L’associazione dei consumatori, assieme a quella per la difesa dei diritti civili della scuola, ha spiegato che “non basta la stabilizzazione di una parte di precari per cancellare anni e anni di illegalità; gli insegnanti vanno risarciti, così come disposto dalle norme europee e dai tribunali di tutta Italia”. Per questo faranno parte della protesta del 17 marzo e invitano “i precari a non arrendersi e a non cedere alle promesse del Governo, continuando a lottare in tribunale per ottenere quanto dovuto”. Anche il Movimento 5 Stelle ha annunciato la sua presenza in piazza al fianco dei precari della scuola: “ascolteremo le loro ragioni, e presenteremo le nostre proposte per il comparto”.
La piattaforma della protesta è larga: va dalla richiesta di inserimento immediato in GaE di tutti i docenti abilitati, a partire da quelli in seconda fascia d’istituto, con relativa immissione in ruolo laddove vi siano posti liberi, al pagamento degli scatti di anzianità negato ancora dal CCNL 2006/2009 e delle ferie; dal recupero del primo gradino stipendiale ai neo-assunti tolto dal CCNL 2011, alla conversione dei contratti, sottoscritti su posto vacante, da 30 giugno a 31 agosto.
Marcello Pacifico (Anief-Confedir): dalle assunzioni previste dal Governo, sono stati incredibilmente esclusi i maestri della scuola dell’infanzia inseriti nelle GaE. Come tutti quelli delle graduatorie d’istituto e gli abilitati dopo il 2011, senza i quali le scuole non possono andare avanti. In gioco però non c’è solo la mancata assunzione a tempo indeterminato, ma anche il recupero dei diritti e della dignità del lavoro: è ora di farsi sentire, il tempo dell’attesa è finito.