ultimo momento. Attraverso decine di segnalazioni al giorno, i candidati esclusi con metodi dubbi lamentano mancanze di varia natura, soprattutto sul rispetto di criteri oggettivi nella valutazione delle prove scritte e orali, ma anche delle più elementari regole da parte delle commissioni sullo svolgimento dei concorsi pubblici già oggetto, in passato, di censure da parte dei tribunali amministrativi.
Il risultato di questo modo di procedere, sempre più contrario alle regole che governano le selezioni nel pubblico impiego, sta producendo risultati incredibili. Citiamo l’ultimo in ordine cronologico: quello, riportato in queste ore dalla rivista Orizzonte Scuola, riguardante la classe A18 in Sicilia, dove “la commissione giudicatrice ha concluso i lavori di correzione della prova scritta e per la verità tutte le procedure, dal momento che nessuno dei 129 candidati ha superato la prova. Ferie dunque per i commissari e ritorno alla supplentite anche per il prossimo anno per i candidati”.
Anief ritiene che questo modo di procedere non tiene conto nemmeno delle indicazioni della Corte Costituzionale, che poche settimane fa ha detto che la normativa italiana che disciplina le supplenze del personale docente a Ata, viola la normativa comunitaria, nello specifico la mancata applicazione della direttiva 1999/70/CE, superando in tal modo la sentenza della Cassazione n. 10127/2012, che aveva negato ogni tutela ai docenti precari affermando che la normativa sul reclutamento scolastico era compatibile con l’ordinamento comunitario.
A queste mancanze, vanno aggiunte le tante contraddizioni che stanno caratterizzando il concorso a cattedra anche a livello politico e di opinione pubblica: non si contano più le interrogazioni parlamentari sui comportamenti illegittimi che hanno caratterizzato organizzazione e prove concorsuali, l’ultima delle quali formulata dai parlamentari di Possibile; i commissari e i presidenti continuano ad operare assumendosi responsabilità enormi, spesso privi di un supporto amministrativo adeguato, e ancora attendono gli aumenti promessi dal ministro Giannini entro fine luglio; sono all’ordine del giorno i clamorosi errori, come quello accaduto nel Lazio dove è stato ammesso all’orale un candidato che non ha mai svolto la prova scritta, per non parlare della precaria bocciata alla prova scritta del concorso e poi contattata dall’Usr per diventare commissario nella stessa selezione. E che dire di quella commissione allestita in Calabria, dove gli orali non si svolgeranno perché non c’è neanche un ammesso oppure degli errori di abbinamento dei codici in Emilia Romagna, scoperto dai candidati solo il giorno dell’orale, o della triste ammissione dei docenti universitari che reputano il concorso “inadeguato”?
Il sindacato ricorda, infine, che tanti docenti Itp e diplomati magistrale ad indirizzo linguistico a cui il giudice ha dato ragione stanno ancora attendendo di svolgere le prove suppletive: avevano diritto a partecipare al concorso, ma il Miur ad oggi ancora non ha dato indicazioni su quando partecipare alle selezioni aggiuntive, rendendo impossibile in questo modo la formazione delle graduatorie di vincitori e idonei, perché priva del giudizio di tutti i candidati ammessi. Rimane poi da concludersi la “partita” per l’accesso degli specializzandi (oggi specializzati) su sostegno e per i tanti ricorrenti laureati senza abilitazione che i legali Anief continueranno a tutelare in tutte le opportune sedi: negli scorsi mesi, avevano ottenuto un decreto monocratico e due ordinanze di accoglimento dagli stessi giudici del Consiglio di Stato, il cui nuovo giudizio sommario arriverà solo dopo l’organizzazione delle prove suppletive.
Anief, pertanto, preso atto di tale situazione, apre uno sportello per valutare eventuali errori e ricorrere al Tar. Il sindacato invita tutti coloro che hanno riscontrato errori, inesattezze, imprecisioni, mancanza di applicazione della normativa vigente sui concorsi pubblici, a scrivere al sindacato utilizzando la seguente e-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
PER CHI VUOLE INVECE RICORRERE CON ANIEF
Anief ricorda che crescono in modo esponenziale il numero di sentenze emesse dai tribunali del lavoro che danno ragione ai dipendenti precari, in primis della scuola pubblica: come l’insegnante di Reggio Emilia, a cui il giudice del lavoro ha conferito recentemente 35mila euro, come indennità per la mancata assunzione a tempo indeterminato. L’ultima sentenza, nella medesima direzione, è arrivata a Roma, pochi giorni fa, con 250mila di risarcimento assegnati a 17 precari non stabilizzati dall’amministrazione scolastica senza ragioni oggettive.
Il giovane sindacato rammenta che è possibile ricorrere, tramite il portale Anief, per chiedere, per la propria posizione, l’immissione in ruolo, il riconoscimento degli scatti stipendiali e l’estensione dei contratti dal 30 giugno al 31 agosto
Per approfondimenti:
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