La cifra si evince dallo stanziamento complessivo di 200 milioni previsto nel disegno di legge, approvato dal CdM ed ora all’esame del Parlamento, da dividere per gli oltre 8.400 istituti autonomi: dai circa 24mila euro da assegnare, in media, ad ogni scuola vanno detratti fino a 10mila euro destinati ai vicari dei presidi, come previsto fino al 2009. Rimangono 14-15mila euro ad istituto: una vera miseria, che andrà ad incentivare solo un dipendente ogni dieci. Mentre nella prima versione della Buona Scuola si parlava di premialità da destinare al 66% di lavoratori. Sono cifre che si commentano da sole. Ancora di più dopo la pubblicazione della relazione Eurydice, della Commissione europea, che colloca l’Italia come ultimo Paese Ue per investimenti nella scuola e conferma quanto Anief sostiene da anni: gli stipendi dei nostri insegnanti sono i più magri del vecchio Continente. Eppure sono tra quelli che trascorrono più ore in classe.
Marcello Pacifico (Anief-Confedir): secondo i nostri calcoli, dal 2009 al 2018, il periodo in cui gli stipendi dei dipendenti sono stati e saranno sottoposti al blocco contrattuale, ad ogni dipendente della scuola andrebbero invece assegnati 70 euro al mese. Altrimenti le loro buste paga continueranno a rimanere sotto l’inflazione.