Il nodo sono gli spostamenti fuori provincia: l’amministrazione potrebbe avanzare qualche piccola apertura, ma non intende procedere come nelle prime due fasi (comunale e provinciale) per le quali dovrebbe essere garantito il trasferimento secondo le vecchie regole. Del resto, la Legge 107/15 non può essere elusa del tutto. Ma è anche vero che non si può dividere il personale in categorie beneficiarie di diritti diversi perché gli insegnanti all’atto dell’assunzione hanno sottoscritto un contratto a tempo indeterminato che comporta diritti e doveri uguali per tutti che non possono cambiare in base all’anno di assunzione, a seconda della provincia o regione cui si chiede di essere trasferiti.
Il giovane sindacato ritiene che si potrebbe partecipare alla mobilità sui posti in organico di diritto chiedendo la titolarità sulla scuola; mentre chi chiederà di andare sui posti del “potenziamento” sarà consapevole di finire negli ambiti territoriali. In tal modo, si potrebbe decidere liberamente se vincolare la domanda solo all'organico di diritto o scegliere liberamente la titolarità su ambito: con la consapevolezza, in quest’ultimo caso, di rischiare di cambiare sede scolastica al rinnovo triennale del Piano dell’offerta formativa.
Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, potrebbe essere la risposta più semplice per salvaguardare, anche se non integralmente, i diritti dei docenti di ruolo, e nello stesso tempo applicare la legge 107. In caso contrario, i docenti verrebbero trattati diversamente, in base all'anno, alla sede, alla fase o alla fortuna. Con l’imperversare di nuovi ricorsi che noi patrocineremo di sicuro.